Capitolo 17.

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Niccolo's p.o.v :

<<E se non la troviamo?>> mi chiese Alessandro mentre il freddo della notte si stava facendo leggermente sentire.
<<La troveremo.>> risposi solamente mentre continuavo a camminare senza fermarmi nemmeno per un minuto.

Dovevo assolutamente trovarla.
Non mi piaceva l'idea di non averla accanto a me per molto tempo, già era abbastanza difficile sopportare di vederla per qualche minuto in quei balconi quando invece volevo che stesse di più, la consapevolezza di perderla poi solo per una cazzata adolescenziale, mi mandava fuori di testa.

<<Ehi, amico, che ne dici se rallentiamo il passo? Faccio palestra da come puoi vedere ma sono sfinito a forza di camminare così velocemente.>> disse d'un tratto il fratello di Caren.
<<Certo, scusami.>> risposi ritornando alla realtà dato che nemmeno mi ero reso conto che stessimo camminando così velocemente.

<<Sta' tranquillo, se non é in paese, sarà sicuramente nelle case abbandonate.>> aggiunsi cercando di calmarlo ma sopratutto, cercavo di calmare me in primis.
<<Case abbandonate?>> mi chiese Alessandro.

<<Si, sono giù al lido.>>
<<Allora si trova lì Caren, ha sempre avuto un debole per le catapecchie abbandonate.>> affermò il fratello.
<<Dici sul serio?!>> esclamai sbarrando i miei occhi.

<<Si, credo di si.>> rispose infine Alessandro.
<<Allora andiamo!>> strepitai prima di correre come un pazzo verso il lido.
<<Aspetta Nick!>> sentì urlare in lontananza dal fratello mentre io ero già giunto all'entrata della spiaggia.

Caren, dove sei?
Caren, Wendy, dove ti ha nascosta Capitan Uncino?

Mi volta in tutte le direzioni di tutte le abitazioni abbandonate di quella spiaggia ma non riuscì a capire dove potesse trovarsi la mia Wendy.

Alché c'era solo una soluzione per capire dove fosse.

<<Caren!>> urlai a pieni polmoni.

* * *

Caren's p.o.v :

Se fossi tornata a casa, tutto sarebbe ritornato come prima : mia madre che preferirà sempre e solo Trevis, io in gabbia e mio fratello che mi chiederà ogni minuto se sto bene e io gli mentiró sempre.

Se fossi ritornata a casa, avrei potuto rivedere Niccoló e dirgli quanto mi fosse mancato in quelle ore dove tutto mi aveva fatto più schifo del solito e che avevo capito che forse, meritava una possibilità di entrare nella mia vita.

Se fossi ritornata a casa, tutto forse mi sarebbe stato più chiaro, solo che io non volevo ritornare in quella gabbia, io volevo volare via e se fossi tornata lì dentro, non avrei potuto farlo.

<<Caren!>> sentì d'un tratto una voce troppo riconoscibile che mi fece sobbalzare dal punto in cui mi trovavo seduta a terra in un angolino di quella casa.

<<Caren, esci fuori!>> di nuovo urló quella voce che mi fece riprendere tutti i battiti del mio cuore fermo da troppo tempo.

Era la voce di Niccoló.
Ma come aveva fatto a salere che ero scappata? E sopratutto, come aveva fatto a trovarmi.

<<Caren, dove sei?!>> sentì stavolta la voce di nio fratello ma più lontana da quella di Niccoló.

Di scatto, mi alzai facendo cadere qualche pezzo di legno dal tetto per il mio movimento troppo veloce e per poco non mi feci un danno assurdo alla testa.

A quel rumore, Niccoló urló "Eccola! È laggiù!" e subito dopo, come un lampo, corsi verso l'uscita di quella casa e mi ritrovai Niccoló con il fiatone esattamente come me che ci fissavamo imbambolati senza dire niente.

<<Car...>> stava per dire ma io lo bloccai da un mio gesto inaspettato.

Lo abbracciai.

Mi ritrovai stretta stretta alle sue braccia al punto di non riuscire a respirare perfettamente ma non me ne importava molto perché tanto io mi sentivo di nuovo al sicuro.

<<Ti prego, non mi far prendere più infarti simili, ti scongiuro, non ho l'età.>> disse Niccoló mentre aveva il suo viso nascosto fra i miei capelli e la sua voce usciva ovattata.

<<Scusami, non volevo farti preoccupare.>> risposi solamente io rimanendo ancora fra le sue braccia.

<<Caren!>> urló poi la voce di mio fratello facendoci staccare di colpo.
Mi voltai e vidi mio fratello correre come un mattl verso me e Niccoló e subito dopo abbracciai anche lui.

<<Dannazione, ma che ti dice la testa!>> esclamó mio fratello mentre mi stritolava letteralmente.
<<Scusami, Ale, scusami.>> riletevo solamente.

<<Torniamo a casa, dai.>> disse infine prendendomi le spalle attorno al suo braccio.
Mentre camminavamo, cercai di voltarmi per vedere Niccoló e mi accorsi che era rimasto fermo in quella casa a fissare me e mio fratello con un sorriso perfetto stampato in viso.

<<Caren, la mamma ha detto che cercherà di cambiare pensiero... ha detto che é solo colpa sua se sei scappata...>> iniziò a dire Alessandro.
<<Va bene Ale, ho capito. Adesso voglio solo ritornarmene nella mia stanza, sono sfinita.>> risposi solamente sospirando.

<<Si, si, lo capisco.>> lo vidi sorridere.

In realtà volevo solo passare il resto della notte con Niccoló sul suo balcone.
Non desideravo nient'altro.

...






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