Capitolo 23.

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Amami o faccio un casino.
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Coez, Faccio un casino.

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Quel semplicissimo, e forse anche insulso, tocco, mi mandó fuori di testa, fuori dal mondo, fuori dall'universo.
Se già bastava una cosa simile mandarmi fra la galassia, dove sarei andata dopo se fosse successo qualcosa di più?

Forse non ero più abituata a certe vicinanze, a certe mani, a certi sorrisi, forse ne avevo perso l'abitudine, forse ero solamente stata ceca per tutto quel tempo, ma giuro che niente e nessuno mi ha fatto sentire così alle stelle con una semplice mano sulla spalla.

Danny non l'aveva mai fatto con me, Danny non mi aveva mai toccato, si limitava solamente a sorridermi da lontano e io già morivo di felicità per un semplice suo sorriso, forse dato anche di sfuggita, ma quando Niccoló posó la sua grande mano sopra la mia spalla, i sorrisi di Danny non mi sembravano assolutamente niente a confronto.

Ma come avevo già pensato, Niccoló non poteva essere assolutamente paragonato a Danny, in nessun modo.
Di Danny, al tempo, amavo le sue lentiggini sul suo intero viso, il sorriso timido e anche il suo carattere introverso a volte che aveva, mi piacevano i suoi capelli senza una precisa forma, alcuni ricci, alcuni lisci, e amavo tantissimo i suoi occhi color miele.

Invece, di Niccoló amavo tutto, anche i suoi difetti che secondo me nemmeno ne aveva perché erano i pregi ad essere più dei difetti.

Allora, in quella stanza, con lui dietro e la sua mano ancora posata alla mia spalla, capì finalmente cos'era per me l'amore, il vero amore.

Quando ero innamorata persa di Danny, amavo tante cose di lui, le riuscivo persino a contare, ma con Niccoló, no, non ci riuscivo perché erano troppe le cose che mi piacevano di lui.

Danny si, era stato il primo a smuovermi il cuore, a farmi sentire viva, ma Niccoló fu il primo a trattarmi in un modo che nessuno mai mi aveva trattato.

Niccoló si era fidato di me sin dal primo momento che abbiamo passato insiemi, sin dalla prima sera che ci siamo visti su quel balcone che ormai lo ritenevo un santuario.
Niccoló si era fidato fin da subito di me e voleva che anche io mi fidassi di lui nel suo stesso arco di tempo, ma purtroppo, avvenne solamente dentro quella stanza, con lui dietro attendente una mia risposta e con la sua mano sopra la mia spalla.

Insomma, avevo passato una vita a fidarmi delle persone sbagliate e proprio quando Niccoló, forse, sembrava una persona per bene, me lo stavo lasciando scappare e stavo chiudendo tutte le porte.

Meglio tardi che mai.

D'un tratto mi girai lentamente e lo fissai intensamente nei suoi occhi e lui ritrasse la sua mano dalla mia spalla.
Mi fissava adesso anche lui e io facevo lo stesso e nessuno dei due diceva qualcosa.

Senza rendermene conto, poi, mi ritrovai il suo viso vicino al mio e il mio vicino al suo.
Il suo sguardo era deciso, intenso, serio, determinato a compiere un'azione che sapevo in cuor mio, avrebbe ribaltato tutto quello che stavamo costruendo innocentemente.

Ma non me ne importava, era esattamente quello che volevo fare e che lui voleva fare.

Finalmente, sentì le sue labbra premute sopra le mie e lentamente iniziammo a baciarci con una dolcezza infinita, con una passione che non avevo mai avuto con nessuno, con l'amore che non avevo provato con nessuno mai nella mia vita.

Volevo solamente che il tutto potesse non finire mai, o meglio, che almeno durasse al lungo.

...

SPAZIO AUTRICE :
No, io sono più o meno di parola con i/le miei/mie lettori/lettrici, quindi non me ne frega se é un orario davvero indecente, ecco a voi il doppio aggiornamento 😎
Spero proprio che vi sia piaciuto questo capitolo anche perché ci sono voluti ben 23 capitoli per farli baciare HAHAHAHAH 🤣🤣
E beh, nulla, adesso buonanotte perché é mezzanotte e dieci minuti e mi state maledicendo in tutte le lingue del mondo si perché vi sto sentendo HAHAHAHAH
Ve saluto e ve ringrazio!
//Clelia🌹🌹

Comunque vada, con te. ||Ultimo||Where stories live. Discover now