Capitolo 13

1.3K 111 33
                                    

Tutto sembrava andare per il verso giusto. Era una bella giornata, si stava divertendo con i suoi amici, stava trascorrendo dei bei momenti. Eppure nella vita di Jimin la felicità era soltanto un delicato petalo di rosa trasportato via dal vento. Yoongi aveva appena varcato la soglia del ristorante, si stava dirigendo verso un tavolo già occupato da tre ragazzi. Soltanto uno però spiccò agli occhi del corvino. La sua chioma color delle fiamme, il suo sorriso capace d' illuminare il cuore delle persone, quella fossetta che il minore amava stuzzicare con un dito, tempo addietro. Jungkook si fermò di colpo alla vista del ragazzo. Non avrebbe mai immaginato di poterlo incontrare proprio lì. I suoi occhi saettarono sulla figura del suo amico ed il suo cuore accelerò i battiti. Afferrò la mano del suo fidanzato, il quale stava osservando Hoseok con fare interrogativo. Soltanto Taehyung ed i tre giovani non avevano la benché minima idea di quello che stava succedendo. -Hoseok.- La sua voce dolce come il miele interruppe il silenzio creatosi. Un timido sorriso nacque sulle sue labbra. Il castano di fianco a lui, non appena udì quel nome s'irrigidì. Afferrò il braccio del suo ragazzo ma Jimin non fece nulla, soltanto, sorrise. Fece intrecciare le dita con quelle di Taehyung e si avvicinò al tavolo. Subito Hoseok si alzò, non distogliendo lo sguardo da quello del corvino. -Jimin- Sussurrò. I suoi occhi divennero lucidi, era così tanto tempo che non osservava quel visino perfetto, angelico, ed ora se lo ritrovava davanti, le mani intrecciate con quelle di qualcun altro. Quello fu un duro colpo al cuore per il ragazzo. -Sono felice di rivederti.- Disse il corvino. -Anche io lo sono, Jiminnie.- Mormorò l'altro. -Lui è Taehyung, il mio ragazzo.- Indicò il giovane dai capelli castani che lo osservava con sguardo torvo. Il ragazzo dai capelli rossi forzò un sorriso e allungò una mano. Il castano la strinse, forse con troppa forza. In seguito si presentarono anche gli altri e si sedettero. Cominciarono a dialogare tranquillamente, come se si conoscessero da una vita. Jimin rideva e sembrava allegro. La mano di Taehyung non aveva mai lasciato la sua. Forse era quello che lo teneva ancora in vita.











Jungkook aveva temuto che quel giorno sarebbe stato un disastro, ma dovette ricredersi. Il suo amico fu quello che più intervenne nei dialoghi, rideva, era felice. Il minore avrebbe potuto scoppiare in lacrime da un momento all'altro dalla gioia. Osservò come gli occhi di Yoongi facevano la spola tra il suo fratellino, Hoseok e Taehyung. Quest'ultimo era un fascio di nervi. Tentava con tutto se stesso di reprimere il violento desiderio di prendere a pugni il viso di quel ragazzo, per tutto quello che aveva fatto passare a colui che amava di più al mondo. -Allora Jimin, cosa fai nella vita?- Domandò Namjoon. Il silenzio calò su di loro, ma il giovane si affrettò a rispondere. -Sto ancora finendo gli studi.- Rispose. Stava mentendo, e questo i suoi amici lo sapevano, eppure nessuno di loro lo contraddisse. Non lo avrebbero mai fatto. -Oh bene. Sai per caso cosa vorresti fare dopo gli studi?- Jimin ci pensò per un attimo. Non aveva mai fantasticato sul suo futuro, non quando l'unica cosa che aveva in mente era quella di non impazzire in quel manicomio, prima dell'arrivo di Taehyung. -Scrivo canzoni per il mio hyung, inoltre amo leggere poesie. Credo che frequenterò l'Università di Lettere.- A quelle parole i tre ragazzi si voltarono verso Yoongi, stupiti. -Davvero il tuo fratellino scrive per te?- Domandò sorpreso Jin. -Si, molte mie canzoni sono state realizzate da lui. Ho un fratellino davvero in gamba.- Rispose il maggiore, scompigliando affettuosamente i capelli dell'altro. Il pranzo trascorse nel migliore dei modi, più di quanto avrebbero potuto aspettarsi. Almeno per gli altri sei. Hoseok non era stato un tipo loquace, era rimasto in silenzio per quasi tutta la durata del pasto, pensieroso. Jin se ne accorse e gli dispiacque per lui. Poco dopo pagarono il conto e decisero di passeggiare per il parco lì vicino. Jimin e Taehyung capeggiavano il gruppo, finalmente il castano si era acquietato e si stava godendo l'appuntamento con il suo fidanzato. -Sei felice?- Domandò a Jimin. Quest'ultimo lo guardò negli occhi, sorrise e si mise in punta di piedi, depositandogli un leggero bacio sulle labbra. -Si, sono felice.-










Taehyung notò con estremo disappunto che il cielo stava mutando. Grossi nuvoloni oscuri volteggiavano sulle loro teste. Subito dopo delle gelide gocce cominciarono a scendere. I ragazzi levarono un lamento e decisero di ripararsi in un bar lì vicino. Hoseok lo riconobbe, era quel locale carino in cui aveva visto quella coppia. Il suo sguardo cadde sulla figura del giovane dai capelli castani ed un pensiero lo colpì come un lampo. Era lui, quel giorno. Era seduto con una donna e ridevano. Si, ne era certo. -Io ti ho visto, l'altro giorno. Ero appena uscito dall'aeroporto.- Disse. Gli sguardi dei suoi amici si posarono su di lui, eppure il ragazzo li teneva fissi sul minore. -Eri qui, insieme ad una donna.- Gli occhi di Taehyung si spalancarono. Sul viso di Jimin si affacciò un'espressione confusa. -Hyung ma cosa dici.- Ridacchiò Jungkook. Aveva i nervi a fior di pelle ma tentò di nasconderlo. -Ti sarai confuso con qualcun altro.- Il tono di Yoongi non ammise repliche. Non potevano permettersi che Jimin venisse a conoscenza del loro segreto. Del suo segreto. Fortunatamente per i tre, il discorso cadde lì, svanendo così com'era comparso. Nel frattempo il temporale imperversava, burrascoso. Non avrebbe smesso presto. Hoseok osservava la pioggia cadere violentemente sull'asfalto. Lui era sicuro di aver visto quel ragazzo, due giorni fa. La porta del locale si spalancò di colpo e due figure minute fecero il loro ingresso. Le due ragazze si tolsero i giacconi oramai fradici e trovarono un posto in cui accomodarsi. Una delle due, quella con i capelli color del grano, si guardava intorno, annoiata. Finché i suoi occhi grandi e schietti non si posarono sui sei ragazzi. Un grande sorriso si formò sul suo volto quando vide i due innamorati, di poco in disparte dal gruppo. Ne riconobbe uno. D'altronde lo avrebbe riconosciuto sempre. -Dae ma quello non è tuo fratello?- Disse alla ragazza seduta di fronte a lei. L'altra spalancò gli occhi a quelle parole e si voltò di scatto. Era proprio lui. E non era da solo. Scorse un ragazzo poco più basso di lui dai capelli corvini. Erano molto vicini e suo fratello gli sorrideva dolcemente, quindi dedusse che quel giovane fosse il suo caro Jimin. -Perché non andiamo a salutarlo?-











-Yerin, non mi sembra una buona idea.- Mormorò Dae. -E perché mai? Io voglio farlo.- Non attese oltre, si alzò dal tavolo a cui erano sedute e si diresse a passo deciso verso quei ragazzi. Anche Dae si alzò in fretta, tentando di fermarla, ma fallendo miseramente. Quando la ragazza si avvicinò al loro tavolo, gli altri alzarono il capo, chi curioso, chi invece scocciato. Soltanto Taehyung aveva rispecchiato nei suoi occhi il terrore. -Yerin.- Mormorò. Quella ragazza rappresentava il suo passato. Un passato che lui non desiderava in alcun modo riportare a galla. -Taehyungie, quanto tempo!- Esclamò raggiante lei. Quel soprannome non sfuggì alle orecchie di Jimin, il quale assottigliò gli occhi, osservando prima lei e poi il suo fidanzato. -Ciao fratellone.- Disse sua sorella. Hoseok la riconobbe subito, era la donna che aveva visto in quel bar. -Oh, lui deve essere quel ragazzo.- Continuò Yerin. Il modo in cui aveva pronunciato quelle parole, non piacquero affatto al corvino. Taehyung si alzò di scatto, lo sguardo furente. -Dev'essere impegnativo il tuo lavoro. Tentare di salvarlo dal suo stesso dolore. Spero che il dottor Wang ti assolva presto da questo dovere. In fondo te lo meriti.- Disse. -Yerin, smettila. Ora.- Tuonò la voce di Taehyung. Nessuno di loro avrebbe potuto prevederlo, nessuno era stato in grado di impedirlo. Quella frase arrivò dritta al cuore di Jimin. La sua mente la elaborò, analizzando ogni parola e comprese. Non disse nulla, non ce n'era bisogno. -Jimin no, aspetta!- Il grido del suo fidanzato non riuscì a raggiungerlo. Tutto apparve di colpo distante mentre si precipitava fuori dal locale, sotto il temporale. Credeva di trovarsi in un sogno. Le sue gambe si muovevano autonomamente, portandolo lontano da tutti e da tutto. Si arrestò soltanto quando una figura familiare si parò dinanzi a lui.
-Ciao, Jiminnie.-

𝐿𝑜𝓋𝑒 𝒴𝑜𝓊𝓇𝓈𝑒𝓁𝒻 ☾𝒱𝓂𝒾𝓃Where stories live. Discover now