Capitolo 11

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-Tu...Cosa ci fai qui?- La profonda voce di Yoongi riecheggiò per il locale. Il suo fidanzato lo prese per un braccio, tentando di calmarlo. Al contrario, il ragazzo dai capelli castani rimase pietrificato. Non avrebbe mai immaginato di poter incontrare la famiglia di Jimin. -Ti ho fatto una domanda.- Continuò il maggiore. Il sangue gli stava ribollendo nelle vene. Taehyung si alzò lentamente e li invitò a parlare in un posto più tranquillo. Salutò la ragazza seduta dinanzi a lui, aveva un'espressione preoccupata ma il fratello la tranquillizzò con un sorriso. Così i tre ragazzi si diressero all'esterno del locale fino ad arrivare in un piccolo parco deserto. Per tutto il tragitto, nessuno aveva aperto bocca. Jungkook sperava con tutte le forze che quel ragazzo non ferisse il suo Jimin. Aveva già subito troppe delusioni. -Taehyung...Potresti spiegarci quello che sta succedendo? Perché sei in un bar invece di stare nella clinica? Non credo ti abbiano già dimesso.- Mormorò il minore. Il giovane lo guardò senza dire nulla. Non voleva rivelare la verità, lo avrebbe perso per sempre. -Parla.- Lo esortò Yoongi. Stava davvero per perdere la pazienza. Non aveva altra scelta, quindi. Così parlò. -Il dottor Wang mi ha proposto un accordo. Avrei dovuto scontare un anno in prigione per aver rubato del denaro da dare a mia sorella ma quell'uomo mi ha proposto di fare del volontariato nella sua casa di cura. Mi ha dato un compito. Dovevo cercare di diventare amico di quel ragazzo scontroso e taciturno, dovevo farlo sentire amato nuovamente. Dovevo curarlo.- Quelle parole si riversarono fuori dalle sue labbra come un fiume in piena. Non si rese pienamente conto del pugno che gli venne sferrato, se non dopo aver assaporato il gusto ferroso del suo stesso sangue. Yoongi teneva ancora il braccio alzato, le nocche macchiate di rosso. -Tesoro non fare così!- Lo supplicò il giovane. -Lo hai illuso, lo hai ingannato!- Urlò il ragazzo dai capelli color menta. -Questo non è vero. Io mi sono innamorato di lui.- Sussurrò. -Io non mi fido di te, ragazzino. Ho sempre saputo che avevi qualcosa da nascondere e che presto o tardi l'avresti ferito.- A quel punto Jungkook si mise tra i due, posando le mani sulle loro spalle. -Io ti credo quando hai detto di amarlo. L'ho visto nel modo in cui lo guardi. Eppure ciò che hai fatto non è stato corretto. Se Jimin dovesse venirlo a sapere, sarebbe la fine. Per questo non diremo niente e ci comporteremo come se nulla fosse accaduto.- Sentenziò.








Quando finalmente tornò da Jimin, lo trovò disteso sul suo letto, il cuscino stretto al petto, come se in qualche modo potesse rimpiazzarlo. A quella vista il suo cuore si riempì d'amore e subito dopo si pentì di averlo lasciato solo. Si avvicinò tentando di non fare rumore e si distese al suo fianco, portando le sue braccia a circondare quel corpo che tanto amava. Un verso di disapprovazione fuoriuscì dalle labbra carnose del corvino ed i suoi occhi color pece si aprirono lentamente. -TaeTae...-Mormorò. Si voltò verso di lui e sorrise. -Sono qui.- Rispose il castano. -Sei qui...-Gli fece eco Jimin. Si sporse in avanti, titubante. Sulle labbra di Taehyung si allargò un sorrisetto nel comprendere ciò che stava per fare. -Perché stai ridendo?- Disse Jimin, bloccandosi di colpo. -Perché sei estremamente adorabile.- Mormorò avvicinandosi e facendo scontrare le loro labbra. Si scambiarono un tenero e delicato bacio. Taehyung non avrebbe mai potuto essere irruento con il suo prezioso Jimin. -Mi sei mancato.- Sussurrò il corvino, depositando un altro bacio sulle sue labbra. -Anche tu. Non immagini quanto.- Rispose, accarezzandogli una guancia. -Com'è andata la seduta?- Domandò il maggiore, posando la testa sul petto dell'altro. Taehyung sospirò e passò una mano tra i morbidi capelli del ragazzo accanto a lui. -Bene, il dottor Wang mi ha fatto delle domande alquanto scomode ma è da lui.- Rispose. -Che tipo di domande?- Volle sapere Jimin. -Sulla mia famiglia.- Rispose dopo un po'. Il silenzio gravò su di loro. Il moro sapeva che quell'argomento era un tabù per l'altro, eppure moriva dalla curiosità di sapere cosa lo avesse portato in quella clinica. -Taehyung, cosa è successo con la tua famiglia?- Si decise a domandare. -Temo che se te lo raccontassi, tu possa avere paura di me.- A quelle parole Jimin corrugò le sopracciglia, incredulo. -Tae, non potresti mai farmi paura.- Il ragazzo dai capelli castani era interdetto, ma quando intrecciò lo sguardo con quello di Jimin, dentro i suoi occhi vide solo amore e fiducia. -Ho tentato di uccidere mio padre.- Sussurrò. Chiuse gli occhi, timoroso di una sua reazione e quando sentì una mano sulla guancia sussultò, ma quando cominciò ad accarezzarlo, si rilassò e aprì lentamente gli occhi. -Era un uomo violento. Picchiava mia madre e non ha mai accettato il mio orientamento sessuale. Terrorizzava mia sorella. Un giorno non ho resistito, colmo di rabbia mi sono scagliato contro di lui e l'ho ferito con una bottiglia rotta all'addome. Non mi hanno arrestato perché sono stato ritenuto incapace d'intendere e di volere. Per questo sono qui.- Jimin ascoltava con attenzione la sua storia ed avvertì una stretta al cuore nel venire a conoscenza di quelle cose. -Ora dove sono tua madre e tua sorella?- Domandò. -Mia madre si è trasferita in Giappone da suo fratello e mia sorella ha trovato delle brave persone a cui fare affidamento. Mio padre invece si trova in prigione e credo che non uscirà per molto tempo.- Mormorò il giovane. Il moro non riusciva a credere che un solo uomo avesse potuto sconvolgere la vita di così tante persone. -E tu? Non hai nessun luogo dove andare?- Volle sapere il maggiore. -Ora sono qui, con te.- Rispose Taehyung. -Non preoccuparti tesoro. D'ora in poi sarò io la tua casa.- Mormorò Jimin sulle labbra del ragazzo, prima di baciarle per poi attirarlo in un caldo abbraccio, inconsapevole delle lacrime che scesero dalle guance del suo amante.








Le dita di Jungkook scorrevano lentamente tra le ciocche color menta del suo fidanzato, mentre quest'ultimo scrutava pensieroso i fogli di spartiti sparsi sul letto con la fronte corrucciata. In realtà non era alla musica che stava pensando, bensì a tutto quello che era accaduto quel giorno. In qualche modo sapeva che presto o tardi quel ragazzino avrebbe fatto soffrire il suo fratellino e lui non lo poteva assolutamente permettere. Quel povero ragazzo aveva già sofferto abbastanza. Una mano calda risalì lungo il suo petto, fermandosi all'altezza del cuore, che aveva iniziato a battere in modo frenetico. Dopo tanti anni, Yoongi non riusciva ancora a spiegarsi quale strano sortilegio gli avesse fatto Jungkook per farlo sentire in quel modo. Delle morbide labbra si depositarono sul suo collo, tracciando una dolce scia di baci che andavano via via salendo. Il capo del giovane si piegò all'indietro, un sospiro fuoriuscì dalle sue labbra. Si voltò verso il minore e catturò le sue rosee labbra con le sue, assaporandole e mordendole delicatamente, prima di spostarsi sul suo collo ambrato,lasciando dei marchi che stavano a significare che il più giovane appartenesse a Yoongi e che nessuno glielo avrebbe mai portato via. Presto i loro vestiti furono gettati sul pavimento e le unghie di Jungkook graffiarono la candida schiena del suo fidanzato in preda al piacere che stava provando grazie a quelle labbra che tanto adorava. D'improvviso quei tocchi cessarono ed il ragazzo aprì gli occhi, confuso. Ciò che vide gli straziò il cuore. L'amore della sua vita lo guardava con gli occhi traboccanti di lacrime, le quali scesero copiose, posandosi sul suo petto. -Amore mio, perché piangi?- Gli domandò asciugandogli le lacrime. -Ho paura, Jungkook. Ho così tanta paura di perderti. Non voglio vivere la stessa cosa che è accaduta a Jimin. Non sopravvivrei.-Sussurrò, la voce spezzata dal pianto. Immediatamente le forti braccia del minore circondarono il suo corpo e lo strinse in un abbraccio protettivo. -Yoongi, tu sei tutta la mia vita. Non potrei vivere anche un solo minuto senza di te, non devi più pensare che io possa mai lasciarti, capito? Sei tutto ciò che conta, per me. Ora e per sempre.-

𝐿𝑜𝓋𝑒 𝒴𝑜𝓊𝓇𝓈𝑒𝓁𝒻 ☾𝒱𝓂𝒾𝓃Where stories live. Discover now