Capitolo 16

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Rimasi colpita.
Scartai il regalo con una sensazione stranezza che non potete immaginare.
Appena aprii la parte superiore della scatolina vidi un charm, quelli che si possono trovare da Pandora, a forma di ballerino.
Allora io non so come abbia fatto a vedere che avevo un bracciale di Pandora al polso con alcuni altri charm, dato che ho sempre le felpe, o comunque le maglie a maniche lunghe, ma sta di fatto che era stupendo. Penso fosse il charm più bello della mia collezione. C'era questo ballerino in una posizione di plié, penso fosse quella, beh, comunque, ed era tutto colorato. Aveva il volto rosa chiaro, i capelli castani scuri, e la tuta bianca con le "A" di Amici, proprio come la nostra divisa.
Palesemente era Filippo il ballerino rappresentato, senza alcun dubbio.

Che era stupendo lo avevo già detto?
Perché non smetterò mai di ripeterlo, ero senza parole da quanto era bello, ma ero ancora più sorpresa dal fatto che io e lui, come ho già detto, non avevamo questo rapporto speciale o chissà cosa, eravamo solamente amici.
Appena presi in mano il ciondolo, cadde sulle coperte un bigliettino:
<Grazie per farmi emozionare ogni volta che canti>.
No vabbè, tenerissimo. Appena sarei uscita da qui lo avrei ringraziato come non ho mai fatto.
Avevo il cuore praticamente sciolto, lo potevo raccogliere con un cucchiaino, così tanta tenerezza in un colpo solo non mi fa bene.
Misi subito il biglietto in un quaderno che tenevo accanto al comodino, che era un secondo diario segreto praticamente, e attaccai subito il charm al braccialetto.
Ora c'era il problema di Biondo:
come avrebbe reagito?
Decisi di non pormi il problema in questo momento, ma solo quando sarebbe stato necessario, e mi abbandonai nel letto.

Alle 7.00 suonò il telefono fisso della casetta, e dato che nessuno si degnò di alzarsi, tolsi la maschera che uso per dormire e andai a rispondere:
<Ragazzi sveglia, sarà una giornata impegnativa>, mi disse in tono non troppo forte un membro della produzione, forse perché comprendeva la nostra situazione alla mattina.

Lo ringraziai e con la delicatezza di un elefante in una cristalleria, tornai in camera e accesi la luce.
Andai a scuotere tutti i dormiglioni e qualche minuto più tardi erano tutti in piedi.
Facemmo a turno per andare in bagno e poi finalmente ci sedemmo a tavola per fare colazione. Poco dopo venimmo chiamati davanti al televisore.
Per prima cosa ci mostrarono i commenti dei professori sulle nostre esibizioni della sera precedente.
Erano quasi tutti positivi, ovviamente i commenti più pesanti erano quelli da parte della professoressa Celentano e del professore Di Francesco, specialmente nei confronti di Zic e di Valentina.
A parer mio, hanno preso un po' tutto troppo alla leggera, perché quando terminava il filmato, partivano subito con gli insulti: "ma cosa sta a di", "ma stiamo scherzando", e cose del genere.
Io, se fossi stata al loro posto, avrei fatto tesoro di quelle critiche per poi sfruttarle a mio favore.

Per quanto mi riguarda, ho ricevuto tutti commenti positivi, specialmente dalla professoressa Turci, che stimavo più di tutti, la quale mi disse che ero stata pazzesca e ogni volta che apro bocca la emoziono.
Quelle parole mi colpirono molto, perché nessun altro professore aveva mai detto nulla di simile.
Seguii i suoi consigli, così da poter continuare per la mia strada e migliorarmi ancora di più.

Ci venne dato giusto io tempo per cambiarci e lavarci i denti e subito dopo dovevamo andare a lezione, chi di ballo e chi di canto.
Come mio solito avevo la Turci, che appena entrai mi riempì di complimenti per mezz'ora almeno.
Io la ringraziai tantissimo, ma "grazie" non era sufficiente per tutto quello che stava facendo per me.
<La ringrazio professoressa Turci>, le dissi con il cuore colmo di sincerità.

<Oh ma andiamo Emma, chiamami Paola. Mi fai sentire vecchia. E comunque ho soltanto detto la verità, e ciò che vedo e sento, nulla di più>, mi rispose tranquillamente, scherzosa.

Le sorrisi, per poi continuare:
<Beh, poco fa ci hanno assegnato i brani per la settimana prossima, e sono parecchi. Specialmente uno lo trovo un po' difficile, ovvero "I will always love you">, mentre sfogliavo le pagine plasticate del mio raccogli fogli.

<E allora non perdiamoci in chiacchiere, e mettiamoci al lavoro>, annunciò, mentre si alzava dalla sedia della sala prove, sempre con il suo caratteristico sorriso.

Qualche ora più tardi avevamo già imparato la maggior parte delle canzoni quasi alla perfezione, e finalmente potei tornare in casetta, e godermi il resto del pomeriggio, dato che avrei dovuto aver lezione con il vocal coach, ma era impegnato con un altro alunno.

Ero tranquillamente seduta in cucina che stavo mangiando qualche spuntino, quando sentii il portone della casetta aprirsi. Non ci feci molto caso, pensavo fosse Irama, o qualcun altro, ma quando parlò, saltai subito in piedi:
<C'è nessuno?>.
Biondo?

Ci uniscono quattro muraDonde viven las historias. Descúbrelo ahora