Capitolo 41

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Era tutto perfetto. Impeccabile, ma dopotutto se lui deve fare una qualche sorpresa, la fa come si deve, senza tralasciare nessun dettaglio.

Avevo la bocca talmente spalancata che ormai il mento sfiorava il pavimento, tanto era bello ciò che stavo vedendo.
Fece lui il primo passo e mi venne ad abbracciare, vedendomi in difficoltà a muovermi. Io ricambiai subito e lo strinsi forte a me, quasi da togliergli il fiato. Dopo un lunghissimo abbraccio, e dopo esserci dondolati e coccolati abbastanza, ci staccammo. Sul volto aveva stampato un sorrisetto soddisfatto, come a dire "ho fatto centro, ci sono riuscito", che gli feci sparire subito con un bacio soave.
La mia attenzione venne catturata dal sushi sul tavolo. Venni assalita da una fame improvvisa, che qualche secondo prima non avevo, il tutto accompagnato da quella deliziosa candela e dal girasole al suo fianco, che creavano un'atmosfera molto chic, come se il ristorante si fosse trasportato qui.
La frase mi salì spontanea:
<Dai andiamo che si fredda>. Ecco, non ha bisogno di spiegazioni, fa già ridere così.

Mentre io mi stavo già avvicinando al tavolo, lui rimase fermo. Quando mi voltai aveva un espressione a metà tra il divertito e il confuso:
<Giusto, perché il sushi si fredda da oggi>, rise, avvicinandosi.
Io roteai gli occhi verso l'alto, consapevole del mio errore atomico, e mi sedetti cercando di ignorare ciò che era uscito dal mio stupido cervello.
Appena morsi il primo involtino di sushi andai in estasi:
<È buonissimo cazzo>, esclamai quasi incazzata per quanto fosse buono, e andai avanti a degustarlo con calma, davanti alla faccia divertita del biondo.
Durante la cena non potevano mancare le risatine e gli sguardi dolci, che favorivano ad aumentare l'atmosfera amorosa creatasi. Si era davvero superato, è stato un pasto fantastico è dire poco, sarà difficile fare di meglio, ma sappiamo tutti che Biondo ha sempre un asso nella manica.

Mentre stavo finendo di bere un bicchiere d'acqua, lui si alzò di scatto e si mise accanto alla mia sedia con la mano protesa verso di me. Subito non capii, infatti lo guardavo diffidente come, poi sentendo il cambio radicale di genere musicale, lo assecondai e in pochi secondi ero avvolta tra le sue braccia in mezzo alla stanza. Era un lento, io non lo avevo mai ballato, ma evidentemente lui si perché si muoveva con una destrezza inaudita e, non so come, non mi fu difficile seguirlo, era come se studiassi danza da sempre.

Dopo numerosi balli tornammo a tavola e mente io ero seduta, lui si avvicinò al frigo e si voltò con in mano un angelo. Il tiramisù.
Una prelibatezza bella e buona, poi fatta da lui, era meglio di Cracco.
<Ci ho aggiunto il cioccolato al latte>, mi disse rispondendo alla mia domanda che mi passava per la mente, alla vista di alcune scaglie marroncine sopra.

<Come fai a sapere che è il mio preferito?>, gli domandai sorpresa che avesse indovinato senza saperlo, e senza avermelo mai chiesto.

<Perché posso capirlo, dal tuo carattere e dal fatto che sei dolce e da molti altri aspetti che non ti svelo. Sono segreti dello chef>, mi rispose facendomi l'occhiolino, e lasciandomi con la curiosità.

Presi un cucchiaio e ritagliai un piccolo angolo. Stavo per assaggiarlo, quando venni fermata dalla sua voce:
<Quando lo mangi, guardami negli occhi>, mi raccomandò.

Io feci come mi disse e, sarà che mi sono lasciata convincere, sarà tutto ciò che ci circonda, ma era veramente spettacolare, il più buon tiramisù mai mangiato.
Andammo avanti a mangiarci quella magia, quando lui si alzò per mettersi seduto accanto a me. Stavamo tranquillamente parlando, e lui si avvicina a me e mi bacia, cogliendomi alla sorpresa. Io ricambiai e poco dopo le nostre lingue si stavano intrecciando, e combaciavano una con l'altra.
Qualche bacio più tardi, sarà perché ci siamo lasciati trasportare dalla passione o cosa so io, ma eravamo in camera da letto.

Ci uniscono quattro muraWhere stories live. Discover now