Cap.36

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28 gennaio, 00.32

Eren

Finalmente sentii la botola aprirsi sopra la mia testa.

Saltai fuori lasciandola ricadere sotto il peso del tappeto e subito mi si parò davanti una scena che non fece altro se non alimentare l'adrenalina e la rabbia che si contorcevano nel mio stomaco.

Kenny, chino sul mio Levi, che gli teneva un coltello sulla gola.

Si voltò appena verso di me, con una vaga aria interrogativa nell'unica iride rossa che potevo vedere da lì:- Energia demoniaca?

Levi, se possibile, sbiancò ancora di più:- Eren...

Lentamente, con un dolore terribile nel petto per essere costretto a fare quella messa in scena, sfoderai uno dei migliori sorrisi sadici che solitamente appartenevano al demone:- Quel mocciosetto mi ha dato da fare stavolta...

Vidi Kenny sorridere:- Bene. Appena finirò questo qui ci riuniremo.

Mi sentii gelare il sangue nelle vene:- No!- esclamai, correggendo subito il tono - Voglio anche io la mia parte, lasciamelo portare fuori.

Lo schifoso sorriso di Kenny si allargò, mentre mi passava il coltello:- Tutto tuo. Aspettami là, ci metterò un po' per sistemare il casino che mi ha fatto in faccia.

Mi avvicinai a lui, mentre le lacrime minacciavano di scendere ancora, e lo feci alzare tenendo la presa salda sul coltello, per poi uscire, sotto la tempesta che imperversava da ore.

Subito sentii il tessuto dei nostri vestiti bagnarsi e diventare pesante.

Levi si contorse appena, sibilando:- Stronzo. Ridammi Eren o giuro che ti spello vivo.

Avvicinai la bocca al suo orecchio e sussurrai:- Levi... Levi, sono io. Reggimi il gioco.

I suoi muscoli si rilassarono, mentre un singhiozzo mi scuoteva il corpo:- Scusa. Io... Non ho trovato nulla là sotto. Non mi posso liberare di questa cosa.

Levi allungò una mano, piano, sul mio braccio reso scivoloso sotto la pioggia:- Ma sei venuto qui. Hai preso il nulla che avevi in quel seminterrato, hai mosso il culo, e sei venuto a salvarmi. È questo fa di te tutto, tutto, apparte un demone.

Altro singhiozzo. Abbassai la mano con il coltello dal suo collo, lasciandolo scorrere le mani gelate sulla mia pelle bagnata.

Si voltò all'improvviso verso di me:- Eren.

- Non dovresti stare qui quando puoi scappare.- risposi.

Ma nel suo sguardo qualcosa si sciolse, mentre, avvicinando il viso al mio, nell'ombra tagliata dai fanali delle auto, mi mormorava:- Non fare il mio stesso errore. Come tu non hai laciato me, io non lascio te. E questa promessa te l'ho già fatta. Insieme.

Poi sentii le sue labbra posarsi sulle mie, sotto la pioggia che ormai ci aveva bagnati completamente.

E ci muovemmo piano, fino a far scattare quel piccolo ingranaggio che faceva corrispondere due componenti diversi.

Sentii le sue mani che scorrevano sinuose fino all'orlo della felpa, per poi infilarsi sotto di essa e tracciare con le dita linee invisibili sulla mia schiena.

Avanzò di un passo, ed io automaticamente arretrai di uno, ritrovandomi con le spalle al muro.

In quel momento, pensai che tutta la storia del demone, di Kenny e delle morti, fosse solo un brutto sogno mai esistito.

Ansimai nel bacio quando avvertii il suo ginocchio muoversi piano tra le mie gambe.

Un tuono scosse l'aria, e, almeno in parte, mi riportò alla realtà, costringendomi a lasciare le sue labbra per dire:- Levi, non... Ah... Possiamo, qui.

Per un attimo sembrò quasi che avesse l'espressione contrariata di un bambino, ma poi, quando parlò, la sua voce era composta come al solito:- Sì, giusto. Mi sono fatto prendere la mano.

- ...il ginocchio.- precisai, ironicamente. Cosa che mi fece guadagnare un colpetto sulla tempia.

- Taci, Moccioso. O la prossima volta mi prende la mano davvero.

Ridacchiai, sapendo che, anche se nell'ombra non lo potevo vedere, anche lui stava sorridendo.

- Ok.- ripresi infine - che si fa ora?

Lui si appoggiò al muro, affianco a me, sotto il piccolo spazio che offriva un lieve riparo dalla pioggia:- Non possiamo scappare ancora, ci troverebbero. E d'altronde dobbiamo ancora passare di sotto a recuperare la Quattrocchi.

Rabbrividii sotto le gocce gelide di gennaio:- Ma non possiamo combatterli tutti. ...No?

Levi parve farsi pensieroso per un momento, poi scosse la testa, facendo cadere gocce luccicanti dalle sottili ciocche nere:- Dobbiamo solo sbarazzarci di Kenny. E con "sbarazzarci" intendo ucciderlo una volta per tutte.

Voltai la testa verso di lui:- Non credi valga la pena di salvare tuo zio per quello che era? Come vogliamo salvare me?

Lui scrutò la pioggia infrangersi a terra, sull'erba rinsecchita e selvaggia, e rispose:- No. Lui... Ha ceduto. Tu continui a combattere il demone, ma lui non lo vuole fare. E non possiamo salvare qualcuno che non vuole essere salvato.

Per un momento ripensai a quel pomeriggio, all'ospedale psichiatrico, quando avevo desiderato ardentemente di lasciar andare tutto.

Ma io volevo essere salvato, in ogni caso.

Annuii cupamente:- Sì. Allora se è la cosa migliore da fare facciamolo.

Psycho || Ereri ||Where stories live. Discover now