cap.9

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[Qualcuno ha fatto un infarto? Beh, è la vostra occasione per resuscitare :3]

8 ottobre, 12.48

Levi
Fu un secondo, talmente veloce che non seppi come reagire.

Me lo trovai addosso, con le braccia attorno al mio collo e la testa appoggiata sul suo braccio, vicino alla mia.

Le guardie misero le mani sulle armi, ma non serviva.

Lentamente, appoggiai le mani sulla schiena di Eren e sentii un brivido correre sulla sua colonna vertebrale:- Oi, Moccioso.

La sua voce arrivò al mio orecchio in un sussurro:- Levi. Uccidimi. Ti prego, la prossima volta uccidimi.

Non risposi, rimasi a fissare il vuoto, ed immaginai il mondo senza il demone a perseguitarmi la vita da vivere in pace e le notti di sonno senza incubi e deliri.

E poi immaginai il mondo senza quelle due gemme verdi che brillavano anche per una piccola cosa e le giornate normali, una uguale all'altra.

E strinsi la presa sulla schiena di Eren:- No.

- Levi...

- No. Non voglio farlo. Ucciderò il demone, ma non te. Non so come, ma lo farò.

- Ti odio.- piagnucolò nel mio orecchio.

Piano, gli accarezzai quasi inconsciamente la schiena:- Odiami da vivo.- sussurrai.

Un singhiozzo gli scosse il corpo, ed allora lo tirai impercettibilmente più vicino:- Moccioso, non piangere. Non so come si consola la gente che piange.

Dopo una risata rotta dalle lacrime, disse:- Lo stai già facendo.

- Oh, ok.- e feci scorrere ancora le mani sulla sua schiena.

Il mondo sembrava non esistere più attorno a noi, non mi importava che le guardie ci stessero guardando, non mi importava che la vita era la merda che era.

Tutti i problemi, tutto lo schifo, tutto l'universo si era ridotto a me e lui, come fossimo bloccati nel tempo.

Me e lui.

Eren
Restammo così per un tempo infinito, anche se a me sembrò comunque troppo poco.

Levi continuò a spostare le mani sulla mia schiena, in silenzio, fino a quando non mi calmai e il mio respiro tornò regolare.

Tentai di restare in quella posizione per un altro po' e lui, vedendo che non davo segni di cedimento, mi tentò:- Forse qui fanno anche la cioccolata calda.

Mi staccai d'istinto a velocità sonica e saltellai un paio di volte sul posto:- Cioccolata!

Levi arricciò un angolo della bocca:- Certo che sei proprio un moccioso.

Misi il finto broncio e lui alzò gli occhi al cielo, mentre riprendeva a camminare, evidentemente aspettandosi che l'avrei seguito, cosa che non esitai a fare.

Mi chiesi per un momento come faceva a fare quell'effetto.

Con i movimenti che assumevano un eleganza degna di passerella, i capelli corvini ondeggianti sulle tempie e la pelle stranamente chiara rispetto alla mia.

Il momento, però, passò in fretta ed il mio cervello tornò alla cioccolata.

...

8 ottobre, 22.03

Eren
Il freddo del pavimento non era un problema.

Era molto più terrificante il buio attorno a me, le catene tornate sui miei polsi poche ore prima, la paura che il demone tornasse.

Stavo lì nell'ombra, in silenzio, ad aspettare che quella cosa mi trascinasse ancora una volta nel tunnel di immagini e sangue, sudando freddo.

Ed allora una voce, anzi la sua voce interruppe quell'incubo:         - Moccioso. Sei sveglio?

Sorrisi, anche se sapevo che non poteva vedermi:- Sono sempre sveglio.

- Tutto ok?

- Sì. Arriverà secondo te?

Non ci fu bisogno di dire cosa, Levi rispose subito:- Penso di no. Dopo l'ultima volta credo ci penserà un paio di volte prima di tornare.

Sospirai:- Se lo dici tu...

- Eri sveglio per questo?

- Sì.

Per un momento ci fu solo il silenzio, ancora una volta, e poi Levi chiese ancora:- Vuoi che venga lì?

- Accendi la luce.- risposi, pensando che così sarebbe stato più facile sia per me che per lui.

- Non posso. È saltata la lampadina.- replicò lui.

Sospirai, rassegnato:- D'accordo. Vieni.

Psycho || Ereri ||Where stories live. Discover now