Chapter 19

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Aprii gli occhi vedendo difronte a me il letto di Enn, sopra il quale lei ancora dormiva serena e tranquilla.
Il suo volto esprimeva spensieratezza, la sua carnagione chiara garantiva in lei purezza, quel presentimento che potevi fidarti di lei.

Mi alzai dal letto dirigendomi nel bagni accanto alla stanza mia e di Enn, apro la porta di legno con molta lentezza, perchè sono così ansiosa e nervosa allo stesso tempo? Mille domande si ripetono nella mia testa cercando un filo logico tra di loro per analizzare questo mio stato d'animo.

Finita una breve doccia, per darmi una rinfrescata e giusto per non emanare quell'odore non molto gradevole.
Nonostante io mi stessi lavando pensavo al perchè oggi io sia così, non riesco a capirmi, Una crisi esistenziale. HA HA HA HA davvero molto divertente.

Dopo poco mi rendo conto dei vestiti, non ho dei vestiti, non posso mica scendere al piano di sotto con un semplice accappatoio, che faccio?.
Cerco di asciugarmi per bene e coprirmi con il sottile strato di stoffa che ricopre la mia pelle.

Avevo fatto anche lo Shampoo, prendo il phono e non asciugo del tutto i capelli, li spettino cercando di eliminare tutti i nodi che possiede la mia capigliatura non molto accettata da me.

Mi guardo allo specchio, provando e non riuscendo, a non far notare la mia estrema taglia di tette che porto.
Non posso mica scendere così, penserà che sia una maniaca sessuale e ciò che è successo ieri sera non aiuta per niente affatto.

Vero! Il bacio. Forse è per quello che sono così di scarso umore, in fondo, se non l'avrei baciare io lo avrebbe fatto lui. Lo spero.

Esco dal bagno mettendomi un paio di ciabatte che ho trovato sotto il letto mentre cercavo un ferma capelli che potesse tenere immobile la ciocca che ricade sui miei occhi dandomi solo prurito, che prevedibilmente non ho trovato.

Scendo le scale con la punta dei piedi cercando di non far rumore con le ciabatte.
Faccio scorrere la mia mano sulla ringhiera di legno bianco, con fare misterioso scendo la prima rampa di scale, ritrovandosi alla seconda, molto breve.

Stefan, intento a mangiare i biscotti senza maglia, vedo che ne io e nemmeno lui siamo ben vestiti.
Sentendo uno strano rumore, procurato dalla sottoscritta, quest'ultimo alza lo sguardo per poi abbassarlo subito dopo.

Solleva nuovamente il volto fermandosi perfino di mangiare il biscotti, che accidentalmente gli va di traverso.
Non ha mai visto una ragazza in accappatoio in tutta la sua vita?

Si schiarisce la voce bevendo un pò d'acqua in modo da permettergli di parlare e formare una frase di senso compiuto. "Come mai sei in accappatoio?" Domanda, cercando di non abbassare lo sguardo sui miei seni.

Giochiamo un pò, rallegriamo la mia giornata. "Se ti ricordi ieri sera, non mi hai permesso di prendere dei vestiti." Mi fermo un'attimo avvicinandomi a lui molto lentamente, con una voce dolce e serena.

"E cosi, non ho nulla da mettermi, Stef." Appoggio le mani al Piano Bar, abbassa gli occhi, diciamo che è un pò imbarazzante.

"Vieni... Ti do dei vestiti" Afferma, sorpassandomi, anche lui offre una bella vista, Che per tutto il tempo ho cercato di resistere a non abbassare i miei bellissimi occhi su quel fisico da dio.

Mi porta nella sua stanza dominata da soli due colori, nero e rosso.
Con un enorme tappeto bianco, non male.

Prende una maglia a maniche lunghe bianca con un piccolo logo della squadra di calcio "Real Madrid".
E poi il pantalone di una tuta nera della Nike.

"Ti piace il Real Madrid?" Domando incuriosita.

"Si, ho sempre avuto qualcosa che mi lega a questa squadra di calcio." Dice chiudendo il cassetto dove sono messi tutti o suoi vestiti.

"Tutti abbiamo qualcosa il quale ci accomuna è come se facesse parte di noi, come se facesse parte del nostro cuore." Dico guardando la maglia che stringo fra le mani.

"Metti i vestiti, dobbiamo fare una cosa." Esce dalla sua stanza lasciandomi da sola Dobbiamo fare una cosa.

Tolgo l'accappatoio e metto i vestiti che mi ha dato.
Mi avvicino a una specchio che è posizionato difronte al letto, mi guardo aggiustandomi i capelli. Ho bisogno di un cappello.

Esco dalla stanza, aggiustando la maglia dentro la tuta Dell'Adidas scendendo le scale.
Mi guardo per un ultima volta come sono messa con i vestiti che Stef mi ha dato.

"Stef? Hai un cappello?" Si gira verso di me, forse stava preparando qualcosa. Alza la mano come per dire 'Un'attimo'.
Si allontana a va verso l'appendi abiti, afferra un capello con la scritta Nike.

Lo lancia verso di me, che io prontamente afferro e indosso subito.
"Sei pronta?" Mi chiede freddo, guardandomi. "Avrei un pò di fame" Dico sedendomi nello sgabello del piano bar.

Mi raggiunge appoggiandosi al piano di cottura e prendendo un cornetto con crema bianca.

"Adesso possiamo andare." Prendo il cornetto iniziando a mangiarlo, ti correggo, Divorarlo. Fa lo stesso.

"Lo mangi in macchina?" Annuisco e per poi venirmi in mente, Enn non lo sa.

"Ma Enn-?" Chiedo con la bocca piena, subito dopo notare Stefan esprimere una smorfia di disgusto verso la mia bocca aperta che mostra il cubo sminuzzato. Ops, ha visto il cibo dentro la mia bocca.

"L'ho già avvisata" Afferma uscendo dalla grande casa, che definirei più una villa e andare verso la sua macchina.

"Andiamo da Gemello L.E.L"

"Che sarebbe...?" Lo guardo con un volto dubbioso.

"A breve vedrai." Dice mettendo in moto la macchina e partendo a velocità.

Powerful [COMPLETA] ||Stephen James.Where stories live. Discover now