"Sii semplicemente Gionata."

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"Ciao Dex."

"Dex?"

"Dex.. da Dexter, forse è una mia impressione ma i tuoi capelli sembrano più rossi, te li sei per caso tinti di nuovo?"

"Mi piace Dex... anche se comunque no, è da un pò che non ci ripasso il colore."

"Bo impressione...allora sei pronto per questa cena a lume di candela?"

"Mi dici cosa hai in mente?"

"Preparati."

Mi prese per mano e mi trascino a presso a lei, mi piacque un sacco quel gesto, anche se durò molto poco, perché non appena varcata la soglia del cancello lei me la lasciò e se la mise nella tasca della felpa.

"Hai idea di dove stiamo andando al meno?"

"Giriamo l'angolo e siamo arrivati."

Non ero a conoscenza di grandi ristoranti in quella zona, e la curiosità di sapere mi stava uccidendo.

"Tadaaaaann"

... un grosso e luminoso camioncino dei panini.

"Fai sul serio?"

"Scherzi? Farid fa i panini più buoni di Milano. Tu fidati, sta sera sei solo Gionata, scrollati di dosso il personaggio che interpreti per una volta."

"Allora se devo essere solo Gionata, tu mi devi trattare come tale."

"In che senso?"

Le presi la mano e la strinsi.

"Tienila, non la lasciare quando siamo in pubblico."

Lei fissò le nostre mani incrociate per qualche secondo dopodiché tornò a posare gli occhi su di me e li vidi le sue guance diventare tutte rosse. Quando si accorse che avevo notato il suo imbarazzo appoggiò subito la testa sul mio petto per nascondersi e per quanto io la volessi scansare per stare a guardare ogni minimo dettaglio del suo visetto rosso, averla li dava un tale senso di pace che non potei far altro che assecondarla.

"Ok ora che sei riuscito a farmi imbarazzare andiamo a mangiare per favore."

Strinsi la mano che le tenevo leggermente più forte, e con fare fiero e vigoroso ci avvicinammo al bancone del camion.

Diana sembrava conoscere molto bene il proprietario da come si parlavano:

"Ciao Farid"

"Ciao piccola stella, com'è oggi niente pranzo?"

"Perché oggi ho iniziato l'università e mi sono fermata li con una compagna a mangiare."

"Ah si? E come va?"

"Ai compagni sembro stare un pò sul cazzo a dire la verità, ma ho conosciuto una ragazza gentilissima oggi, direi che come primo giorno va bene."

"Vedrai, tutti ti voleranno bene.. no aspetta, non dire, vorranno.. ecco, si.. tutti ti vorranno bene."

"Bravo Farid, stai migliorando a vista d'occhio con l'italiano."

"Grazie ai tuoi libri e alla pazienza della mia bambina sto imparando."

"Sono molto contenta."

"Allora che facciamo? Tu solito?"

Diana si girò verso di me e mi fece fare un passo in avanti.

"Ti ho portato un amico, gli faccio prendere del tempo per decidere cosa vuole."

"Io ti conosco, mia figlia pazza di te, posso chiedere una firma?"

"Certo come no, dammi anche il telefono che le faccio un video dove la saluto."

"Grazie, molto gentile."

Una volta fatto il video e la dedica su un cartone per la pizza, ordinammo un cosa e ci sedemmo a uno dei tavolinetti predisposti li davanti al bancone ambulante, con due birre davanti.

"Devi sapere che Farid è il primo amico che mi sono fatta a Milano, ormai è una settimana che mangio da lui, il che non è sicuramente molto salutare, ma sono stata così impicciata che non ho avuto neanche il tempo di fare la spesa e cucinare."

"E' un tipo simpatico."

"Devi sentire i panini che fa, altro che ristorante in piazza Duomo."

"Appena assaggerò ti dirò."

Cominciammo a parlare del più e del meno quando ad un certo punto qualcosa catturò l'attenzione di Diana, che alzò lo sguardo e cominciò a sbracciarsi, come per fare segno a qualcuno della sua presenza.

"Ragazzi venite."

Io mi girai convinto che avrei visto un gruppo di ragazzi e invece si presentò la famiglia di Farid e alcuni loro amici, che accorparono tutti i tavoli e si misero a mangiare insieme a noi. Fu una delle serate più divertenti da che ne ho memoria, i panini di Farid erano davvero un qualcosa di spaziale, e la sua famiglia fu un vero e proprio spasso. Ridemmo tutta la serata, finimmo addirittura a cantare e a ballare tutti insieme, non mi sentivo così felice da tempo, non mi sentivo così normale da tempo, forse Charlie ha sempre avuto ragione, la normalità non è sopravvalutata, va preservata. La serata terminò verso le 2.30, quando una signora da un balcone minacciò di tirarci una lavatrice addosso se non avessimo smesso immediatamente di fare tutto quel casino, aiutammo Farid a sistemare e accompagnai Diana a casa.

"Ho visto che ti sei divertito."

"Scherzi? Non ho smesso di ridere neanche un secondo."

"Beh, non male come primo appuntamento eh?"

"Decisamente no, torniamoci domani."

"No io domani devo assolutamente andare a fare la spesa e cominciare a mangiare come una persona normale."

"Giusto, allora vengo a mangiare da te."

"Gio.."

"Ok scusa hai ragione, corro troppo."

"Grazie per la bella serata"

"Grazie a me? Grazie a te, tu mi hai portato qui."

"Non importa chi è a portare chi, è stato bello stare qui con te, e ti ringrazio per la bella compagnia."

Giuro, l'avrei baciata in quel momento, ma so che sarebbe stata una forzatura per lei, e cercai di contenermi, se voleva andarci piano ci saremmo andati piano.

«E vorrei dirti che ti amo, ma è troppo banale. »Where stories live. Discover now