Di nuovo me stessa

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Ritorno nella sala d'attesa, trovando le ragazze che guardano a bocca aperta il cellulare di Jen.
"Non ci posso credere, ha davvero avuto il coraggio di postare il video!" Sento che Allison sussurra con disprezzo.
"Che video?" Domando con tono fermo, avvicinandomi a loro.
"Luna, forse non è il caso." Ci prova Naomi, ma senza alcun risultato. Strappo il telefono dalle sue mani e rimando indietro il video.
Qualcuno, che mi premurerò di avere tra le mani più avanti, ha girato un video dello scontro.
Vedo in diretta che cosa è successo: all'inizio era Cobra a menare le mani, poi, d'un tratto, James gli dice qualcosa che lo distrae. Ed è quello il momento in cui gli balzano addosso.
Due dei compari lo tengono, mentre gli atri tre si sfogano su di lui, in testa a tutti c'è James. Stoppo il video a metà, troppo orripilata dalla visione. Cobra non mi piace, non andiamo d'accordo e ci detestiamo, ma questa è una carognata che neppure io farei.
Lascio il cellulare a Jen prendendo il mio dalla borsa. Compongo il numero di Jimmy e lo affronto.
"Amore, sei ancora arrabbiata?" Mi saluta con un tono così tranquillo, che se lo avessi davanti lo strozzerei.
"Ci puoi giurare. Ho visto come sono andati i fatti, non mi piace neppure un po'. Attaccarlo così, in netta superiorità numerica, è veramente da vigliacchi. Non mi hai di certo dimostrato di essere uno con le palle, che merita la mia attenzione." Colpisco nel suo punto debole, lo sento dal respiro accelerato che produce.
"Da quando ti schieri coi pezzenti?" Rigira contro di me la frittata.
"Sarà anche un pezzente, ma almeno non è un disonesto e un vile. Ti ha sfidato alla pari, tu invece..."
"Io invece cosa? Ho solo dimostrato di essere più furbo. Pensi davvero che sarebbe stata una sfida equa?
Mi avrebbe massacrato, ho solo messo le mani avanti. Magari i tuoi genitori potranno dirci la loro, tesoro."
Mi gela il sangue con queste parole. Se mette i miei nel mezzo sono fregata.
"Parenti di Volchek?" Chiede una voce, da poca distanza.
"Devo andare, ne parliamo domani."
Raggiungo il dottore e mi qualifico come fidanzata. Non direbbero nulla altrimenti.
"Bene, signorina, non è messo così male.
Ha una costola incrinata, diversi lividi e gli occhi un po' sofferenti. Gli abbiamo fasciato il costato, messo della pomata sulle ecchimosi e dato un unguento per evitare che si lesioni la vista. Deve prendere gli antidolorifici, tre volte al giorno ogni sei ore. Fare degli impacchi sugli occhi e mettere la pomata prima di andare a dormire. Ha compreso tutto?"
"Certo, tutto chiaro. Tra quanto può uscire?" Sono impaziente.
"Ha appena fatto TAC, che è risultata negativa. Una decina di minuti e glielo rimando."
Ci stringiamo la mano, poi se ne ritorna dietro le porte automatiche.
"Ehi, allora?" Chiedono le ragazze. Riferisco loro il responso medico, tirano un sospiro.
"Beh, poteva andare peggio. Quel ragazzo ha una gran fortuna." Non la penso come lei, ma taccio per evitare futili discussioni.
Dieci minuti esatti più tardi, eccolo che fa il suo ingresso.
"Ehi." Lo saluto, mettendomi a spingere la carrozzina a rotelle.
"Che ci fai ancora qui? Sei in pena per me?" Non ha perso l'arroganza.
"No di certo, ma non saresti potuto tornare a piedi. Ed ecco spiegata la mia presenza. Vieni, ti aiuto a salire. Devi darmi il tuo indirizzo."
Me lo comunica a denti stretti, io lo inserisco nel navigatore, dato che non sono mai stata in quella parte della città. Il viaggio è silenzioso, lui non spiccica parola e noi pure.
Arrivati a destinazione, lo aiuto a smontare e lo guido vero la porta. Mi porge le chiavi ed io apro la porta, aiutandolo ad entrare.
Non mi soffermo a osservare la sua casa, non mi interessa.
Lo faccio sedere sul divano e gli faccio un riepilogo della terapia che deve seguire.
"Devo avvertire qualcuno, che magari ti possa aiutare?" Sono in vena di generosità, questa sera.
"No, ci penso io. Ciao." Mi saluta sbrigativamente, quasi con maleducazione.
"Sei sempre il solito. Colpa mia, sono una totale cretina. Ciao Cobra, rimettiti presto." A lunghe falcate guadagno l'uscita, mi chiudo la porta alle spalle e mi costringo a dimenticare: le botte, lo stato in cui era, lui.  

***

Il tempo è trascorso ed io finalmente sono ritornata me stessa.
Dopo averci riflettuto bene, mi sono resa conto di aver subito un blackout momentaneo.
Ho fatto pace con Jimmy, con cui esco regolarmente, non sono più andata alle gare clandestine, ho archiviato quella fase definitivamente.
"Dobbiamo sbrigarci, se ci vogliamo accaparrare i vestiti migliori. Tutta la Hollywood bene sarà già da ore per negozi." Allison sbuffa, dopo questo poco incoraggiante discorso. (*)
"Mamma mia che lagna che sei. So io dove andare, non abbatterti subito. Sei così pallosa a volte." Le rispondo sgarbata, mi dà sui nervi quando fa così.
Entriamo nel mio atelier preferito, che già è molto frequentato.
"Signorina Liver, buonasera. Che cosa le serve?" La direttrice di sala ci accoglie con un caldo sorriso.
"Mi pare ovvio: i vestiti migliori.
Mi auguro che ce li abbia tenuti da parte, altrimenti perderà delle clienti molto affezionate." E non solo, perderà tutte le clienti, dopo che le avrò fatto terra bruciata attorno.
"Certo, venga, le faccio vedere."
Quelli che ci troviamo davanti sono abiti davvero belli, meravigliosi direi.
"All'opera, ragazze."
Esordisco planando su una delle rastrelliere.
Ci proviamo molti abiti e alla fine troviamo tutte quello che fa per noi.
Il mio abito è nero, con un generoso scollo sul davanti, di seta e con applique perlage in rilievo. Si chiude sul collo un piccolo fermaglio. La cintura in vita è in raso, di una bellissima tonalità oro. Decido che questo sarà quello che indosserò. Cerco anche delle scarpe da abbinare, trovando dei sandali aperti, con tacco, sempre dorati, con dei lacci che si intrecciano fino al ginocchio.
La gonna arriva a metà coscia, aderendo perfettamente al mio corpo.
"Diavolo, sei uno schianto! A James verrà un colpo!" Si complimenta Jen.
"Ed è esattamente quello che voglio.
Avete finito? Dobbiamo ancora prenotare trucco e parrucco." Sono sempre a perdere tempo, vittime dell'indecisione più profonda.
"Sì, ci sbrighiamo." Commentano in coro.
Le aspetto picchiettando nervosamente sul pavimento, con le mie Jimmy Choo.
Mezz'ora più tardi abbiamo terminato il giro e ce ne andiamo a prendere un aperitivo.
"Conosco un locale carino, vi va di provarlo?" Propone Naomi.
"Se proprio non ne possiamo fare a meno, basta che non sia uno di quei posti pieni di sfigati, che ultimamente ti piacciono così tanto!" La devo mortificare per sentirmi bene con me stessa, riuscendo nell'intento.
"Sei tornata più pimpante che mai, cara." Si beffa, con una voce falsamente dolce.
"Ci puoi scommettere. Avere a che fare con quel relitto è stato solo un momento. Fortuna vuole che me ne sia resa conto subito.
James è quello giusto per me."
"Beh, ti preferivo quando eri umana. Essere ricca non fa di te una bella persona. Sei una stronza, maligna e cattiva."
Freno bruscamente e per tutta risposta lei scende dalla macchina.
"Ma che diavolo le prende? Non è che si fa scopare da qualche povero sfigato, amico di Cobra, e si sente punta sul vivo?" La diffamo a più non posso.
Un'occhiata alle altre mi conferma di aver visto giusto.
"Non ci credo! Se la fa davvero con quelle merde?" Storco il naso al solo pensiero.
"Sono affari suoi Luna. Criticarla per le sue scelte non è di certo una dimostrazione d'amicizia." Mi riprende con tono fermo Allison.
"Amicizia? Non vi sembra che le sia amica, mentre voi la fate accoppiare con chiunque, neppure fosse una maledetta cagna meticcia!" Mi esce rabbiosamente.
"Adesso stai passando il segno! Fai una cosa, datti una cazzo di calmata e chiama quando sarai più incline ad essere un'amica. Non un stronza, viziata ed egocentrica."
Imitando l'altra, smontano velocemente raggiungendola.
Parto a tutta velocità, con il livore nel cuore e la rabbia che mi divora.
Le domestiche sono la mia valvola di sfogo. Le umilio come mai fatto prima e, addirittura, ne colpisco una tirandole dietro la borsa.
"Ma che cavolo succede?"
La mamma fa il suo ingresso nel salone, vedendo in che stato siamo io e le sguattere.
"Andate, veloci!" Strilla loro contro.
Si volatilizzano come in uno spettacolo di magia.
"Si può sapere che diavolo hai?" Incrocia le braccia e attende una risposta.
"Niente, sono nervosa. Che cosa ti importa se le tratto male? Sono solo delle immigrate sfigate!" Vado al mobile bar e mi verso mezzo bicchiere di vodka.
"Non me ne frega nulla, né di te né di loro. Non ti devi permettere di agire così. Se lo venissero a sapere i Crawford manderebbero all'aria l'accordo, stupida ragazzina ingrata."
"Non lo farò più. Vado di sotto, devo sbollire. Ho litigato con le ragazze e..." la sua mano mi ferma.
"In quale modo tu credi che mi possa interessare? Sbrigatela da sola, ma attenta a come ti muovi."
Vado a cambiarmi, ignorando la servitù che mi lancia occhiate di pietà.
Mi metto degli shorts e una canotta, tornando dabbasso per sfogare la mia frustrazione in palestra.
Ebbene sì, sono frustrata. Il sesso con James è ancor peggio dello scadente. Non si preoccupa dei miei bisogni, non riesce a farmi godere. Anzi, non riesce a farmi venire nemmeno per sbaglio.
So che è per questo motivo che sono scattata con Naomi. Il fatto che frequenti uno di quei ragazzi, mi riporta inesorabilmente in testa lui.
Il bacio che ci siamo dati, come mi sono sentita. Un'eccitazione così non l'ho mai provata, ed è palese che io non sia una suora.
Mi butto sul tappeto elettrico e inizio a macinare un chilometro dopo l'altro, portando il corpo allo sforzo estremo.
Quasi svengo, quando mi fermo, costringendomi a distendermi per terra.
Il tempo di respirare e poi decido che, dopo una doccia, è arrivato il momento di fare pace con le ragazze. Questo periodo di lontananza mi ha fatto comprendere quanto mi manchino. Anche se non lo ammetterei neppure sotto tortura, stare con loro mi piace.
Faccio abbastanza in fretta, metto dei leggins grigi, una maxi maglia bianca con scritto Tiffany in lettere oro e stivaletti a mezzo polpaccio color fumo di Londra. Una volta pronta afferro la borsa e me ne vado dalle mie amiche.

L'accoglienza non è delle più calorose, ma non posso pretendere che mi perdonino così dal nulla.
"Che cosa vuoi, Luna? Insultare e denigrare di nuovo?" Naomi è sul piede di guerra, la capisco benissimo.
"Veramente vorrei chiedere scusa. Mi sono comportata male, per una serie di ragioni."
Mi guardano con tanto d'occhi, poco avvezze a delle scuse da parte mia.
"Che ti è successo?" Allison mi passa un braccio sulle spalle, direzionandomi verso il letto, dove sono anche le altre.
"Promettete di non dire mai nulla? E, contrariamente a quel che faccio io, di non giudicare?" Spero che la verità possa servire.
"Certo. Dicci tutto!" Si mettono comode, incrociando le gambe e si dispongono all'ascolto.
"Il sesso... io e Jimmy non siamo compatibili. Sono sempre nervosa e frustrata. E come se non bastasse, sentirti parlare del ragazzo con cui ti vedi mi ha fatto tornare in mente Dimitri."
"Quindi è questo il punto, Dimitri?" Sono al limite del comico, con le loro espressioni basite.
"Credo proprio di sì. La sera che li incontrammo al locale, beh, ci siamo baciati. Non ho mai provato nulla del genere, credetemi." Inizio il racconto.
"Neppure con Jack?" Si riferisce al mio ex, Jennifer.
"No, neppure con lui. È una cosa diversa, trascendentale. Mi fa sentire viva... come se avesse il fuoco nelle vene. Che cosa devo fare?" Le stupisco ulteriormente chiedendo consiglio.
"Molla quello stoccafisso e datti alla pazza gioia con Cobra, mi sembra facile." Suggerisce Naomi.
"Forse lo è per te, che non hai due genitori che ti usano come merce di scambio per portare a fine l'affare del secolo."
"Aspetta, che vorrebbe dire?" Jen non ci arriva.
"Allora, vi spiego: come sapete James è il figlio dei Crawford. Mio padre vuole mettersi in società con lui, così, sapendo del loro amore verso l'unico figlio, mi usano per arrivare a loro.
Io sto con Jimmy, papà ha la strada spianata per la nuova acquisizione."
"Dio, è disgustoso. Mi spiace Luna, non ne avevamo idea. Perché non ce lo hai detto prima, ti avremmo sostenuta!" Esclama.
"Perché sapete bene come sono fatta. Ma adesso ne siete a conoscenza, quindi?"
Riflettono con calma. Vedo che vagliano le varie soluzioni. Allison, alla fine, ha il lampo di genio.
"Mantieni le apparenze con James, ma di nascosto ti vedi con Cobra, no? Noi ti terremo il sacco."
"Sei un genio, sai? Non ci avevo pensato.
Sarà una cosa solamente fisica, niente sentimenti ovviamente. "
Ci tengo a chiarire di che genere sarà la relazione.
"Tranquilla, lo sappiamo. Beh, direi che la fortuna ci assiste, indovina un po' chi si esibisce stasera?" La sua aria sorniona mi fa ridere di gusto.
"Bene, allora non ci resta che farci belle. Mi presti i trucchi?"
E su questo nuovo stato d'animo, ci prepariamo all'imminente serata. 

* So che qualcuno può aver notato la discrepanza sulla città in cui è ambientata la storia. Ho deciso di modificarla, passando dall'Upper East Side a Hollywood, perché avevo necessità di una zona costiera, con temperature elevate, mare e spiagge. 

 

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SIAE Broken Love - Harper High Series SU AMAZONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora