Capitolo 5

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-Taehyung, Taehyung, svegliati!- La dolce voce di Jimin spezzò il suo sonno. Aprì gli occhi lentamente, osservando il corvino già vestito, questa volta però in modo diverso, normale. Indossava una camicia a quadri rossa e dei jeans neri, un bel sorriso stampato in volto. -Cosa sta succedendo?- Domandò, la voce roca per il sonno. -Oggi è giovedì, il che significa che abbiamo la giornata libera.- Esclamò entusiasta. -Giornata libera?- Il castano lo guardò confuso. -Esatto. Possiamo trascorrere ogni giovedì con la nostra famiglia. Esclusi i pazienti gravi.- Spiegò Jimin. Il castano annuì, sospirando. -Non ti vedo affatto contento. Non vuoi trascorrere una giornata con i tuoi cari?- Domandò il ragazzo. -No.- Rispose secco l'altro. Jimin annuì lentamente. Uscirono dalla stanza e percorsero il corridoio fino ad arrivare all'ingresso. I genitori del ragazzo lo stavano già aspettando, affiancati da due giovani, il più basso dai capelli color menta, il più alto dai capelli castani. Non appena lo videro corsero ad abbracciarlo. -Ragazzi così mi soffocate.- Ansimò Jimin. I due lo lasciarono andare e gli occhi del più basso si posarono sulla figura di Taehyung. Il corvino seguì il suo sguardo e sorrise. -Mamma, papà, oggi avremmo un ospite con noi. Vi presento il mio amico, Kim Taehyung.- Disse loro. Cosa? Il castano lo guardò confuso, mentre il maggiore si avvicinava a lui, prendendolo per mano. -Pensavi che ti avrei lasciato solo?- Il giovane non sapeva cosa dire e si lasciò guidare verso una macchina di colore rosso. -Ah giusto, loro sono Min Yoongi e Jeon Jungkook, i miei migliori amici.- Disse indicando il ragazzo che si era appena seduto alla guida e l'altro al suo fianco. -Allora ragazzi, dove andiamo?- Chiese il corvino.- I tuoi genitori ci hanno dato il permesso di passare il pomeriggio insieme ma questa sera ti vogliono a cena con loro.- Parlò Jungkook.- D'accordo.- Intanto il castano osservava ogni movimento di Jimin, chiedendosi come avesse potuto concepire l'idea di un atto così estremo come il suicidio se aveva una famiglia e degli amici che tenevano a lui. Taehyung invece, non aveva nessuno.














Si fermarono in un locale per pranzare e Jimin si sbizzarrì nella scelta del cibo. Nel centro di riabilitazione il cibo non era dei migliori. -Stai fissando il mio ragazzo.- Disse Yoongi. Sul loro tavolo calò il silenzio. Il corvino si voltò verso il suo migliore amico confuso, per poi seguire il suo sguardo omicida. Taehyung stava osservando Jungkook, o meglio, i suoi occhi si erano posati su di lui ma la sua espressione era distante. -Sei sordo per caso?- Il ragazzo dai capelli color menta stava iniziando ad arrabbiarsi. -Tae?- Lo scosse il suo amico. -Si?- Rispose, guardandolo. -Avevi gli occhi addosso al mio ragazzo.- Ripeté Yoongi. -Oh mi dispiace, non me ne ero accorto.- Il maggiore non rispose ma assottigliò gli occhi. -Sta tranquillo, Tae. È solo che Yoongi è un tipo geloso.- Ridacchiò Jimin. -Ah tesoro, ogni volta devi comportarti in questo modo? Ti ho sempre detto che la tua gelosia è insensata.- Lo rimproverò Jungkook. Yoongi sbuffò infastidito ma non rispose. Terminarono di consumare il pranzo per poi dirigersi nel centro della città, ammirando le vetrine già decorate con addobbi natalizi. Jimin sperava davvero di essere dimesso prima di Natale, non voleva di certo passarlo in quel posto. Quel giorno Seoul era affollata di persone e rimaneva difficoltoso ai ragazzi camminare per le strade. Un giovane dai capelli arancioni passò di fianco al corvino, scomparendo subito dopo tra la moltitudine delle persone. Jimin s'immobilizzò. Hoseok? No, non poteva essere vero. Lui lo aveva abbandonato, aveva lasciato la città. Non riusciva più a muovere le gambe, il respiro divenne affannoso e la vista divenne sfocata. -Jimin!- Taehyung si precipitò da lui, afferrandolo per le braccia prima che cadesse al suolo. -Jimin, Jimin, stai bene?- Il castano continuava a chiamarlo, ma il ragazzo non avvertiva più nulla. -Dobbiamo portarlo in ospedale!- Gridò Taehyung agli altri due. Yoongi scosse la testa e prese il suo fratellino tra le braccia, strappandolo bruscamente a lui. Lo fece accomodare nella sua auto e guidò fino all'arrivo davanti l'abitazione del moro. Ordinò a Jungkook di aprire la porta e lo scortò fino in camera sua, posandolo poi dolcemente sul letto. -Starà bene, ha solo avuto un attacco di panico. L'unica cosa che dobbiamo fare è attendere il suo risveglio.-









-Da quanto tempo conosci il nostro Jimin?- Domandò Jungkook, spezzando il silenzio che si era formato nel salotto di casa Park. -Da una settimana, ormai.- Rispose Taehyung. Da quando Jimin non si era sentito bene, il ragazzo lanciava continue occhiate nella direzione delle scale, sperando di veder spuntare il suo amico da un momento all'altro. D'altro canto Yoongi era rimasto a vegliare su di lui e aveva letteralmente cacciato gli altri due dalla stanza. Yoongi era il fratellastro di Jimin ed era molto iperprotettivo nei suoi confronti, infatti la prima volta che Jungkook lo conobbe, credette che avesse una cotta per il suo migliore amico, ma più in là si era rivelata essere solamente affetto fraterno. Il suo sguardo si posò sulla figura seduta difronte a lui, osservandolo mentre giocava nervosamente con le dita, segno che fosse preoccupato.-Ci tieni a lui, non è vero?- Chiese il minore. Taehyung lo guardò confuso ed il giovane si spiegò meglio. -Lo leggo nei tuoi occhi. Anche se vi siete conosciuti da poco hai a cuore la sua salute.- Il castano non sapeva come rispondere ma infondo aveva detto la verità. Nonostante fossero quasi degli sconosciuti, il corvino stava diventando una parte importante della sua vita, forse l'unica. -Non mi sono mai preoccupato così tanto per una persona ma Jimin è...- Jungkook annuì, terminando la frase del maggiore. -....Speciale, lo so. Per questo non voglio che gli venga fatto del male, ma questo non succederà, non è vero?- Gli chiese. Le labbra di Taehyung si mossero per articolare un "Si" ma non ne uscì alcun suono. Questo non avrebbe potuto garantirlo. Un rumore di passi che lentamente scendevano le scale fece mettere sull'attenti i due ragazzi, i quali si voltarono verso la minuta figura di Yoongi. -Si è svegliato.- Taehyung si precipitò nella stanza in cui si trovava il suo amico e lì lo vide, il viso pallido, profonde occhiaie sotto gli occhi. -Hey.- Sussurrò. -Hey.- Rispose Jimin con voce roca. -Mi dispiace averti spaventato ed aver rovinato questa giornata.- Mormorò il corvino. Il minore si avvicinò a lui, sedendosi al lato del letto.- Non dirlo nemmeno per sogno.- Rispose. La sua mano si mosse senza il suo permesso, tracciando una dolce carezza sulla guancia del ragazzo. Era fresca e morbida. -Sono felice che tu sia qui con me, Taehyung.- Sussurrò. -Anche io, Jimin.-











Salve lettori! Mi scuso per l'attesa ma la scuola ha avuto inizio e sono stata subito inondata di impegni. Mi scuso anche per il capitolo che non è uscito un granché ma saprò farmi perdonare. D'ora in poi cercherò di aggiornare ogni sabato un capitolo per storia, sperando di riuscire a farcela. Buona serata! ^^

QueenEternity98

𝐿𝑜𝓋𝑒 𝒴𝑜𝓊𝓇𝓈𝑒𝓁𝒻 ☾𝒱𝓂𝒾𝓃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora