24 Parrish

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I capitoli con Jordan Parrish mi sono stati richiesti da giannalehmann, che ringrazzio per avermi dato questa idea.

Mancano esattamente cinque minuti prima che il mio turno alla stazione finisca. Tra esattamente cinque minuti, se nessuno dei miei colleghi mi ferma a parlare, sarò seduto alla guida della mia auto.

Con molta calma, inizio a mettere i fogli nell'ordine giusto, spengo il computer e butto tutte le scartoffie che non servono più nel cestino.

Nel momento esatto in cui indosso il mio giubbotto, sinceramente il capo migliore dell'abbigliamento da poliziotto, lo sceriffo Stilinski mi si presenta davanti con un enorme raccoglitore in mano.

«Scusami tanto Jordan, ma volevo darti questi documenti da leggere. Lo so che è un incarico oltre a quello previsto, ma mi farebbe molto piacere che tu lo legga con molta attenzione e se riesci per lunedì mi dici se accetti oppure no».

Inizio a sfogliarlo e rimango a bocca aperta appena leggo quello che c'è scritto. «Signore, non voglio che le mie parole le sembrino un insulto nei suoi confronti, ma è sicuro di quello che mi sta chiedendo?»

Mi fa un sorriso rassicurante. «Ne sono sicuro al novantanove percento. Ogni giorno, da quando sei tornato, sto pensando che questa offerta di lavoro sia perfetta per te. Stai svolgendo le tue mansioni nel migliore dei modi, non rifiuti mai un incarico e certe volete resti anche oltre il tuo l'orario di lavoro, non come certi tuoi colleghi che non vedono l'ora di andarsene via».

«Grazie infinite. È un'occasione fantastica!» balbetto. È più di quanto mi aspettassi. Immaginavo che sarei dovuto rimanere a lavorare come semplice poliziotto, colui che ogni tanto fa qualche multa perché delle persone non hanno parcheggiato le macchine nei posti gusti. Oppure compilare scartoffie su scartoffie, ovvero un lavoro poco adatto ad una persona che vuole lavorare. Questa è la mia opinione, magari qualcun altro la pensa in modo diverso.

«Lunedì parleremo del tuo futuro stipendio perché come mio nuovo vice-sceriffo, se accetti, ci vuole una paga giusta».

«Mi aumenta lo stipendio?». Davo per scontato che tutti i poliziotti avessero la stessa paga, tranne lo sceriffo.

«Certamente, oltre a tantissimi altri vantaggi. Le cose sono cambiate tantissimo da quando te ne sei andato via. Basta che tu legga i documenti che ti ho dato», conferma sorridendomi. «Allora adesso ti lascio andare. Buona serata Jordan».

«Grazie mille ancora una volta per la possibilità che mi sta dando. Le auguro una buona serata anche a lei, sceriffo».

Detto questo, esco per andare alla macchina praticamente saltellando dalla felicità.


«Parrish sono esattamente venti minuti che ti stiamo aspettando davanti al tuo portone», mormora Ethan mostrandomi il suo telefono mentre indica l'ora sul display. «Ci hai detto che alle otto e dieci minuti saremmo dovuti venire da te. Adesso sono le otto e mezza».

Ridacchio mentre vado ad aprire la porta del mio appartamento. «Scusatemi tanto ragazzi, ma lo sceriffo mi ha chiesto di rimanere perché doveva farmi una proposta molto importante».

«Sentiamo se questa proposta valeva che noi ti aspettassimo venti minuti, come dei coglioni davanti al tuo appartamento», dice Aiden incrociando le braccia come se mi volesse provocare. «Pensa che la vecchia che abita sotto di te, quella che annaffia le piante sulle scale, ci ha chiesto se volevamo venire a stare da lei fino a quando arrivavi tu».

«Siete gli stessi da quando vi conosco. Non vi preoccupate, quella signora è innocua. Poi non fatela incazzare se no non mi porta più i biscotti, quindi lasciatela in pace», dico aprendo il raccoglitore e girandolo verso di loro in modo che possano leggere tutto. In questo momento hanno la stessa espressione che avevo io nell'ufficio dello sceriffo.

«Congratulazioni amico», urlano vendo verso di me per stringermi in un abbraccio di gruppo. «Mi sa che questa sera al posto di restare qui a guardarci un film, noi tre usciamo a festeggiare».

Sbuffo riprendendo i documenti per poterli mettere al sicuro sulla scrivania del mio ufficio. Chiamarlo ufficio è troppo, sono soltanto due armadietti, con una scrivania e un computer posizionati nell'angolo accanto alla vetrata del mio salotto. «Ragazzi, sinceramente non ho tanta voglia di festeggiare».

«Non ci frega niente di quello che vuoi. Ci hai invitato a casa tua per passare una bella sera, noi invece te ne faremo passare una sensazionale», di Ethan prendendo il telefono e un foglietto dallo zaino che aveva poco fa sulle spalle. Comincia a comporre un numero, e circa due minuti dopo si gira verso di me con un sorriso che non promette niente di buono.

«Ho appena riservato tre posti per il Club Hop L.A.» dice Ethan. «Quindi, seduta stante, ti vai a togliere la divisa, ti fai una doccia e ti vesti in modo decente».

Mi incammino verso camera mia. «Guarda che io mi vesto in modo decente», dico mostrandogli il dito medio.

«Certo, come no», urlano in risposta.

Secondo voi, cosa c'è di meglio di una doccia calda dopo una lunga giornata di lavoro? Niente.

Io amo fare la doccia con la musica in sottofondo, penso non sia l'unico, per questo appoggio il telefono sul lavandino accanto alla doccia e alzo il volume al massimo. L'unico problema è che il rumore dell'acqua smorza la voce del cantante.

Dopo aver finito mi lego un asciugamano in vita e mi piazzo davanti all'armadio indeciso su quello che devo indossare. Ma appena apro la prima anta, un fogliettino vola per terra. "Ai tuoi vestiti ci abbiamo pensato noi due e li abbiamo appoggiati sul letto dietro di te, specifichiamo in caso tu abbia la mente offuscata dalle emozioni. Ti conviene muoverti, o faremo tardi.
Firmato dai gemelli che ti stanno aspettando nel tuo salotto.
P.S. devi andare a ricomprare i pop corn"

Comincio a ridere per quello che hanno scritto. Lo vado a mettere insieme agli altri biglietti ricevuti da questo fantastici ragazzi, e non solo. Ho una scatola che contiene tutti i ricordi che ho passato insieme a loro e alla loro compagnia. Sono persone fantastiche. 

Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now