Capitolo 43

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Appena in tempo madonna Dio.
<Finalmente posso andare a pisciare>, esclamò scazzato ma allo stesso tempo sollevato del fatto che gli avessi aperto, Irama.

<Ciao anche a te>, gli risposi ironica alzando gli occhi al cielo.
Poi entrò Valentina che mi rivolse un ghigno, come a dire "eh sporcaccioni", e senza che lei osasse proferire parola le diedi una piccola spinta sulla spalla così da farla andare avanti e lei sorrise, avendo capito tutto ovviamente.
Infine entrarono tranquillamente Zic e Luca, facendo finta di nulla, continuando a chiacchierare come sempre.

Seguii Valentina in camera perché sicuramente sarebbe venuta a cercarmi ovunque, e mi avrebbe tirato fuori le parole di controvoglia, o lo avrebbe raccontato a tutti tranquillamente a tavola.
Mi sedetti sul letto opposto al suo, mentre lei si stava cambiando e stava sistemando la borsa di danza.
<Allora, com'è andata la serata?>, domandò lei. Era una domanda palesemente retorica, come a dire "parla, sto aspettando".

<Bah, nulla di che>, le dissi scherzando. Lei sembrò non capire il gioco e mi rivolse un occhiataccia.

<Ah, e il preservativo nel cestino? Che pensi che non l'abbia visto?>, rispose.
Mi prese di contropiede, non me lo aspettavo. Cioè, so che sarebbe venuto a saperlo, ma non così in fretta almeno.
Però pensandoci il cestino è proprio nell'angolo della porta, era facilissimo da vedere.

<Ehm...>, cercai di rompere il silenzio creatasi dalla verità.

<Dai sto scherzando. Dimmi tutto>, mi tranquillizzò, rivolgendomi un sorriso comprensivo e sedendosi accanto a me sul letto, mettendomi una mano sulla gamba.

<Se proprio devo dirti la verità, è stato fantastico. Altro che Keanu>, le dissi facendo delle smorfie ripensando a lui.

<Hai capito te l'Emmina tranquilla qua>, mi rispose, rivolgendomi una faccia sorpresa.

<Eh vabbè dai>, le dissi facendo spallucce.

<Non ti chiedo altro perché sennò va a finire male. Io vado a dormire, notte Emmi>, mi rispose finendo il discorso lì, dandomi un bacio sulla guancia e rintanandosi in bagno.
Io tornai in cucina dove c'era Biondo che stava cominciando a sistemare.
Raccolsi le decorazioni da terra e dai muri che erano state appiccicate, spensi le candele, buttai via quelle consumate mentre posizionai in varie parti della casa quelle più belle, e più profumate.

C'erano alcuni palloncini per terra. Mi venne un idea.
Ne raccolsi uno da terra e con un colpetto glielo lanciai sulla schiena a Biondo. Lui si voltò e con una faccia da sfida, me lo lanciò di ritorno.
Andammo avanti così per un altro paio di tiri e poi lui corse verso di me, prendendomi per i fianchi, sollevandomi, mettendomi in spalla, per poi buttarmi come un sacco di patate sul divano.
Ci scambiammo alcuni baci, alcuni approfonditi come si deve. Erano belli questi momenti, dove eravamo più scherzosi e ci levavamo il peso dalle spalle che ci dava questa scuola, ci sentivamo più leggeri, come devono essere dei ragazzi di 18 anni.

Interrompemmo questo nostro momento di gioco per tornare alle pulizie.
Biondo si occupava del resto, dei fiori, di sgonfiare i palloncini, di mettere le cose avanzate in frigo, mentre io ero l'addetta al lavaggio dei piatti.
Quando ebbe finito, venne da me e mi diede una mano ad asciugare le posate e ciò che avevamo usato per mangiare poco prima.

Dopo una mezz'ora buona terminammo e ci andammo a sedere ancora un po' sul divano.
Lui si era sdraiato, ed io mi ero appoggiata sul suo petto. Mentre lui aveva gli auricolari, e si ascoltava la musica, cosa che fa sempre prima di andare a dormire, io stavo leggendo una rivista che ci avevano portato ieri in casetta.
Quando vidi che anche Zic ed Irama erano rientrati da fuori, probabilmente stavano fumando, mossi Biondo e andammo tutti insieme a dormire, così da non far rumore quando gli altri dormivano.

Ci lavammo i denti e poco dopo ero tra le braccia di un biondino che mi stringeva forte a se, sotto le coperte.

Ci uniscono quattro muraWhere stories live. Discover now