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La vita, molto spesso, ci pone davanti ad opportunità, sfide o scelte che possono essere facili o difficili da cogliere. Nella nostra quotidianità compiano scelte senza nemmeno rendercene conto: i vestiti da indossare la mattina, cosa mangiare per pranzo, che colore di rossetto mettere o come fare le unghie una volta andate dall'estetista. Ed è giusto così. È giusto che ogni adolescente debba preoccuparsi di questi piccoli 'problemi' a mio avviso stupidi. Che poi a questa età nulla deve essere preso sottogamba: tutto sembra eterno e involubile. Stupido, no? Pensare che se sei single a 16 anni lo sarai per sempre, o che se sei bionda a 17 quello sarà il tuo colore per tutta la tua vita. Ragazzi, apriamo gli occhi! Anche se non ce ne rendiamo conto noi cambiamo ogni singolo giorno. I nostri gusti, le nostre amicizie, il nostro aspetto fisico, le nostre idee, le nostre capacità, i nostri ricordi. Tutto è volubile.
Ma sapete cosa è peggio? Siamo condizionabili. Veniamo costantemente condizionati da pubblicità, da mode e dai nostri coetanei. Prima di fare una scelta importante, infatti, tutti ci poniamo una domanda... cosa penserà la gente?

"Continui a rimandare" Kyle sussurrò seguendo con lo sguardo Logan, il quale era determinato a portare a termine la partita contro il liceo del Sud nei migliore dei modi.

"Non è facile" non distolsi gli occhi nemmeno per un attimo dalla nostra squadra di football. Anche se non capivo una mazza di quel gioco, non ci voleva di certo un genio per intuire che Colton e Logan erano davvero forti. Avrei osato paragonarli al Messi e al Ronaldo del football.
Kyle si girò verso di me e percorse con gli occhi il mio profilo.

"Non puoi prendere una decisione senza consultarlo, Cam"

"Non è facile Kyle" ripetei io scandendo meglio tutte le parole. "Non so come dirglielo... e fino ad ora non mi si è nemmeno presentata l'opportunità" girai leggermente la testa facendo scontrare i nostri occhi.

"Sono passati 10 giorni" mi fece notare lei non dando retta alle mie parole "di tempo ne hai avuto anche a sufficienza"

Sbuffai, raccolsi il mio zaino e mi alzai.
"Sono venuta qui per avere un attimo di pace" misi la cartella in spalla "se avessi voluto sentire una predica sarei andata da Dylan."

"Cazzo... scusa" strizzò gli occhi e si prese il setto nasale fra le dita, poi scosse la testa "sono una stronza"

"A volte lo sei" sistemai una ciocca ribelle dietro l'orecchio per poi guardarla dall'alto a basso "devo fare una passeggiata per schiarirmi le idee"

"Cam... "
Scossi la testa.
"Glielo dirò, va bene? Devo solo trovare le parole giuste da dire"
Mi voltai e feci per andarmene.

"Non voglio litigare Cam"
Scesi dagli spalti facendo un salto.

"Non sono arrabbiata, voglio solo riflettere" le rivolsi un sorriso forzato, poi girai sui tacchi e decisi che casa sarebbe stata la mia prossima meta.

***
Le gambe tremanti, la vista offuscata dai troppi pensieri e la nausea opprimente. Mi sentivo esattamente così ogni volta in cui pensavo a tutti i problema che dovevo affrontare, spesso facevo anche degli elenchi per aiutarmi a mettere le carte in tavola.
Il primo era come dire della gravidanza a Colton.
Il secondo, invece, riguardava la decisione importante che avrei dovuto prendere riguardo al diventare mamma o meno.
Il terzo, quello che mi spaventava di più, era la reazione di Logan a tutto ciò.
Il quarto comprendeva mamma e Frank... avrei dovuto dirglielo indipendentemente dalla mia scelta? Anche se avessi deciso di abortire?
E l' ultimo ma non meno importante... cosa avrebbero pensato le persone di me?

Mi presi la testa fra le mani incapace di pensare lucidamente. In quei momenti mi tornavano alla mente le ruvide mani di Colton sulla mia schiena, la sua lingua al sapere di Jim Lemon sul mio collo e il suo profumo di fumo mischiato a qualche alcolico a me sconosciuto sulla mia pelle.

CamiWhere stories live. Discover now