cap.4

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24 settembre, 12.08

Eren
Sentii la serratura della porta scattare ed alzai lo sguardo sul metallo arrugginito.

Entrò una donna con i capelli castano scuro raccolti in una coda ed un paio di occhiali spessi sul naso.

- Ciao Eren. Mi chiamo Hanji Zöe.

Si sedette di fonte a me, a distanza di sicurezza, e, con un'espressione neutra, chiese:- Te la senti di raccontami una cosa?

Inclinai la testa da un lato:- Che ore sono?

Dovevo saperlo, per essere sicuro che il demone non uscisse. Lei mi rispose:- Circa mezzogiorno. Perché me lo chiedi? Vuoi dirmelo?

- Lui arriva solo di notte. Quindi adesso va bene. Cosa devo dirti?

Lei annuì:- Ricordi qualcosa di ieri sera?

Sbiancai. Nella mia testa corsero le solite immagini, fino al sapore del suo sangue. Era successo ancora. Avevo fatto del male a qualcuno ancora una volta.

Poi ricordai.

Non era andata come al solito. Mi ero svegliato dopo averlo morso.

Alzai la testa di scatto:- Sì. C'era un uomo, non so come sia arrivato qui, ma io... io...

Non riuscii a concludere la frase, sentii un groppo in gola e le lacrime salire:- Io...

Hanji venne un po' più avanti, verso di me:- Eren, ascolta. Se non riesci a raccontarmi tutto non c'è problema. Verrò domani, ok?

Scossi la testa:- No! Io l'ho morso!- sputai fuori - E poi Lui se ne andato.

- L'uomo se ne è andato?

- No... Lui è quella cosa per cui ci sono queste.- scossi le catene.

Hanji continuò:- D'accordo. E poi che è successo?

- Lui se ne è andato e poi io ho mandato via l'uomo.

La donna annuì:- Ok. Ho capito. Per ora io vado, d'accordo?

Annuii:- Ok.

E la guardai uscire.

Pregando che non tornasse.

Che non tornasse nessuno.

...

2 ottobre, 16.23

Levi
Ero nel solito posto, seduto sul pavimento con un libro in mano, quando vidi Hanji venirmi incontro con un sorriso stampato in faccia.

Sbuffando mi alzai dal pavimento:- Che c'è, Quattrocchi?

- Ho un'idea.- disse con un luccichio strano nello sguardo.

- Mi preoccupano le tue idee, sai?

- Mi odierai.

La corressi, mentre andavamo verso il suo ufficio:- Ti odio già.

Appena chiuse la porta, isolando il nostro discorso da orecchie indiscrete, chiesi:- Allora, è da più di una settimana che non dici nulla. Che hai scoperto?

Lei sorrise, euforica:- Ho parlato al direttore e lui ha acconsentito a lasciarmi fare un po' di esperimenti.

Generalmente quell'uomo non faceva cose stupide ma... come aveva potuto pensare di lasciare Hanji fare "un po' di espetimenti"?

Sospirai, rassegnato:- E in cosa consisterebbero questi esperimenti?

Hanji abbassó lo sguardo, grattandosi la testa:- Ehmm... dovresti... ecco... convivere con Eren.

Concluse la frase con un tono vagamente interrogativo come per chiedermi il permesso. Le lanciai lo sguardo più fulminante del mio repertorio, e sibilai tra i denti:- Cosa significa, convivere con Eren? Sei uscita di testa, Quattrocchi?

Sotto il mio sguardo lei si stampò faccia un sorriso innocente e rispose:- Non sarà per molto, Levi. Saranno solo pochi giorni, monitorati secondo dopo secondo.

Allora sbottai:- QUATTROCCHI! TI AMMAZZO!

E lei, con uno scatto fulmineo, afferrò la mia cartella e, penna alla mano, mi minacciò:- Io scrivo e ti mando giusto qualche piano più giù.

Serrai la mascella:- Prega che niente vada storto, Quattrocchi. Prega con ogni poro di te. Perché se quella cosa mi attacca, io mi difenderò. O lui, o io. Intesi?

Hanji annuì, evidentemente soddisfatta, e dichiarò allegramente: - Bene, allora tu vai con Ernie a prendere le tue cose ed io vado a parlare con Eren.

Le risposi con un paio di insulti e mi diressi verso la porta, per poi incontrare quello che, evidentemente, era Ernie e seguirlo verso camera mia.

Mentre camminavamo lui ruppe il silenzio:- Mi hanno detto che ti trasferiscono con Jeager.

- Già.

- Non sembri preoccupato... io al posto tuo sarei già evaso.

Girai la testa e puntai gli occhi sulla guardia:- Senti. Non credo tu l'abbia visto anche quando il demone non c'è. E lui, Eren, è un ragazzino.

Ernie fece un'espressione smarrita:- Il demone?

- Sì. Eren non è sempre un mostro. Là sotto c'è un ragazzino completamente innocente, ok? Quindi stia zitto.

Non parlò più.

Eren
- Ciao Eren.

Alzo lo sguardo su Hanji che è entrata con un sorriso leggero sulle labbra:- Ciao.

Lei si sedette, più vicino dell'ultima volta, e mi spiegò:- Sono venuta per chiederti una cosa. Quindi, forse sto trovando un modo per fermare il tuo demone, d'accordo?

La sola idea di fermarlo, e di non averlo più dentro mi fece raddrizzare la schiena:- Oh. E cosa dobbiamo fare?

Hanji divenne seria:- Ricordi l'uomo che hai incontrato la scorsa settimana?

Annuii e lei continuò:- Sarà necessaria la sua collaborazione. Vivrà qui con te per pochi giorni, e noi vi sorveglieremo sempre.

Ebbi un tuffo al cuore. Vivere con me era pericoloso, tanto tanto pericoloso. Non volevo fare male a qualcuno, ancora, e avevo paura che succedesse:- Sei sicura che non sarà pericoloso?

- Certo Eren. Tranquillo. E poi Levi mi ha assicurato che nel caso le cose si dovessero mettere male è disposto a difendersi. È uno che sa il fatto suo. Fidati.

Annuii, titubante, ma forse Hanji stava trovando un modo per togliermi quella cosa da dentro, per liberarmi di un peso che da solo non riuscivo a sostenere.

Potevo rischiare per quella volta.

Lei si alzò e fece per uscire, ma la richiamai:- Hanji.

- Sì?

- Grazie.

Lei si aprì in un sorriso sincero, non uno di quei sorrisi tirati che spesso facevano i terapeuti, era un sorriso vero al cento per cento:- Grazie a te Eren. Sei speciale, credo che tu debba saperlo.

- Io?

- Certo. Non per il motivo per cui sei chiuso qui, ma perché sei ancora vivo e, ancora, vuoi riuscire a liberarti del demone. Sei speciale, Eren.

Ed allora uscì dalla stanza, lasciandomi con quelle due parole.

In tutto lo schifo in cui navigavo, lei aveva girato la situazione, proprio come farebbe una madre.

"Sei speciale."

Angolo essere oscuro:
Ciao unicornihhhhh 💙
Chiedo a voi creature mistiche se vi piacie la storia e soprattutto vi ringrazio per i voti.
Shiao
*scompare nell'ombra*

Psycho || Ereri ||Where stories live. Discover now