Another like me?

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Passò un'altra settimana da quella notte di luna piena, ripensandoci, la situazione è stata parecchio imbarazzante, ma ero fuori controllo, non riuscivo a rimanere lucida, per non parlare di quello che successe con Theo. Non ne parlammo più, tra noi si formò una muraglia di imbarazzo, ci salutavamo la mattina a scuola e parlavamo solo quando c'era la stretta necessità e questo, ovviamente, non passò inosservato agli occhi di Liam, Amy e gli altri. Mio fratello cercò di parlarmi per tirarmi fuori di bocca cosa fosse successo, ma ovviamente, conoscendo la sua gelosia nei miei confronti, non gli dissi niente, o meglio, di certo non gli dissi che ci eravamo baciati e stavamo per farlo. Cercai di rimanere sul vago tirando fuori un malinteso stupido e lui sembrò accontentarsi di questa mia bugia. Sapevo che in cuor suo era felice di sapere che fra me e Theo, non c'era aria di pace. 

Anche Amy provò a parlarmi e in tutta onestà, rivelai di più a lei che a Liam. Sentivo di potermi fidare e sapevo che non sarebbe andata a fargli la spia, per cui, quando le dissi dell'accaduto il suo viso passò da felicità e gioia pura a "oh cazzo, mi dispiace". Provò a tranquillizzarmi dicendomi che era normale provare imbarazzo e che pian piano sarebbe svanito. Ragionavo come una ragazzina di 14 anni che dava il suo primo bacio a qualcuno, ma la verità era che, prima dei 16 anni, prima che diventassi una Sirena, non avevo mai avuto un fidanzato ne tantomeno dato un bacio a qualcuno e tutto a causa di Liam, il gelosone. Quando lasciai Beacon Hills pensai di provare a farmi una vita normale, cercarmi un ragazzo, ma ben presto, ovviamente, capii che le due cose non potevano coesistere. 

Non c'era un rimedio, il nostro corpo è composto per il per il 70% di acqua, per forza di cose, sarebbe andata così. Ero quasi tentata di chiedere a mia madre come fosse riuscita a concepire me e mio fratello sperando in un risultato indolore. 

Nonostante ciò, andavo a scuola ogni giorno, seguivo le lezioni e cercavo di tenere gli occhi aperti. Anche il più piccolo dettaglio coglieva la mia attenzione, inutile o meno. Ormai davo per spacciato il ritrovamento del libro. Theo il giorno dopo che mi riaccompagnò a casa mi fece avere una copia della copia che gli avevo fatto lasciandola nella cassetta delle poste e così, ripresi la lettura. Non c'era scritto niente che già non sapessi, sembrava più un'autobiografia di un Siren che una storia inventata e no, l'autore non c'era in copertina, quindi la mia teoria reggeva parecchio. Per un momento pensai che l'avesse scritto mia madre.  

Un giorno, a scuola, percepii di nuovo quella sensazione, sentivo come se ci fosse qualcuno, qualcuno che conoscevo. Come quando si percepisce una presenza alle proprie spalle ed essere costantemente fissati, la stessa sensazione che provai quando restai sola a casa, prima che prendesse fuoco. 

Durante la lezione di storia, capii che non potevo resistere oltre. Chiesi di uscire con la scusa di non sentirmi bene, vedevo Theo, Amy e il resto dei miei amici che mi guardavano. Non rivolsi a nessuno di loro lo sguardo e uscii passando tra i banchi massaggiandomi una tempia, fingendo un forte mal di testa. Quando mi trovai fuori dal corridoio, mi accertai di essere sola e provai a seguire quella sensazione. Mi nascondevo dietro gli angoli per evitare che i professori potessero vedermi e pensare cosa ci facesse uno studente in giro per la scuola invece che trovarsi a lezione.

La sensazione mi condusse fuori dall'istituto, vicino a degli alberi al confine con il campo da Lacrosse, vuoto. Era lì, lo sentivo. Il mio sguardo vagava ovunque, in ogni direzione alla ricerca di "qualcosa".

-Esci fuori. Lo so che sei qui- deglutii, sarebbe stato ancora più imbarazzante se non fosse apparso nessuno, sarebbe stata la prova che stavo davvero impazzendo, ma con mia grande sorpresa da dietro un albero uscì un ragazzo. 

Era un viso già visto: pelle abbronzata, grandi occhi e capelli castani, lunghi e mossi e folte ciglia scure e infine dei zigomi pronunciati. Indossava una maglietta a maniche lunghe e sopra una camicia scozzese. Sì, lo avevo già visto, è stato lui a buttarmi l'acqua sul computer e sul braccio. Il mio sguardo andò sulla sua mano, dove teneva un grande anello, sembrava un corallo in argento che gli avvolgeva il dito e poi una pietra azzurra incastonata. 

Teen Wolf - Mermaid🐚Where stories live. Discover now