cap.3

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23 settembre, 21.35

Levi
In un colpo mi ritrovai catapultato nel mio corpo, a stringermi il braccio sanguinante.

Esaminai la ferita, cercando di capire quanto fosse grave. Alzai lo sguardo solo quando sentii le catene cadere a terra.

Vidi quel ragazzo in ginocchio, con lo sguardo basso sulle sue mani.

Feci un passo indietro, con il terrore di incontrare di nuovo quegli occhi rossi e folli, in grado di bruciare anche l'oscurità.

Poi Eren alzò lo sguardo e non vidi il demone.

Aveva gli occhi di un verde intenso, velati di lacrime, che emanavano la consapevolezza di una terribile verità.

Guardò me, poi vide il mio braccio e parlò, in un solo sussurro rotto appena udibile:- Scusa.

Ed una lacrima luccicante scivolò vicino alla sua bocca mescolandosi al mio sangue, per poi infrangersi sul pavimento.

- Scusa. Scusa. Io... io lo odio... scusa...- tornò a guardarsi le mani.

Sospirai.

Asciugai il sangue sulla mia maglietta, non potevo essere incazzato con qualcuno che non aveva il minimo controllo di se stesso.

Mi accucciai di fronte a lui e dissi, nel tono più pacato e neutro possibile:- Scuse accettate. Magari non è nemmeno colpa tua.

Alzai una mano, ma prima di toccarlo chiesi:- Posso?

Eren scosse la testa:- Vattene. Sparisci da qui. Non so come e perché ci sei arrivato, ma devi andartene.

Mi alzai:- Senti...

- VATTENE! VAI VIA E NON TORNARE! TI UCCIDERÀ SE RESTI QUI, HAI CAPITO!? VATTENE!

Allora mi voltai ed uscii da quella stanza, lasciandomi alle spalle un ragazzino in lacrime, a fare i conti con il suo demone come mi aveva chiesto.

Non ero tenuto a fare qualcosa.

Non ero io il terapeuta.

Non ero io l'eroe.

...

24 settembre, 11.42

- E allora?

- Hanji. Io ti ammazzo.

- Aspetta. Sei serio?

- No!

- Ah, bene. Pensavo di dovermi preoccupare.

Mi sbattei una mano sulla fronte, lasciando Hanji a smanettare sulle immagini delle telecamere di sicurezza dei sotterranei.

Quella donna doveva farsi curare. Seriamente.

Spostò lo sguardo su di me e i suoi occhiali rifletterono la luce dello schermo:- Dicevi che l'hai incontrato, giusto? Che ha detto?

Ripensai ad Eren, a come sembrava distrutto dopo che il demone l'aveva controllato e risposi:- Il demone non ha parlato. Ma Eren sì.

- Che ha detto?- ripeté lei, scribacchiando su una cartella molto più spessa della mia.

Io continuai:- Mi ha chiesto scusa, ha pianto e poi... mi ha detto di andarmene. Più in fretta che potevo e di non tornare. Che se fossi tornato "Lui" mi avrebbe ucciso.

Hanji annuì, pensierosa:- Quindi è sicuro che Eren non collabora con la cosa che lo possiede. E... aspetta.

Spalancò gli occhi e scattò in piedi:- Hai detto che è tornato in se dopo che ti ha morso, giusto?

Annuii. Forse per una volta quella Quattrocchi sarebbe giunta ad una conclusione provata e fondata.

- Sapevi che tutte le volte che Eren sentiva il sapore del sangue restava un demone ancora più a lungo? Ma con te non è andata così.

Inarcai un sopracciglio:- Arriva al dunque, Quattrocchi.

- Sì sì, ora ci arrivo. Tutte le cose che hai scritto e detto, le diceva anche Eren. Quel motivetto... lo avete canticchiato entrambi. Solo che tu non avevi idea di cosa significasse, per il semplice motivo che tu non l'avevi mai pensato, ma il demone sì.

Hanji prese a scrivere furiosamente su quella cartella strapiena, che doveva essere quella di Eren, mentre spiegava:- Quindi, in sintesi, tu e il demone siete collegati. Il demone ha posseduto Eren. Tu ed Eren impazzite in simultanea.

- Cosa?!- sbottai, scioccato.

Hanji mi guardò:- Fermo. C'è una leggenda che sostiene che tutte le anime dannate, ovvero i demoni, siano collegate inevitabilmente con un umano di stirpe pura, ovvero discendente da un angelo caduto.

Appoggiò le mani sulla scrivania e disse, più seria di quanto l'avessi mai vista:- Ora, non so quale tuo avo fosse un angelo caduto, ma tu sei collegato a quel demone. E quindi ad Eren.

Feci per parlare, ma lei mi bloccò:- E sai che altro dice la leggenda? Che più il demone e l'umano si avvicinano, più reagiscono alla presenza dell'altro, ma solo se si feriscono a vicenda il demone si placa. Tu sei peggiorato da quando sei qui, giusto?

Sospirai:- Sì. Ma Hanji... stai basando una soluzione su delle favole della buona notte che parlano di angeli e demoni.

- Sai, spesso gli adulti sottovalutano le favole.- replicò, con un sorriso stranamente nostalgico, poi aggiunse:- Vado a sentire Eren. Poi saprò dirti.

E mi lasciò lì, seduto nel suo ufficio, a pensare che ero collegato ad un demone, e che quel demone si placava solo ferendomi.

E che, forse, le favole erano realtà.

Angolo pinguina:
Allorah.
Ringrazio le personcine pellissime che hanno votato e messo negli elenchi di lettura ٩(♡ε♡ )۶
E niente.
SIETE BELLISSIMI UNICORNIH.

Psycho || Ereri ||Where stories live. Discover now