8. Ritorno.

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30/09 6.54 AM

Mio padre e Clara, erano a lavoro, e mi avevano già salutato, questa mattina dovevo tornare ad Orlando, da mia madre. Io e Lauren avevamo la mattinata da passare assieme. Avevamo dormito abbracciate, o meglio, lei aveva dormito, io avevo passato tutto il tempo a guardarla, senza chiudere occhio. Non riuscivo a spiegarmi bene il perché non dormissi, ma rimanevo semplicemente sveglia, tra mille pensieri. Mi precipitai in doccia, era ancora presto per partire, avevo il pullman alle 12.
Non sapevo bene ancora se dire o no del quasi stupro di Zayn a Lauren. Forse era meglio di no, sarebbe stato inutile. Non era riuscito a stuprarmi e ora nemmeno ricordava nulla.

Sentii Lauren entrare in bagno. -Buongiorno.- mormorò qualche secondo dopo.
Aprì di poco la tendina della doccia e rimase a guardarmi. -Dai, smettila.- le dissi. Mi metteva quasi in soggezione.
-Perché? Mi piace guardarti.- Mi disse, sorridendo.
-No, ho ancora molto lavoro da fare sul mio corpo.- le dissi.
-Ma se è perfetto.- Disse lei.
Scossi la testa per dirle un 'no'.
-Sto andando in palestra, devo continuare ancora giorni se voglio diventare decente.- Le dissi.
Lei aprì completamente la tendina.
-che cazzo fai, Lauren?- le urlai.
-Che c'è? Ti scopo ed ora non vuoi farti vedere nuda?- mi chiese.
Odiavo quando usava la parola 'scopare', per me era amore, lei lo rendeva quasi volgare.
-Smettila.- Dissi, infastidita.
Entrò in doccia e mi prese i fianchi.
Eravamo entrambe ricoperte dall'acqua che usciva dal doccino.
La guardai negli occhi e ci fissammo entrambe per qualche secondo.
-Non vergognarti mai, e dico mai, del tuo corpo. Perché per me è qualcosa di bellissimo, è qualcosa di perfetto. Non lo capisci? Ascolta me, non pensare alle tue paranoie sui tuoi difetti fisici, che in fondo sono solo particolarità del corpo, te lo dico io, che sono la tua ragazza, e vedo quanto tu sia bella dentro e quanto tu sia bella fuori.- Mi disse, per poi baciarmi.
Io la abbracciai e la strinsi forte a me. Tremavo quasi. Per me Lauren era qualcosa di troppo grande. -Sta' calma.- Mi disse.
Mi baciò ancora e mi lasciò dei succhiotti sul collo.
Aveva i vestiti bagnati, non so il perché fosse entrata in doccia vestita.
-Forse dovrei uscire, iniziare a prepararmi, e rendermi conto che devo andarmene.- mormorai.
-Non andare in ansia, tranquillizzati.- Mi disse.
Dolcemente mi prese in braccio, poggiò la mia schiena al muro ed iniziò a baciarmi, in modo calmo, lento e dolce, per darmi la calma di cui avevo bisogno. Mi staccai, la guardai negli occhi e le sorrisi. -Ti amo.- le sussurrai mordendomi il labbro. Morsi anche il suo labbro.
-Non andartene mai.- continuai.
-Non me ne andrò mai, anche se saremo lontane, Camz, tu sei sempre nella mia testa.- Rispose lei.
Io sorrisi e le presi il labbro inferiore tra i denti, mordicchiadolo e lasciando una scia con la mia lingua. Lei sorrise. -Mi sto eccitando.- Disse.
Io le sorrisi e continuai. Strinsi più forte la mia parte contro la sua pancia, lei iniziò a spingermi di più verso il muro, e mi stringeva il culo, tirandolo più verso di sé, e palpandolo. Impazziva per il mio culo, da sempre.
Mi staccai, chiudendo l'acqua. -Dobbiamo sbrigarci.- le dissi.
Lei annuii. -Però ero eccitata.- mormorò.
Uscii prima lei dalla doccia e prese una asciugamano, me la avvolse intorno il corpo e mi prese in braccio.
Mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra.
Io sorrisi. -Mi tratti come una bambina.- le Mormorai.
-Lo sei, la mia bambina.- Sorrise.
Mi baciò ancora. La abbracciai.
Rimasimo così qualche minuto, poi decisi di vestirmi sul serio, anche se non ce la facevo a lasciarla andare.

***
Eravamo in un grande terminal, pieno di pullman, provenienti da ogni dove, Lauren aveva la mia valigia, non voleva che la portassi io, erano le 11.30, tra mezz'ora dovevo partire. Eravamo su una panchina, io avevo le gambe incrociate alle sue e lei alle mie, eravamo quasi una in braccio all'altra. Ci scambiavamo sguardi, sorrisi e tanti baci. Il terminal era vuoto, se non qualche persona qui e lì, non ce ne fregava niente, di nessuno, poteva vederci chiunque, eravamo io e lei.
Continuò a riempirmi di succhiotti, facendomi il collo completamente rosso, nonostante io le dicessi di smetterla perché altrimenti avrei dovuto riempirlo di fondotinta per nasconderlo da mia madre. Per dispetto feci lo stesso, e un po' perché volevo che tutti vedessero che fosse marcata e che fosse mia.
La baciai, dopo averle lasciato vari succhiotti, che le formavano una C.
Vidi il pullman per Orlando arrivare, glielo feci notare, lei ingoiò rumorosamente.
Io abbassai lo sguardo. Ci staccammo da quella posizione e presumo posto l'una accanto all'altra.
-Ora continueremo a non sentirci?- le chiesi.
Lei annuii. -Sai che è giusto così.- disse lei.
Aveva la voce rotta, voleva piangere.
Non dissi niente per non peggiorare le cose.
-Beh, il pullman sta quasi per partire forse è meglio che salga.- le dissi, alzandomi da quella panchina qualche minuto dopo.
Lei si alzò con me, mi baciò e mi strinse, qualche lacrima mi colpì il volto, stava piangendo.
-Ricordati di questo, non farti prendere da nessuna paranoia, capito? Io è te che amo.- Mormorò.
Singhiozzava. Io ingoiai rumorosamente per evitare le lacrime. Annuii.
-Però devi farlo. Perché ti amo.- Disse, stringendomi il braccio.
Continuava a piangere. Il solo pensiero che io potessi dubitare del suo amore la faceva impazzire.
-Me ne ricorderò.- le dissi, baciandola.
Le nostre lacrime si scontrarono. Era difficile trattenermi e scoppiai.
Sentii il pullman mettersi in moto e mi avvicinai per salirci. Posai la mia valigia nel cofano sul lato e salutai con un dolce ed ultimo bacio Lauren, per poi salire.

-Ci rivedremo, e sarà perfetto.- Mi urlò.

Io sorrisi. Le mandai un bacio con la mano e la salutai dal finestrino. Lei sorrise, tra le lacrime.

Era straziante. Il buco nello stomaco mi stava uccidendo.

"Sisters." 2 | Camren.Where stories live. Discover now