32: Injured. Not dead.

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Dopo quella che sembra un'eternità di processo lento, le mani di Taehyung cadono in sconfitta. "Io...Jimin, non ci riesco."

Toccare la pistola. Non riesce a toccare la pistola.

Come diamine può essere un assassino mercenario quando non può posare un dito su una pistola?

Anche se un piccolo barlume di tristezza riga gli occhi degli altri, Jimin non smette di viziarlo. "Va bene. T/N?" I suoi brillanti occhi marroni cadono su di te, tutti seri. "Sai sparare?"

"Oh per l'amore del cielo-" Jungkook spinge un braccio oltre te, protendendo la sua mano mascolina con le dita lunghe indicando l'arma. "Dalla a me. Sono la possibilità miglior in ogni caso."

"Sei ferito, Kook."

"Ferito. Non morto." Jungkook strappa la pistola dalla mano di Jimin, e si ritira verso il bancone. I suoi occhi neri brillano annoiati sopra i suoi zigomi, squarciati su un lato da quella croce minuscola. "Vai avanti, hyung, avranno bisogno del tuo aiuto quando il pareggio si spezza."

Annuendo leggermente, Jimin chiude le porta e lascia voi tre all'interno.

Un silenzio imbarazzante riempie lo spazio piccolo.

Cerchi di romperlo.

"Non riesco a credere che siano venuti per me." È la prima cosa a cui dai voce, la prima cosa che ti spunta in testa. Stai solo pensando ad alta voce, cercando di indirizzare la tua mente lontana da quella guerra spaventosa di pistole che può scoppiare in qualsiasi momento al di là  della porta del bagno. "Non ho mai pensato... ma perché?"

Jungkook sbuffa. "È ovvio il perché. Tuo padre ci ha ingaggiato per far fuori la taglia su di te, e poi mandarti indietro da lui. Abbiamo fatto il numero uno; sta ovviamente pensando che stiamo impiegando tanto tempo per il numero due."

Dall'angolo, Taehyung dice, "Beh, sarebbero dovuti venire prima o poi. Abbiamo già deciso di non darti indietro, T/N."

Quando Jungkook ti guarda, c'è lo stesso luccichio di tenerezza nel suo sguardo di prima. È diverso quando ti guarda.

Devi sapere il perché.

"Non volevi che me ne andassi da loro?" sussurri direttamente all'uomo con il tatuaggio abbinato. "O no? Pensavo mi volessi morta prima, vero? Perché pensavi fossi una spia."

Ti crollano le spalle quando lo realizzi; dev'essere questo il motivo per il quale ti ha difeso lì. Pensa ancora che tu sia una spia e abbia qualche tipo di informazione segreta su di loro.

Si arrendenderà mai?

Ma, sconvolgendoti, Jungkook scuote la testa. "Non sei una spia," brontola con riluttanza. "Lo so. Non voglio che tu torna indietro, perché... quello che hai detto prima, nel corridoio. È vero."

Il corridoio? Scavi nella tua memoria, cercando di richiamare i dettagli della tua litigata con lui fuori dalla porta degli ospiti.

Dio Santo, come può un giorno fa sembrare un anno?

Vedendoti in difficoltà nel ricordare, Jungkook decide di aiutarti.

"Mi hai chiesto se volessi tornare nel posto in cui sono cresciuto," dice. Fermandosi per un attimo, la sua lingua esce per passare sopra uno degli anelli che circonda la pienezza del suo labbro inferiore. "Non tornerei indietro anche se fosse la mia ultima possibilità nella vita. E non vorrei nemmeno condannare nessun altro a quel tipo di vita. Avevi un motivo per scappare, e non stavi cercando di frugare in giro e trovare delle informazioni, perciò..."

Si interrompe, fermandosi per un secondo. Quegli occhi neri da cerbiatto guizzano al pavimento in un modo quasi timido. "Inoltre, li hai chiamati."

Blood Ink [Italian Translation]Where stories live. Discover now