Prologo

8.6K 314 50
                                    

Nevicava.
Eccome se nevicava.
New York non vedeva una nevicata così forte da almeno cinque anni.
Charlotte si era rintanata nel piccolo e accogliente bar a Brooklyn. Teneva in mano una fumante tazza di cioccolata calda ricoperta di panna mentre stava guardando la neve che leggera di posava al suolo

Charlotte, o Char come la chiamava la sua migliore amica, non era diversa dagli altri adolescenti della sua età, amava leggere e scrivere, a scuola aveva vinto più volte premi per il suo enorme talento nella poesia, amava cantare, pure se era una frana, amava ballare e divertirsi. A scuola non era famosa, anzi, il suo interessamento nella letteratura l'aveva avvicinata di più al gruppo dei nerd, cosa che a lei non dispiaceva affatto, ma nessuno la odiava, era solo indifferente. E a lei piaceva così.
Non era né ricca né povera, non aveva una villa o vestiti firmati e non organizzava nemmeno super feste, era una ragazza tranquilla, un po' spaventata dalla società dei giorni nostri.
Ma lei si piaceva e questo era ciò che importava di più.

Char non si ricorda molto dei suoi genitori, anzi non si ricorda proprio nulla della madre, come se non esistesse, invece del padre ricorda ben poco. Ricorda i suoi capelli lunghi e i suoi occhi chiari, il suo sguardo, molte volte confuso, altre volte impassibile ed altre volte ancora felice. Quello è il suo ricordo migliore. Si ricorda che si chiama James ma che lei lo chiamava sempre e solo "papà" e si ricorda del suo braccio, il suo braccio di metallo, il braccio che la teneva stretta durante i suoi incubi e il braccio con cui lei si divertiva sempre a giocare.
Lei sapeva anche di non essere nata in America, in realtà era nata in Russia, se lo ricorda bene, quando suo padre parlava con delle persone in una lingua incomprensibile per una bambina di appena sette anni.

Poi il vuoto. Nero.

Una lacrima le scese da viso mentre ricordava quei pochi ma bellissimi momenti con suo padre mentre teneva ancora stretta tra le mani la tazza di cioccolata calda che ormai si era raffreddata. La bevve velocemente e poi uscì correndo cercando di raggiungere casa il più veloce possibile.

Charlotte da quando era a New York non aveva avuto una sola famiglia, ma diverse, e nonostante loro le volessero bene lei non riusciva a vederli come una famiglia, la sua unica famiglia era suo padre e lei, dopo dieci anni, era intenzionata a trovarlo.

Perché la caccia è appena iniziata.

Spazio autrice
Allora questo è solo il prologo, dal prossimo capitolo la storia inizierà ad essere più avvincente.
Un'ultima cosa: Charlotte in teoria dovrebbe leggersi all'Inglese ma poi siete liberi/e di leggerlo come volete

La figlia del Soldato d'InvernoWhere stories live. Discover now