Capitolo 26

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"Siete davvero insopportabili" dice Rebekah, stufa di discutere. Appena mi sono svegliata ho notato che Klaus non era al mio fianco, ovviamente stava già dando fastidio a Davina e Kol. "Dovresti smetterla di rompere Nik, lui ha fatto la sua scelta, adesso basta" continua Rebekah riferendosi alla relazione i due. Io in tutto ciò me ne sto ferma in disparte, conosco Klaus da qualche mese, ma ho capito che è inutile cercare di farlo ragionare. "Voi proprio non lo vedete eh?" dice lui "Cosa Nik? Cosa?" "Non siete in grado di scegliere una persona ragionevole con cui mettervi insieme per il resto della vita. Davina, Marcel, stanno cercando soltanto di separare la famiglia" afferma Klaus. C'è un attimo di silenzio fino a quando nella stanza compare Freya che dice "sei tu che non capisci. Stai separando tu la famiglia". Nel sentire queste parole Klaus si guarda un attimo attorno, cercando una sola persona d'accordo con le sue parole. Appena posa il suo sguardo su di me vedo che si rattrista. Apre la bocca per dire qualcosa, ma subito la richiude e se ne va. Non lo seguo, so bene che si arrabbierebbe pure con me se cercassi di farlo ragionare.

"Secondo me siete stati un po duri, sapete tutti che lui ha davvero tanta paura di rimanere da solo" dico appena le acque si sono calmate. "Amanda, prima o poi troveremo tutti la cosiddetta anima gemella e ci separeremo. E penso che qualcuno di noi l'abbia già trovata" dice Freya. "Ma quello che mi fa più arrabbiare è che lui ha le redini in mano, è lui al comando" dice Kol. "Come lui ha trovato una brava e bella ragazza a cui stare accanto, dovremmo farlo tutti noi" conclude Rebekah.

Perché si devono comportare in questo modo? Potrebbero avere tutto: una famiglia, l'amore, forse pure la felicità. Mi sembra che stiano buttando tutto in un cestino. Non capiscono quello che ora hanno e che in futuro potrebbero perdere.

Dato che non so cosa fare decido di andare nella mia magnifica villa qui a New Orleans, che ormai è stata abbandonata a sé stessa. Appena mi ritrovo davanti ad essa mi spunta un sorriso malinconico sul viso. Non so bene perché, ma alla mente mi torna subito Adam. Ricordo con un'enorme chiarezza il giorno in cui l'ho incontrato dopo tutti quei secoli, il giorno in cui l'ho salvato da Klaus e il giorno in cui ho scoperto che mi aveva mentito come tutti gli altri. Non riesco a smettere di pensare a come sarebbe ora la mia vita se non gli avessero strappato il cuore dal petto, se non avessi mai conosciuto i Mikaelson. Come mi sentirei in questo momento? Cosa starei facendo?

Metto da parte i miei inutili pensieri e mi dirigo verso il garage della mia adorata villa. Davanti ai miei occhi si presenta una splendida bmw i8, che ormai avevo dimenticato. Ci salgo sopra e chiudo per un attimo gli occhi. Penso ai miei viaggi, soprattutto a quello che ho fatto per venire qui. Sospiro e riapro gli occhi. Sento una presenza al mio fianco, così mi giro verso il posto del passeggero. "Carter" sussurro "sorella" dice lui cercando di non far uscire alcuna emozione dal suo tono di voce. Io ancora spero che nel profondo lui sia felice di vedermi, non solo per i suoi scopi. "Di cosa hai bisogno?" gli domando. Lui finalmente mi guarda, mostrandomi quei magnifici occhi. "Amanda, tu ci sei mancata veramente. Abbiamo bisogno di te" dice "per cosa? per la vostra vendetta? No grazie". Lui guarda in basso e sospira "sappi solo che tutto ciò che farò, sarà solo per te e la nostra famiglia". Detto ciò velocemente tira fuori dalla tasca una specie di siringa e me la infila nel collo. Inizialmente non provo nulla e sono pronta per deridere lui e nostra madre, ma dopo alcuni secondi inizia a mancarmi il respiro, sembra quasi che attorno a noi non ci sia più aria. "Non farò nulla per voi" cerco di dire, poi svengo.

Sento un forte dolore alla testa. Apro gli occhi e mi ci vogliono un paio di minuti per riacquistare pienamente la vista. Mi trovo in una stanza buia, ma non troppo, non ce nulla attorno a me se non una finestra dalla quale entra una leggera luce. Mi tocco la testa, dopo sento dolore e le mie mani si colorano di un rosso acceso. E' palesemente del sangue finto, io non sanguino, almeno non per molto tempo. Ora riesco a ricordare come sono finita qui, o meglio chi mi ci ha portata. Ogni giorno mi illudo sempre di più sul fatto che la mia famiglia possa essere buona nel profondo, ma è solo un'illusione appunto.

La luce nell'oscurità ~The OriginalsWhere stories live. Discover now