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~ Respiro ~

Entrai nell'ascensore quando l'ufficio era ormai vuoto, eravamo rimasto solo io e Jonghyun coinvolto in una chiamata di lavoro ormai da diversi minuti; fermai le porte prima che potessero chiudersi e attirai con un cenno della mano l'attenzione de...

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Entrai nell'ascensore quando l'ufficio era ormai vuoto, eravamo rimasto solo io e Jonghyun coinvolto in una chiamata di lavoro ormai da diversi minuti; fermai le porte prima che potessero chiudersi e attirai con un cenno della mano l'attenzione del capo.
Jonghyun mi fece un segno negativo con la mano, non mi avrebbe accompagnato nel breve viaggio in ascensore per quella serata, sembrava sommerso dal lavoro, nonostante tutte le scadenze fossero state rispettate con un positivo anticipo.
Appoggiai la schiena alla parete dietro di me e con un movimento veloce della mano pigia sul numero uno, per arrivare al piano terra.
La mia immagine si ritrovò sola riflessa nello specchio, stava diventando un abitudine, erano rare le volte in cui Jonghyun finiva presto di lavorare o lasciava l'ufficio insieme al resto dei dipendenti. Incrociai le braccia al petto e abbassai la testa chiudendo gli occhi, non riuscivo a concentrarmi gli spazi stretti non erano di mio gradimento e affrontarli da sola mi metteva ansia.
Un sobbalzo mi fece barcollare e in seguito l'ascensore si bloccò prima di arrivare al piano terra, cercai di mantenere la calma ero certa avrebbero risolto il problema in pochi secondi.
Premetti velocemente il tasto di chiamata e la voce annoiata di un uomo mi rispose, non ascoltai minimamente le sue parole e mi affrettai a esporgli il problema.

«Salve l'ascensore si è bloccato potrei avere assistenza!?» chiesi agitata, l'uomo non rispose o forse fui io a non sentirlo, semplicemente le orecchie iniziarono a fischiare, il luogo che mi distaccava dalla realtà in modo positivo si stava trasformando in un incubo.
Tornai con le spalle al muro, mi accucciai in un angolo e chiusi gli occhi contando lentamente, nascosi il viso appoggiando la fronte alle ginocchia e avvolgendo la nuca con le braccia.
Cercai di respirare a fondo con poco successo, sentivo le pareti accartocciassi intorno a me, nonostante fossi consapevole della loro immobilita, mi sentivo soffocare, senza fiato incastrata in una fessura.
L'ascensore fece un sobbalzo e pochi minuti dopo le porte si aprirono, alzai lentamente il capo e mi ritrovai davanti la figura di Jonghyun seguita da un tecnico. Il ragazzo fece un passo verso di me e automaticamente feci aderire la schiena al muro, desiderosa di più spazio possibile.
Jonghyun non disse nulla, intuii la situazione e congedò l'uomo alle sue spalle con un inchino e probabilmente delle parole di ringraziamento; vidi le sue labbra muoversi, ma non sentii nessuno suono. Passai una mano sul volto, notando solo in quell'istante che delle lacrime aveva rigato il mio volto, non avevo nemmeno il controllo del mio corpo, una stupida paura derivante dal nulla, riusciva a farmi quell'effetto.
Jonghyun con movimenti lenti e leggeri mi porse in modo servile la mano, così da potermi aiutare, la guardai qualche secondo, era così bella e delicata, sembrava quasi un peccato toccarlo, come se non mi fosse concesso.
Vidi le sue labbra muoversi ancora, stava pronunciando il mio nome, le orecchie fischiavano, mi sentivo stordita e non del tutto al sicuro; mi feci coraggio e allungai una mano sulla sua, la posi proprio al di sopra del suo palmo e attesi qualche secondo prima di toccarla.

«Inna non ti preoccupare» mi rassicurò stringendo saldamente la mia mano, il calore della sua pelle al contatto con la mia mi rassicurò e finalmente riuscii ad uscire da quella trappola infernale.

Elevator || JonghyunWhere stories live. Discover now