"Ti ho vista."

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(D.)

Il mio telefono squillò insistentemente per una decina di volte prima che riuscì ad aprire gli occhi per vedere chi fosse e quando trovai la forza per controllare mi ritrovai circa un centinaio di notifiche, tra Instagram e whatsapp, ma la più preoccupante fu una sola: "Messaggio da 'Mamma'."

Mi tirai su con la schiena e lo lessi, diceva di chiamarla non appena avessi aperto gli occhi.. ero già pronta alla tragedia.

Scesi le scale piano per non svegliare Gionata e mi andai a mettere sul terrazzo che dava sulla cucina, faceva freddissimo quella mattina, doveva essere abbastanza presto, neanche riuscì a vedere l'ora dalla fretta di chiamare mamma.

Mi girai un pò intorno alla ricerca di qualcosa di caldo da mettermi addosso ma non trovai niente, quindi salì di nuovo in camera, rubai una felpa di Gionata e corsi in terrazzo a chiamare.

"Diana."

"Mamma.. buongiorno."

"Dove sei?"

"A casa perché?"

"Bene, tutto apposto si?"

"Si mamma ma cos'è tutta questa fretta di sentirmi sta mattina?"

"Ti ho vista."

"Dove mi hai vista scusa.."

"Nelle storie di Ghali, cosa facevi alla festa di Versace con Ghali e l'altro tipo li..com'è che si chiama? Sfera Ebbasta"

Ok, tana per me, in quel momento maledì il giorno in cui aiutai mamma a farsi instagram.

"Emh.." Alzai lo sguardo e vidi l'ora sull'orologio a parete che Gionata teneva sopra al frigorifero.

"Mamma sono le 8.30, ieri ho fatto tardi, posso richiamarti tra un paio d'ore?"

"No, mi dici adesso."

"Mamma.. ho bisogno di dormire."

"E poi perché non sei ai corsi?"

"Ho lezione il pomeriggio oggi, per questo ti dico, fammi dormire un altro paio d'ore e poi ti racconto."

"Va bene ma vedi di ricordati sennò mi attacco al telefono."

"Va bene, a dopo."

"Ciao."

Ovviamente non avevo sonno, ne tanto meno avevo i corsi di pomeriggio, era una maniera per perdere tempo e andarmene via da li prima che qualcuno facesse uscire qualche notizia strana.

Salì su casa pronta a svegliare Gionata ma prima volevo godermi qualche minuto la scena di lui nudo a dormire sul letto, con gli spiragli di raggi di sole che gli risaltavano i capelli rossi e gli facevano sbrilluccicare i gioielli, mi sembrava di star a osservare un quadro.

Mi stesi cautamente vicino a lui e cominciai delicatamente a svegliarlo baciandogli il viso, le spalle e le braccia, e giocando con i suoi capelli rossi, finché non aprì gli occhi.

"B-buongiorno"

"Buongiorno stellina."

Gionata si tirò su con la schiena con gli occhi ancora socchiusi per il sonno.

"Che ore sono?"

"Presto per te, maledettamente tardi per me."

In quel momento balzò su, girandosi sulla schiena e stropicciandosi gli occhi.

"Che è successo?"

"E' lunedì Gio."

"Quindi?"

"Ho l'uni."

"Cazz è vero, vuoi che ti ci porto?"

"Sarebbe meglio di no."

"E' successo qualcosa?"

"Diciamo che è meglio che io esca da qui senza di te."

"Capisco, ma faccio venire un autista."

"Va bene."

«E vorrei dirti che ti amo, ma è troppo banale. »Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum