7. Speranza

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"Charlotte" qualcuno la stava chiamando ma non riusciva a mettere a fuoco cosa stesse succedendo.
Si trovava da sola, in piedi nel bel mezzo della sua stanza.
"Charlotte" ancora.
"Charlotte" la voce era sempre più vicina.
Si girava attorno per capire da dove provenisse.
Poi si trovò faccia a faccia con Victoria e allora capì che si stava trattando di un sogno.
"Ti sei già dimenticata che puoi metterti in contatto con me?" le chiese ironicamente.
"Si ma questo deve per forza accadere di notte?" le rinfacciò.
"In pratica no ma è buffo svegliarti nel bel mezzo della notte...non sono qua per questo..."
"E allora per cosa sei qua?"
"Il libro che hai trovato non è quello giusto, sapevo che sareste arrivati al Sanctum Sanctorum ma non pensavo che proprio tu ti saresti fatta ingannare da un semplice titolo o una semplice copertina..."
"Puoi essere più specifica?"
"Dovete ritornare là e cercare meglio, il libro è più vicino di quanto pensiate, dovete solo aprire un po' di più gli occhi" rispose lasciando la questione ancora incerta.
Charlotte non fece nemmeno in tempo a ribattere che Victoria era già scomparsa.

Charlotte si svegliò di colpo, sentendosi fissata da Pietro che, sentendola agitarsi nel sonno si era seduto sul pavimento vicino a lei.
<tutto bene?> chiese il ragazzo con fare assonnato.
<si torna pure a letto...> disse lei riprendendo fiato.
<non mi sembra che tu stia bene, tieni> disse passandole una coperta più pesante.
Charlotte stava tremando.
<sto bene è solo che...devo ancora abituarmi agli effetti collaterali di questo mio strano potere> disse stringendosi a se di più la coperta.
Istintivamente Pietro le mise una mano sulla fronte per sentire se aveva la febbre.
<Pietro? Non ho la febbre...>
<Volevo solo controllare> rispose sorridendole.
"Come faceva ad essere così carino anche alle tre e mezza di mattina?" si chiese tra se e se Charlotte.
<Cosa è successo nel sogno?> chiese Pietro infine sedendosi sul letto affianco a Charlotte.
<Semplicemente abbiamo preso il libro sbagliato...domani, o meglio, quest'oggi torniamo a cercarlo ora però dormiamo...> disse lei lasciandosi cadere sul cuscino.
<va bene> disse Pietro alzandosi e spegnendo la luce.

4:12 di mattina

<Pietro?> chiese Charlotte aspettandosi nessuna risposta.
<Si?> rispose lui.
<Non riesco a dormire> disse sbuffando la ragazza.
<Nemmeno io...>
Charlotte accese la luce e fece segno a Pietro di andare sul letto vicino a lei.
<Raccontami qualcosa> disse lei circondandosi nelle coperte.
<Cosa?>
<Quello che vuoi...>
<Ho capito la tua tattica...vuoi che ti racconti tipo una storia per farti addormentare? Charlotte non sei una bambina> disse lui ridendo seguito da lei.
<Veramente volevo sapere qualcosa in più su di te...ma se vuoi raccontarmi Cenerentola a me non dispiace>
<Non c'è molto da sapere su di me...pochissime cose in verità> rispose il ragazzo guardandola negli occhi.
Charlotte sentiva qualcosa che non sentiva da tempo, qualcosa che per lei era veramente strano.
<allora vada con Cenerentola!> disse Charlotte entusiasta come non mai.

<non può essere vero!> disse Charlotte.
<invece si, credici.> rispose lui ridendo trascinando anche lei.
<quindi la matrigna cattiva tagliò le dita alle figlie per far entrare i loro piedi nella scarpetta di cristallo? Questa non la sapevo.> disse sorpresa <ma che razza di storia è? Insomma io conosco la classica ma...wow, non guarderò mai più Cenerentola.> affermò sistemandosi meglio sui cuscini.
Pietro la guardava come incantato, come se fosse lui ad avere una principessa davanti e Charlotte se ne accorse perché cercò di girare la testa.
<Che ne dici se dormiamo? Si sono fatte le 4.36 di mattino> chiese Charlotte guardando la sveglia.
<Hai ragione, notte Cenerentola.> disse alzandosi e tornando a letto.
Charlotte spense la luce e si addormentò pensando a come lui l'aveva chiamata.

9.30 di mattina

La sveglia suonò puntuale come sempre.
Charlotte si alzò di colpo sapendo che da un momento all'altro sarebbero entrati o Tony o Steve per controllare che stesse bene.
Aspettò qualche minuto ma non entrò nessuno.
Si alzò dal letto con la testa che le faceva malissimo e andò a farsi una doccia. Si cambiò e tornò in stanza. Pietro ancora dormiva. Decise di lasciarlo dormire e lei andò nella sala comune a vedere se c'era qualcuno.
Vide Natasha seduta con la testa persa nel vuoto.
<Nat?> Charlotte la chiamò avvicinandosi con cautela.
<Buongiorno Charlotte.> disse lei sorridendole come faceva sempre.
Charlotte si accorse che Nat stava perdendo ogni speranza e, se Nat si stava arrendendo vuol dire che il resto del gruppo si era già arreso.
<Dove sono gli altri?> chiese guardandosi attorno.
<Steve è...non lo so, non lo vedo da ieri pomeriggio, si è rinchiuso nella sua stanza e non è più uscito da lì.> rispose lei sempre fissando il vuoto davanti a lei e tenendo stretta una tazza di caffè ormai fredda.
Charlotte si sentiva tremendamente in colpa. Doveva dirlo che forse c'era un modo per tornare indietro ma allo stesso tempo non voleva dire che Pietro era vivo. Gli Avengers le avrebbero proibito di lavorare con lui perché sarebbe stato troppo rischioso. Se lo avrebbe detto a Nat o a Steve di sicuro si sarebbero imposti ma se forse lo avesse detto a Tony le cose sarebbero andate diversamente.
<Per caso sai dov'è Tony?> chiese per ultimo.
<Nel suo ufficio.>
<Va bene, grazie.> le sorrise andandosene <Nat> la richiamò. Lei voltò lo sguardo verso Charlotte <sistemeremo tutto. Promesso.> e se ne andò.

Charlotte raggiunse l'ufficio di Tony e bussó.
<Avanti.> disse lui.
Quando entrò lui stava tenendo in mano una foto di lui e di Pepper, nel giorno del loro fidanzamento, a poco si sarebbero dovuti sposare.
<Char, tutto bene? Accomodati pure.>
Lei si sedette davanti a lui.
<Non voglio girarci troppo intorno. Andrò dritta al punto. C'è un'altissima probabilità di far tornare tutto come prima.> disse lei tutt'un fiato.
Lui la guardò più serio. Quando la guardava così voleva dire che era concentrato e che la stava ascoltando seriamente.
<Non posso entrare troppo nei dettagli ma posso assicurarti che un modo c'è e ci sto lavorando per far in modo che funzioni...diciamo che mi sono messa in contatto con qualcuno che sa come fare tornare tutto a posto...è un po' lunga come cosa da spiegare solo che sto cercando di far funzionare il tutto.>
<Chi sarebbe questa persona?> chiese lui.
<Non te lo posso dire ma ti devi fidare.>
<Come faccio a fidarmi se non so nemmeno di chi si tratta?> chiese con il suo modo di fare arrogante. Senza Pepper e senza gli Avengers che lo tenevano a bada Tony sta ritornando la persona che era prima.
<Tony fidati e basta okay? Sistemeremo tutto. Te lo prometto.>
<Charlotte> le prese la mano e la guardò negli occhi <non fare promesse che non puoi mantenere>.
Detto questo Charlotte si alzò guardando Tony che aveva ripreso il quadro di lui e Pepper.
Uscì dalla stanza senza nemmeno salutare e sbattè la porta.

Tornò in camera per vedere se Pietro si era svegliato ma quando varcò la soglia vide che Pietro non c'era più. Iniziò ad agitarsi. Poi si aprì la porta del bagno e uscì Pietro con solo un accappatoio a coprirgli il basso ventre e metà gambe.
Charlotte distolse lo sguardo imbarazzata.
<Mi sono fatto un bagno spero non ti dispiaccia.> disse lui passandosi una mano tra i capelli.
<Oh no tranquillo.>
In quel preciso istante però qualcuno entrò nella stanza.
<Thor?> disse Pietro guardandolo.
<Lady Charlotte.> la salutò poi guardò il ragazzo <Pietro?> rimase a bocca aperta.
<Oh merda.> rispose Charlotte.
Tutti e tre rimasero in piedi a guardarsi negli occhi cercando di capire cosa stesse succedendo.

Angolo autrice:
Okay è passato più di un mese dall'ultimo capitolo e sono veramente imperdonabile ma ho avuto problemi seri che non mi hanno lasciato tempo nemmeno per me quindi scrivere è stato abbastanza faticoso ma ora sono qua e aggiornerò molto più spesso🌸💕

La figlia del Soldato d'InvernoWhere stories live. Discover now