Baciata dalla fortuna

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Divento così rigida da sembrare un blocco di cemento. Naomi mi guarda con un velo di orrore negli occhi, ben sapendo che cosa sta per succedere.
"Ve ne dovete andare, subito. Dalla porta sul retro." Le parole mi escono a scatti.
"Amore, che c'è?" Sussurra Dimi al mio orecchio. Mi volto e lo fisso sgomenta.
"I miei genitori sono qui."
Si alza di scatto e afferra Patrick per un braccio. Lui non capisce e guarda Naomi in cerca di una spiegazione.
"Dobbiamo togliere le tende amico. I due stronzi sono qui, in casa." Lo ragguaglia, Rick capisce al volo.
"Okay, a dopo." Muovono un passo, ma Karen che entra manda in fumo la loro fuga.
"Tesoro, ci sono i tuoi genitori. Venite di là, così ve li presento." Si rivolge a me e ai ragazzi.
Io sono la prima che si muove. Mi alzo e vado in soggiorno a passo stanco.
"Ciao, che ci fate qui?" Domando loro, non appena me li trovo davanti.
"Siamo venuti a sostenere i nostri amici. Come stai tesoro?" La voce e il tono sono così finti, usati appositamente per fare scena, che mi chiedo come sia possibile che nessuno se ne sia mai accorto.
"Stanca. Ma di certo non posso lamentarmi." Uso quel tono duro e sprezzante, tipico della vecchia me, contro di loro.
"Grazie per essere venuti", si intromette la mamma di Naomi, "Abbiamo anche altri due ospiti, Patrick e Dimitri. Amici delle nostre figlie."
Osservo di sottecchi i miei, notando le loro espressioni schifate.
"Bene, Karen, dato che hai così tanto sostegno, puoi benissimo fare a meno del nostro.
Abbiamo molte cose di cui occuparci, siamo passati solo per un saluto e per rinnovare il nostro cordoglio. Luna, andiamo."
La mamma non sente ragioni. Non vuole che resti, altrimenti potrei prendere chissà quale malattia. Mi scappa da ridere, pensando alla sua reazione se la sapesse tutta.
"C'è qualcosa di divertente?" Chiede mio padre.
"In effetti sì. Voi andate pure, io resto. Tranquilli, non prenderò alcuna malattia." Sono così furibonda che non mi importa neppure di sfidarli davanti a testimoni. Credo che la soglia dell'odio nei loro confronti, sia abbondantemente oltrepassata.
"Come, scusa?" La mamma è basita.
"Hai sentito, resto qui con la mia amica. Io non ho altro da fare, a differenza vostra."
Anche se sono di spalle, percepisco l'ondata di stima che parte dagli altri quattro.
"Beh, tesoro, da fare ne hai. James e i suoi saranno a pranzo da noi, quindi sbrigati." Il tono è pacato, ma io leggo sotto di esso.
"Te l'ho già detto e ripetuto, ho chiuso con James.
Non è più un mio problema, così come non sono costretta a passarci del tempo. Buon divertimento." Volto loro le spalle e raggiungo la mia amica.
"Bene, ce ne andiamo. Ciao Karen, saluta tanto tuo marito." Entrambi escono da quella porta impettiti.
So bene che ci saranno dei conti da regolare, non appena farò ritorno alla mia abitazione.
"Luna, tesoro, va tutto bene?" La signora Roger mi affianca.
"Certo, tutto benissimo. Solo dei contrasti con loro, che si ostinano a volermi far frequentare un ragazzo che non sopporto." Non è tutto, ma perché metterla in agitazione più del dovuto?
"Oh, capisco. Ma credo che lo facciano per il tuo bene, anche se non approvo il metodo. Ognuno dovrebbe essere libero di stare con chi vuole."
Dio, se adoro questa donna.
"Mamma, non è il caso, lascia stare. Non puoi capire." Si intromette sua figlia.
"Sai, tesoro, non sono così sciocca come credi. Ho capito che tra Luna e Dimitri c'è dell'affetto."
La guardo a bocca aperta.
"Che hai da fare quella faccia? Sono una donna, per di più abbastanza grandicella. Capisco al volo quando due anime sono affini." Mi sorride.
"Karen, la prego..." ma mi ferma alzando la mano.
"Non dirò nulla. Non sono fatti miei e so come ragionano Janine e Curtis. Il vostro segreto è al sicuro con me."
Le plano addosso, con così tanta foga da farla barcollare.
"Stai tranquilla" mi dice, non appena ci sciogliamo dall'abbraccio, "potete essere voi stessi in mia presenza. Nessuno tradirà il vostro segreto." Guarda anche Dimi, che le sorride grato, per poi allungare la mano.
"Bene, andiamo ad arrostire la carne." Ci distrae.
"Troppo tardi, tesoro, ho già preso le redini. Forza, ragazzi, ho bisogno di due aiutanti." Il signor Roger entra in scena e rapisce i nostri ragazzi.
Li seguiamo, andando a preparare la tavola e a friggere le patatine, riscaldando anche il pane.
Una volta espletati i compiti, ci sediamo a tavola e mangiamo, chiacchierando serenamente per il resto del tempo.
E da sotto il tavolo, per tutta la durata del pranzo, le nostre mani sono intrecciate l'una all'altra.

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