Stalking

539 45 13
                                    

Cercai di studiare per tutta la sera, ma i miei pensieri erano sempre rivolti a quella lettera. Una cosa era certa, l'uomo con cui ho vissuto per tutti questi anni, non era mio padre biologico. Ma chi fosse la quarta persona di cui parlava mia madre, proprio non ne avevo idea. Non poteva essersi di certo sbagliata.

Avrei tanto voluto parlarne con Lydia, o con Liam, anche Theo poteva andar bene, ma ciò avrebbe comportato il fatto di rivelare ciò che ero, mettendo in pericolo me e gli altri. Dovevo trovare un altro modo per proteggerci. Sentivo il bisogno di incontrarla, di parlarci e di farle delle domande, vedere il suo aspetto, vedere se era una bella donna o meno. Volevo, dovevo farlo. Ma non da sola.

Qualcuno bussò alla mia porta, nascosi la lettera e la porta si aprì. La testa di Lydia fece capolino nella stanza.

-Ho intenzione di prenderci una pizza. Per te va bene?- mi guardò alzando le sopracciglia con lo sguardo di "so che la vuoi anche tu". Mi misi a ridere e acconsentii, avevo una voglia pazza di pizza.

-Due prosciutto e ananas?-

-Perfetto- si mise a ridere e chiuse la porta. Misi via i libri e nascosi la lettera dentro il libro di testo di letteratura inglese e scesi al piano inferiore per farle compagnia. Lydia stava al telefono, ma subito riattaccò.

-Devo andare in città a prenderle. Non hanno nessuno che possa portarci le pizze- sbuffò e si mise il giubbotto -Torno fra una mezz'oretta- annuii, quando si fermò sull'uscio, si girò e mi guardò -Dovrebbe arrivare Theo ad aggiustare il forno. Trattalo bene- sorrise ed uscì.

Andai in cucina ad apparecchiare. Faceva quasi paura stare a casa da sola, l'ho sempre odiato. Si potevano sentire i rumori più strani, più sinistri ed inquietanti. Riuscivi a farti venire quella sensazione di essere osservato quando invece non c'è nessuno apparte te.

Per sicurezza guardai fuori dalla finestra di cucina che dava sul ciglio della strada. Era una casa isolata dalle altre. Pensavo di essere sola? Mi sbagliavo. Notai parcheggiata in lontananza una macchina, era spenta, non riuscivo a vedere se ci fosse qualcuno dentro, ma due erano le cose, o si erano persi, o mi stavano seguendo.

Vidi dalla parte opposta un'altra macchina arrivare e parcheggiare sul vialetto. Feci un sospiro di solievo riconoscendo la targa. Aspettai che suonasse al campanello per poi andare ad aprirgli con un'espressione probabilmente non molto rassicurante.

-Entra- si pulì i piedi ed entrò dentro casa. Era serio.

-È tua la macchina?- mi guardò rivolgendo lo sguardo verso la finestra del salotto che, con le tende aperte, si poteva vedere chiaramente l'auto.

-Vorrei tanto fosse la mia- iniziai ad agitarmi, e se stessero seguendo Lydia? No, le sarebbero andati dietro una volta uscita di casa.

-Adesso non agitarti. Non sei da sola- tornò a guardarmi e mi sorrise, era così evidente la mia agitazione? Andò a chiudere le tende del soggiorno e andammo in cucina. Si tolse il giubbotto posandolo su una sedia. Gli misi vicino la cassetta degli attrezzi che Lydia tiene sempre in caso di emergenza nello sgabuzzino e Theo si mise subito a controllare il forno.

-Ti occupi di questo genere di cose?- chiesi seduta su una sedia pronta a passargli gli attrezzi che potevano servirgli.

-Faccio qualche lavoretto così, ma principalmente lavoro come meccanico nell'officina di Beacon Hills. Abbiamo ancora la Jeep di Styles, è un rottame quella macchina- si mise a ridere mentre controllò la ventola.

-Deve esserne molto legato- gli passai poi il cacciavite.

-Direi di si, con quella poteva dare il passaggio a chiunque volesse sentendosi il Re della strada, ma adesso che è a riparare, odia chiedere un passaggio agli altri. Specie a Lydia- si mise di nuovo a ridere infilando la testa dentro il forno.

Teen Wolf - Mermaid🐚Where stories live. Discover now