XXXIII. The Prophecy

2.4K 128 44
                                    

A Wendy cominciava a mancare l'aria. Si lasciò ricadere per l'ennesima volta sulla sedia di Uncino, gli occhi che percorrevano rapidi la stanza, le pareti, il tavolo e le mappe davanti a lei. Si rialzò in piedi, la sedia che aveva ricominciato a darle fastidio, quasi la stesse trattenendo.

Mosse qualche passò verso la fata, indecisa.

Trilli la guardava in silenzio. Avevano poco tempo, ma non poteva permettersi errori. Doveva lasciare alla giovane Darling il tempo di riflettere e di prendere una decisione. 

La mente della ragazza saltava velocemente da un pensiero all'altro, senza posarsi mai, le tempie che iniziavano a farle male.

Credeva di desiderare solamente delle risposte, credeva che sapere la verità l'avrebbe aiutata. Credeva che conoscere i piani di Pan sarebbe stato sufficiente, che avrebbe capito ogni cosa, che avrebbe saputo da che parte sarebbe stato giusto schierarsi.

Ma, come al solito, nulla sembrava andare come previsto. Ora conosceva la profezia, ora sapeva che cosa Peter Pan volesse da lei. Ma questo non l'aiutava minimamente.

Era una profezia talmente stupida da farle venire voglia di urlare. Davvero Pan poteva credere a qualcosa del genere? Le sembrava tutta una gigantesca presa per i fondelli.

Forse urlare avrebbe effettivamente aiutato, almeno a farla sfogare, a farla placare, a rilassarla.

Stava cercando, ormai da minuti interminabili, le parole giuste per rispondere alla fata, le domande giuste. Ma le sembrava tutto così surreale.

Non che fosse mai successo qualcosa di realistico o di anche solo lontanamente naturale su quell'Isola, ma questa era la goccia che faceva traboccare il vaso. Anzi, a dire la verità, era più una sorta di palla demolitrice che senza alcun rispetto si abbatteva sul vaso distruggendolo in migliaia di pezzettini quasi invisibili.

Si strinse ai braccioli della sedia, appoggiandocisi nuovamente.

"Siete almeno sicuri che sia io la ragazza della profezia?" domandò, esalando un sospiro.

Trilli sorrise appena con dolcezza, annuendo col capo. Wendy alzò gli occhi al cielo, spingendo la testa all'indietro.

"E Gladis? Che cosa c'entra?" continuò, trattenendo a fatica le domande, per dare alla fata il tempo di rispondere.

"Gladis non c'entra nulla con la profezia. Suppongo abbia solamente colto la palla al balzo."

La testa di Wendy si muoveva piano, la fronte corrucciata, la mente distesa nel tentativo di fare chiarezza. Si morse l'interno della guancia, ritornando a puntare gli occhi in quelli di Trilli.

Si alzò in piedi, spingendo le mappe di Uncino a terra e liberando la scrivania da tutto ciò che l'avrebbe potuta intralciare. Recuperò un foglio e lo posizionò davanti a sé, controllando che fosse pulito.

Poi si sedette nuovamente, un movimento meccanico che aveva già fatto forse un centinaio di volte negli ultimi dieci minuti.

Trilli provò ad intervenire, muovendo un passo verso di lei.

"Non hai bisogno di Uncino, né degli Sperduti." ripeté ancora una volta, mentre la frase iniziava finalmente ad avere un senso anche per Wendy.

"Lo so." rispose la ragazzina, recuperando la penna ed avvicinandola al foglio.

"Ma se vogliamo arrivare fino in fondo, sarà meglio partire dall'inizio. E, questa volta, non voglio tralasciare nessun dettaglio."

Trilli sorrise, il suo corpo che tornava ad assumere le dimensioni della penna stretta tra le dita di Wendy. Si sedette accanto al foglio, incrociando le gambe davanti a sé.

The Neverland Demon || Peter Pan  #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora