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Pov's Damon

È passata una settimana.

Una lunghissima settimana. La casa sembra così vuota che sinceramente non riesco a rimanerci più di tanto.

Ci sono tutte le cameriere che svolgono le solite faccende ma lei non c'è. E questo sembra rendere il tutto vuoto.

Non solo per me, ma per chiunque l'abbia avuta intorno.

È una cosa strana: andata via Caroline sembra essere andato via l'unico filo che teneva uniti tutti noi.

Antony da quel giorno non dorme mai a casa ma da qualche suo amico. Non fa altro che continuare con le competizioni atletiche cercando di ridurre al minimo i contatti con me.

Edward entra a casa solo per prendere Jen e andare da qualche parte per distrarla. È ancora scossa da tutto ciò che è successo, deve mancarle veramente tanto Caroline... ogni notte la sento piangere in silenzio.

Marcus come sempre è a casa solo a colazione per il resto è sempre in azienda.

L'unica che sembra non aver rinunciato è Violet.

"Prendi quella fottuta medicina Damon Piers"

Questa è la sua frase preferita.

Ogni giorno me la ritrovo davanti che sbraita su come io sia dimagrito troppo e su come tutto stia andando a puttane.

"Cosa vuoi che faccia Violet?"chiedo mentre mangio ciò che mi ha preparato obbligatoriamente.

"E me lo chiedi?? Sono giorni che cerco di scavalcare la barriera corallina di Luke per parlare con Caroline ma sembrano averla messa sotto sorveglianza anche solo per pisciare!"smanetta Violet abbastanza frustata.

Al nome di Caroline il mio cuore perde un battito.

Solo il suo nome basta per far in modo che mi passi l'appetito.

Il suo ricordo mi provoca mille brividi, sembra addirittura qualcosa di surreale. Qualcosa di mai esistito.

Avete presente quando provate qualcosa di così bello che dopo un po' di tempo vi sembra solo un sogno lontano? Eppure sapete benissimo che è successo, che è reale.

Non ho il diritto di sentirmi così ogni volta che sento solo il suo nome.
Non ne ho il diritto perché non posso provare dei sentimenti belli grazie a una persona che ho praticamente distrutto. Contaminato.

Non posso.

"Cosa fai? Non mangi?"chiede Violet vedendomi appoggiare la forchetta.

"Te l'ho detto che non ho appetito"

"Come fai a non avere appetito se è da una settimana che non tocchi cibo?? L'unica cosa che passa per la tua bocca è il fumo delle sigarette"dice preoccupata.

In effetti avevo smesso di fumare, ma l'agitazione e questa strana sensazione di ansia sembrano alleggerirsi solo con le sigarette.

"Sono davvero preoccupata per te Damon. Ti prego, fallo per me. Non puoi rimanere in questo stato! Sembri un cadavere a momenti"

"È la mia punizione. Mi merito questo se non di peggio"mormoro.

"Non ti devi autoinfliggere una pena. Devi chiarire con Caroline, devi spiegarle le tue intenzioni. Solo così la situazione si farà più chiara"

"Chiarire con Caroline?
Hai idea di quanto io mi faccia schifo nel sapere che lei è con Luke ora? Hai idea di quanto il mio cuore soffre per non poterla consolare o abbracciare? Hai idea di quanto mi manchi il suo sorriso? Ma la cosa straziante è che non posso comunque fare niente.
Lei è il bianco e io il nero: la sua vicinanza con me la sporcherebbe e basta. Quello che è successo ne è la dimostrazione. Ora il suo cuore starà appena guarendo e starle lontano è l'unica cosa giusta al momento"

Riprendo il respiro che scopro aver sospeso.

Violet boccheggia di fronte al mio piccolo sfogo. In realtà questa è solo una parte di tutto ciò che il mio cuore, ormai pieno di pensieri del genere, prova.

Ma comunque mi sento più leggero, anche se di poco.. mi sento il petto farsi meno pesante.

"Te ne pentirai"la sento dire mentre mi alzo dalla sedia per prendere da bere.

Probabilmente sarà triste e delusa nel vedere come tutti si stanno arrendendo. Non posso biasimarla.

In questo sporco gioco lei è una di quelle persone che non c'entra assolutamente nulla. Eppure sta soffrendo e molto probabilmente avrà speso ogni sua energia per cercare di parlare invano con Caroline.

La vedo immersa nei suoi pensieri nel completo silenzio che non le si addice.
Avvolta da una tristezza che riesco a leggere dai suoi occhi.

Cerco di farla tornare come prima colpendo il punto in cui so che sarà più fragile e imbarazzata.

"Piuttosto parliamo della tua situazione con Antony"dico vedendola già arrossire.

Sorrido compiaciuto dalla sua reazione quando il suono del citofono interrompe il nostro discorso.

"Dev'essere l'autista, gli ho detto di venire a prendermi prima.
Ha fatto veloce, strano"dice Violet mentre si incammina verso la porta.

Pov's Violet

Vado ad aprire la porta prima che Damon cominci con le sue solite frecciatine verso Antony.

Deve essere sempre impuntato sulle sue idee. Per come la vedo io non è vero che lui 'inquinerebbe' Caroline.

Qua sono l'unica che cerca di tenere insieme qualcosa per cui sembrano essersi arresi tutti.

Antony mi ha detto di lasciar perdere perché ora come ora ne sono tutti rimasti feriti e forse solo il tempo potrà guarire le loro ferite.

Il citofono continua a suonare insistentemente.

"Arrivo, arrivo"urlo mentre cerco di velocizzarmi.

Damon ride nel vedermi quasi inciampare nei miei stessi passi.

"Sei arrivato prest-"

Le parole che stavo dicendo mi muoiono in bocca nel vedere chi ho davanti.

Per poco non svengo per lo stupore.

"O porco di quel cane arancione"

Ditemi che tutto questo è un incubo.

"Ne è passato di tempo Vi"dice la sua voce portandomi bruscamente a realizzare il fatto che sta veramente succedendo.

Sono ferma davanti alla porta con la bocca spalancata.

"Violet quante volte ti ho detto che non ha alcun senso imprecare contro un cane arancione"dice Damon da lontano mentre lo sento arrivare.

"È un sogno, sto sognando ovvio. Ora mi sveglio"mormoro ma la figura davanti a me sorride appena mi sente.

Merda ma com'è possibile?

Ma cos'è Dio gioca a nascondino?

"Cos'è che ti ha così traumatizzata?"chiede Damon arrivandomi accanto mentre squadra la mia espressione scioccata.

Cerco di formulare una frase di senso compiuto ma l'unica cosa che riesco a fare è quella di indicare tremolante la figura che ho davanti.

Damon apre di più la porta per vedere di chi si tratta e riesco a sentire il suo stupore solo dallo sguardo che ha assunto.

"Melanie"dice in un sussurro che si disperde nei muri della casa.

Melanie è tornata.























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