IX.

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Passarono diversi giorni dopo quella sera e arrivò anche il primo weekend universitario per noi 4. Darren tornò a casa per salutare la famiglia mentre Jake e Caroline mi chiesero di andare in città e fare dello shopping sfrenato tra i negozi; ma rifiutai. Non ero dell'umore adatto, stavo trascurando troppo lo studio e non era mia intenzione. Avevo poi ancora tutti quei pensieri riguardanti quel giorno in biblioteca e quella sera al pub che decisi di stare un po' da sola per fare chiarezza dentro di me.

Così approfittai del weekend in cui il campus si svuotò letteralmente per fare, in parole povere, quello che mi pareva.

Decisi di proseguire con la ricerca in camera mia liberando la mente e dedicandomi completamente a scrivere. Una volta terminata soddisfatta andai a stamparla e tornando ebbi del tempo anche per fare una videochiamata con mia madre.

"Tesoro come stai? Come va?" Preoccupata mi disse appena mi guardò tramite il cellulare

"Ciao mamma, tutto bene lì da voi come procede?" Sorridente le risposi

"Va tutto bene amore mio solo che ci manchi.." dispiaciuta terminò. Ero molto legata alla mia famiglia ma soprattutto a mia madre, era tutto per me. Il più delle volte negli anni passati le raccontavo tutto dalla cosa più banale che mi fosse capitata a quella più seria. Con lei infatti non avevo segreti. Il nostro rapporto era talmente speciale che a volte dimenticavo fosse mia madre e la scambiavo per la mia migliore amica. Purtroppo però si cresce e le cose diventano più difficili con il tempo. Io avevo deciso di intraprendere quella strada, iscrivendomi all'università. Mi ero allontanata da casa e mi mancavano tutti da morire così glielo feci sapere...

"Mamma mi mancate anche voi, tanto" mentre guardavo mia madre che dall'altra parte del telefono stava quasi per piangere; qualcuno bussò alla mia porta. Mi irrigidii subito in quanto non aspettavo nessuno ma comunque decisi di staccare la telefonata salutando mia madre. Mi alzai dal letto, pensando si trattasse di Jake e Caroline che magari avessero dimenticato qualcosa, e decisi di aprire la porta.

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Con mia grande sorpresa mi ritrovai il professor Styles di fronte a me che mi scrutava quasi a captare cosa volessero dire i miei sguardi mentre io ero lì inerme senza battere ciglio. Era bellissimo aveva una camicia nera aperta quanto bastava, un jeans nero e degli stivali in pelle. Riuscì a notare anche una cartella che aveva dietro la spalla e che manteneva con una mano mentre l'altra era appoggiata allo stipite della porta.

"Allora mi fa entrare o mi lascia qui sulla porta?" Mi chiese delicatamente riportandomi alla realtà.

"Si certo mi scusi è che.. mi ha colto di sorpresa in quanto non aspettavo nessuno" a quelle parole che uscirono fuori dalla mia bocca mi maledii mentalmente; passandomi una mano sulla fronte quasi a volermi scusare

"Si ha ragione ho solo pensate che potesse esserle d'aiuto quest'articolo per la sua relazione" continuando "volevo darglielo prima di partire"

Di tutto quello che aveva detto le uniche cose che mi toccarono furono "prima di partire" e di nuovo senza pensarci due volte chiesi "deve partire? Dove va?"

"Si, ho preso una settimana per tornare a casa ho delle questioni in sospeso da risolvere, in Inghilterra." Concluse, quasi a voler chiudere il discorso.

"Mi scusi non dovevo chiedere della sua vita privata.. comunque la ringrazio molto per l'articolo, ma l'ho appena terminata, la ricerca." Precisai quasi fiera di me

"Ah, bene.." era imbarazzato lo notavo dal modo in cui si toccava i capelli e in realtà lo capivo benissimo in quanto non era l'unico in quella camera a non sapere cosa stesse succedendo.

"Vuole dargli un occhiata?" Gli chiesi quasi timidamente

Avvicinandosi alla scrivania e guardandomi dritto negli occhi mi rispose "No, mi fido sarà di sicuro una buona relazione" accennandomi un leggero sorriso mentre il mio cuore perdeva più di un battito in quel momento.

Non ero più sicura che sarei riuscita a rispondere di li a poco, se avesse continuato ad avvicinarsi e non avesse smesso di guardarmi negli occhi. Purtroppo ero appena arrivata alla conclusione che i suoi occhi avrebbero sempre sortito uno strano effetto, su di me.

Così decisi di indietreggiai ma capì che dietro di me c'era solo il letto mentre il suo sguardo si faceva sempre più intenso e il suo respiro sempre più vicino.. inevitabilmente i miei occhi saettarono tra quelli di Harry e le sue labbra; facendomi dimenticare in quel momento di tutto compresa la ricerca.

Ma trovai comunque la forza di risponderlo "come fa a dire che sarà una buona ricerca?"

Sentendo una mano posarsi accanto alla mia guancia per spostarmi una ciocca dietro i capelli mi fece un leggero cenno zittendomi immediatamente e ponendo le sue labbra sulle mie. Il bacio fu inevitabile.

Esistevano almeno mille motivi secondo i quali non avrei dovuto fare quello che stavo facendo, primo fra tutti era il mio dannato prof! Ma in quel momento il mio cervello smise di funzionare mentre lui continuava in quello che aveva iniziato.

Decisi quindi di concentrarmi sulle sue labbra, che si posavano sulle mie; sulle mie mani che si appoggiarono sul suo petto scoperto e sulla sua pelle calda sotto le mie dita; sul suo respiro, sul suo profumo che mi offuscava i pensieri mentre le sue mani gentilmente si posarono sui miei fianchi.

Il modo in cui mi stava baciando era dolce, controllato, come se stesse cercando di capire se io avessi intenzioni di allontanarlo cosa che avrei dovuto fare se solo avessi pensato lucidamente alle conseguenze, ma la verità è che in quel preciso istante non mi importava un bell niente.

Harry continuò a baciarmi indietreggiando lentamente mentre io lo seguii quasi come un cagnolino; quando sfiorò il letto, in un lampo si distaccò e i suoi occhi si posarono sull'orologio da polso che aveva sul braccio sinistro dopodiché mi guardò di nuovo.

"Devo andare o perderò l'aereo" disse quasi sussurrando al mio orecchio
Io annui ancora priva di parola accompagnandolo alla porta.

"Alyce, ci vediamo la settimana prossima a lezione" alla pronuncia del il mio nome il mio il mio cuore quasi si fermò del tutto. Non capivo più nulla era tutto così surreale che quasi avrei voluto un pizzicotto per capire se si trattasse di un sogno o era semplicemente la realtà.

"Si, la ringrazio ancora per l'articolo" un saluto più idiota non poteva esserci ma sono le uniche parole che riuscì a pronunciare mentre lui si riavvicino chiarendomi

"d'ora in poi diamoci del tu, in privato" specificando sempre a bassa voce si voltò e se ne andò.

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