"Rose rosse, seriamente?"

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(D.)

Quando tornai a casa collassai letteralmente sul letto, non riuscì né a mettermi il pigiama né tanto meno a struccarmi, ero così stanca che mi buttai a peso morto sul materasso e ripresi conoscenza solo qualche ora dopo per una chiamata di Schicchi.

"OH CHE E' SUCCESSO, SONO SVEGLIA, SONO SVEGLIA, QUALSIASI COSA AVEVO DETTO DI FARE STA MATTINA SONO PRONTA A FARLA."

"Schi, tranquilla, ci siamo svegliati adesso anche noi."

"Oh dio, grazie, sono entrata in coma ieri notte"

"Ma pure noi non ti preoccupare, ti dico che i ragazzi ancora dormono, ci vogliamo vedere per fare colazione?"

"Se riuscite a buttarli giù dal letto per me va bene anche tra un'oretta."

"Ci pensiamo noi non ti preoccupare, vieni tu qui sotto o veniamo noi?"

"Vengo io dai, magari camminando mi riprendo un pò."

"Dai ti aspettiamo qui sotto tra un'oretta allora."

"Va bene, a dopo."

"A dopo."

Mi preparai con calma, a Milano la giornata era un pò cupa e si era alzato il vento, per fortuna l'inverno stava ritornando e potevo ricominciare a sfoggiare le mie bellissime e amatissime felpone. Mi feci una doccia al volo, presi le prime due cose che trovai e uscì di casa, stavo per uscire dal palazzo quando alle spalle mi sento chiamare.

"Signorina mi scusi."

Mi girai ed era il portiere che mi faceva cenno di avvicinarmi alla sua postazione.

"Si mi dica."

"E' lei la signorina Cherubini Diana?"

"In persona."

"Ecco, sono arrivati questi per lei un paio di ore fa."

Da sotto il bancone tirò fuori un vaso pieno di rose rosse a cui era attaccato un bigliettino di carta con scritto "Per Diana" in grande.

Guardai l'orologio, ero in netto anticipo per l'appuntamento con gli altri, quindi tornai su casa, posai il vaso e aprì il biglietto.

"Visto? Non solo non ho scordato il tuo nome, ma ho ricordato anche il tuo indirizzo. "Domani" è finalmente diventato "Oggi", chiamami se vuoi scoprire cosa potrebbe riservarti: 3*********."

Non si era firmato, ma non poteva che essere una persona, così presi il telefono, digitai il numero sul bigliettino e aspettai una risposta.

"Pronto?"

"Rose rosse, sul serio?"

"Uh, buongiorno signorina pensiamo al domani."

"Quando la finirai di chiamarmi così?"

"Quando smetterai di pensarci e accetterai di uscire con me una di queste sere."

"Sfera Ebbasta mi sta per caso chiedendo un appuntamento?"

"Può darsi."

"Te lo devi meritare."

"Cosa vuoi che faccia?"

"Un gioco."

"Mi piacciono i giochi, alla fine vinco sempre io."

"Indovina i miei fiori preferiti, e quando li riceverò uscirò con te."

"Mi devi dare gli indizi però."

"Ma le regole le faccio io!"

"Allora signorina Cherubini posso chiederle la gentilezza di darmi 3 indizi?"

"Penso che si possa fare."

"Ti ascolto."

"Ti darò 3 parole chiave: semplice, inosservato, sottovalutato."

"Ok, ho un limite di tempo massimo?"

"No, puoi cominciare da domani, vediamo quanto tempo passa prima che tu ceda."

"Perché non da oggi?"

"E' l'ultimo giorno che i miei amici stanno qui, non ci sono per nessuno oggi."

"Va bene, allora aspetterò domani per vincere."

"Già sai che vincerai?"

"Scherzi? Sfera Ebbasta non perde mai."

"Ciao Gionata"

"Ciao baby."

«E vorrei dirti che ti amo, ma è troppo banale. »Where stories live. Discover now