44 Theo

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«Allora lo stai faccendo apposta, sarà la terza volta che ti dico di prestare attenzione hai pedoni», sussurra Dylan mentre continua a tenere gli occhi fissi sul cellulare. «Posso dire a mio padre di chiudere un occhio per delle multe sui limiti di velocità, cosa già successa a me e non lo nego, ma non posso fare miracoli se finisci dentro per aver investito qualcuno.
Potevi lasciar guidare me».

«No, tranquillo sto bene», dico stringendo il volante così forte da farmi diventare le nocche bianche. «Poi sai che non lascio praticamente toccare a nessuno questo gioiello di macchina».

«Quarta bugia nel giro di poche ore, ma al momento lascio perdere».

Dallo specchietto retrovisore posso vedere i fratelli di Emily immersi nei propri pensieri. Ho la mente così affolata da domande, incomprensioni e dubbi che rischio di mandare in fumo il cervello e personalmente non voglio immaginare cosa stia passando per il loro.

Quando ci fermiamo al semaforo colgo l'occasione per girarmi verso Dylan. «Oggi devi per forza puntualizzare qualsiasi piccolo movimento che faccio?»

Sorride. «Il semaforo è verde e comunque io qui sto cercando di sollevare il morale. Poi lo sai che il sarcasmo è la mia unica difesa in certe situazioni».

Svariati minuti dopo, immersi nel silenzio più totale dentro la macchina, arriviamo a destinazione.

«Prima di continuare vorrei mettere in chiaro una cosa che non sono riuscito a dire davanti a tutti i presenti a casa di Theo e questo mi sta costando tutto l'autocontrollo che possiedo dentro di me. Se non ti dai una calmata io farò in modo che succeda», strilla Dylan nella direzione di Ryan. «Qui nessuno ha preso la notizia della loro scomparsa alla leggere e siamo qui apposta per riuscire a trovare qualche indizio che ci possa tornare utile. Ripeto, mentre eravamo a casa, ti è sembra il momento giusto di urlare in quesl modo contro il tuo migliore amico?»

Cerco di intervenire subito prima che la situazione peggiori, più del dovuto. «Dylan...»

Mi interrompe subito alzando una mano verso di me. «Non ci pensare minimamente a prendere le due difese, si è comportato malissimo e qualcuno glielo doveva dirglielo.
Posso capire la preoccupazione e lo stress per quello che sta succedendo, ma non accetto questo tipo di comportamento da parte di nessuno ancor meno se proviene da una persona a cui io voglio bene».

Ryan abbassa la testa come un cagnolino che esegue gli ordi del padrone e Dylan non è intenzionato a fermarsi. «Prendi come esempio tuo fratello Daniel, non ha iniziato a urlare come un pazzo davanti a tutti, ha mantenuto i nervi saldi e sta cercando di aiutare tutti noi a trovare vostra sorella e Liam. 
Personalmente non avrei mai pensato che tu fossi una persona che perdeva così facilmente le staffe senza alcun motivo apparte, quindi te lo dico per l'ultima volta datti una calmata e prova a collaborare. Anzi, adesso avrai anche il compito di recuperare la mia fiducia e tutti sappiamo benissimo che non sarà così facile». 

Provo a scendere dalla macchina cercando di far ricordare al mio corpo come si fa. Ogni piccolo movimento, gesto o respiro che mi ritrovo a fare in modo normale mi sembra la cosa più difficile da fare al momento.
Il mondo mi sta lentamente, pezzo dopo pezzo, crollando addosso.

«Amico mio devi assolutamente mangiare qualcosa, fai più paura tu che uno zombie in carne ed ossa la notte di halloween», dice Parrish porgendomi un pacco di biscotti. «Tieni, ne ho sempre alcuni di riserva dentro la macchina e nel mentre provo a chiamare i telefoni di Emily e Liam».

Annuisco. «Non è che hai dimenticato questi biscotti in macchina qualche anno fa quando sei partito con l'esercito?»

«Una cosa positiva in tutto questo è che il tuo sarcasmo non lo hai perso».

Intorno a noi ci sono persone che sorridono felici mentre portano vassoi pieni di cibo ad amici o familiari per festeggiare insieme il giorno del ringraziamento, giorno che anche noi avremo dovuto passare tutti insieme senza questo genere di problema. 

Cerco di mandare giù i biscotti con l'aiuto dell'acqua, sono talmente secchi che mi hanno risucchiato tutta la saliva disponibile nel mio corpo. La prima chiamata effettuata da Parrish non ha avuto effetto, forse non gli abbiamo prestato abbastanza attenzione, così ci riprova. 

Inizio a correre verso il cespuglio accanto all'entrata del palazzo, appena sento la suoneria del telefono di Emily. «Non posso credere alle mie orecchie, questa è la sua suoneria».

«Come fai ad essere sicuro che si tratta del suo cellulare?» domanda Daniel. «Non mi ricordavo che mia sorella avesse questa canzone come suoneria».

«Sì, ne sono sicurissimo. Ha cambiato la sua vecchia suoneria con questa qui qualche giorno fa, esattamente nel momento in cui è entrata in fissa con questo nuovo gruppo di cantanti coreani o di qualsiasi nazionalità siano. 

Nell'ultima settimana che che l'abbia ascoltata così tante volte da essersi imparata anche quei strani gelogrifici».

«Mi sconvolge di più il fatto che la nostra piccola Emily sia entrata in fissa con la musica k-pop, rispetto all'idea che io possa finalmente segnare un goal nel campionato entro la fine della stagione», usssurra Daniel. 

Ryan appoggia una mano sulla sua spalla. «Vedrai che ci riuscirai fratello». 

Parrish fa qualche passo avanti e si mette in posa come un vero capo che non vede l'ora di spartire ordini. «Ragazzi, adesso che abbiamo trovato i telefoni potete andare a cercare altri indizi qui intorno e cercate di non destare troppi sospetti. Qualsiasi cosa troviate di utile per le indagini portatele subito da me, evitando allo stesso tempo di lasciare delle impronte». 

I gemelli sono andati subito a perlustrare la zona, Alex e mia sorella invece stanno chiedendo alle persone che incontrano se hanno visto i nostri amici mostrando loro una foto, mentre io resto insieme agli altri due. 

«Se non sbaglio il palazzo davanti a noi è dotato di telecamere di sicurezza di ultima generazione, quindi tocca andare a vedere in portineria le registrazioni», dice Dylan mentre si avvia verso l'entrata senza aspettare nessuno. 

«Prima che tu faccia qualsiasi cosa della quale tuo padre ti deve tirare fuori da una stanza composta da quattro pareti e un buco dalla quale entra la luce, lascia fare al poliziotto con un vero distintivo», mormora Parrish superando il nostro amico.

La portineria al momento è vuota, cosa che non mi stupisce, e scommetto che lo era anche ieri sera. Sinceramente spero con tutto me stesso che il bastardo che li ha rapiti non abbia avuto la geniale idea di fermare le telecamere. 

«Credo che adesso non abbiamo più bisogno del tuo aiuto mio caro poliziotto». Queste furono praticamente le ultime parole che il mio amico riuscì a dire prima di beccarsi un bel colpo sul braccio. 

Mentre loro continuano a litigare come i bambini delle elementeri, io cerco nei vari file del computer i video di ieri sera e quello che vedo mi lascia senza parole. «Quel figlio di puttana non la farà franca», urlo. 

In quel preciso istante vediamo i nostri amici correre verso di noi. «Abbiamo delle novità e non sono molto belle». 

«Anche noi e comunque avvio subito la richiesta per un mandato verso di lui», dice Parrish prendendo il telefono. «Lo farò marcire in prigione». 

Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now