Capitolo 10

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<Allora, buonasera a tutti>, iniziò ma venne fermata dal fragoroso applauso del pubblico.
Sapevo che c'era tanta gente, ma non me ne aspettavo così tanta, tanto che presi quasi spavento.

<Vorrei darvi il benvenuto al primo serale e alle due squadre: i bianchi, e i blu!>, continuò dovendo alzare sempre di più la voce, fino ad urlare per dire i nomi delle due squadre, tanto era rumoroso il battere delle mani del pubblico.

Una scarica di adrenalina mi attraversò il corpo, prima di salire su quel palco.
Entrammo da dietro le quinte e già a pochi passi dopo aver superato il led, potevo vedere quello studio pieno di persone, e non era nulla in confronto alle prove. Cominciò a salirmi l'ansia, sentivo le gambe che mi stavano abbandonando, e le mani sudatissime, tanto che dovevo spostare da una mano all'altra in continuazione il microfono.

Per fortuna ci mettemmo poco ad arrivare al nostro posto, perché altrimenti sarei crollata sui gradini.
Poggiai il microfono e iniziai con il bere l'acqua dato che mi mancava la saliva. Irama vide che ero palesemente nervosa, e che mi strofinavo senza fermarmi le mani sui pantaloni, così me le prese e le mise tra le sue:
<Ehi, guardami>, mi disse in tono dolce.

Io voltai di scatto lo sguardo e incontrai i suoi occhi, che subito mi tranquillizzarono, perché avevano il classico colore che trasmette pace e sicurezza.
<Stai tranquilla, respira profondamente, pensa ad oggi pomeriggio quando non c'era nessuno, e canta al meglio che puoi>, mi rasserenò.

Io provai a far sparire tutte quelle persone ma non ci riuscivo, le vedevo lì, con gli occhi puntati su di me, pronti a notare ogni singolo errore, come la commissione e i professori che avevano appena fatto il loro ingresso in studio.
Irama capì che non stava funzionando:
<Vedo che la situazione non è cambiata. Ho un'ultima possibilità, guarda di fronte a te>, e indicò qualcuno davanti a me, dalla parte opposta ai gradini del palco.

Seguii il suo dito, e notai che stava indicando Biondo.
In un batter d'occhio, i suoi occhi che poco prima stavano cercando i miei, si focalizzarono su di me.
L'effetto che mi fece il suo sguardo non aveva nulla a che fare con quello che mi aveva fatto poco prima quello di Irama. Era completamente diverso. Era profondo e anche se Biondo non stava dicendo nulla, comunicava tutti i suoi pensieri.

Quando mi resi conto di essermi definitivamente calmata, gli mandai un bacio con la mano, e lui ricambiò sorridendo e facendomi il suo solito occhiolino.
Finite le presentazioni, e la spiegazione della serata Maria chiamò la nostra squadra al centro del palco principale, per farci vedere un video.
Era un montaggio di una serie di dichiarazioni e immagini che erano state raccolte durante il pomeridiano e la settimana precedente.
Ci commuovemmo quasi tutti, chi più chi meno, perché c'è da dire che in una situazione come quella, riguardare gli sforzi che sono stati fatti, e come si è migliorati nel tempo, ti fa credere in te stessa e inoltre da molta soddisfazione.

Quando vidi la mia parte non riuscii a contenermi e cominciarono a scendermi delle piccole lacrime di gioia.
Valentina, che era accanto a me mi abbracciò, consolandomi.

Qualche minuto più tardi il filmato terminò e noi tornammo al nostro posto. Devo dire che mi aiutò molto a sconfiggere l'ansia da palcoscenico.
Ora era il turno della squadra blu.

Pov's Biondo

Eravamo in studio.
Ero seduto vicino ad Einar, che tentava in tutti modi di tranquillizzarmi, fallendo miseramente.
Provò di tutto, mi diede acqua, mi chiese di respirare a fondo, mi consigliò di pensare ad altro, di tenere gli occhi chiusi,...
Ma nulla.
Ansia.
Era l'unica parola che leggevo nei volti delle persone.
Così decisi di cercare i suoi occhi, gli occhi di Emma. Di certo in lei avrei trovato quel qualcosa che mi avrebbe dato sicurezza, e che mi avrebbe fatto credere in me stesso e in ciò che stavo facendo.
E così fu, dopo aver cercato tra i vari volti, trovai il suo finalmente. Anche lei non era presa tanto meglio di me, ma come una calamita il nostro sguardo si bloccò sui nostri occhi.

Lentamente allentai la presa sui pugni che si erano formati, a causa dell'ansia e rilassai tutti i muscoli del corpo, lasciando spazio a tutte le emozioni, che mi avrebbero sempre fatto comodo nelle esibizioni.
Quando vidi che si era tranquillizzata e anche io, le feci l'occhiolino e mi riconcentrai su Maria che ci aveva invitati sul palco per un filmato.

Era un breve video di immagini del nostro percorso.
Per la prima volta da quando ero dentro questa scuola, mi stavo commuovendo.

Ci uniscono quattro muraWhere stories live. Discover now