29: Shots Fired

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Impieghi un minuto a realizzare completamente le parole che ti sono state dette, e un altro minuto ancora per contorcere la tua bocca in una linea di disgusto. "I vostri obbiettivi se lo meritano? Sei serio? Yoongi, io ero il vostro obbiettivo."

Ti punta un dito. "Sbagliato. Non dovevamo uccidere te. Il nostro bersaglio era l'uomo che ti dava la caccia."

"Non fa una piega." Non riesci a credere che hanno avuto l'audacia di pensare che possono scegliere chi vive e chi muore. Non sono Dio. Solo il pensiero ti fa venire voglia di prenderlo dalle spalle snelle e scuoterlo fino a quando gli torni la ragione, facendogli realizzare che la sua idea vigilante di giustizia non sia quella giusta.

Sospirando come se sentisse i tuoi pensieri, Yoongi riappoggia il peso sul tavolo e gira le spalle. "Okay, mi correggo. È come se noi ci accertassimo di non inseguire i bravi ragazzi che vengono intrappolati nell'astio di qualche spacciatore. Proteggiamo i nostri indizi; facciamo ricerche sulla loro vita e sul loro passato, e ci assicuriamo che non siano innocenti. Meglio?"

"Forse." Ma mica tanto. Non hai mai immaginato di avere una discussione del genere- cercando di convincere un assassino perché non dovrebbe essere un assassino. "Ciò che mi chiedo davvero è cosa ti da il diritto di decidere chi vive o chi muore?"

Alla domanda, Yoongi inclina la bocca in un broncio severo. "Scegliamo di dare la caccia a uomini che non si fermeranno fino a quando li fermiamo noi. Stupratori e molestatori che hanno buoni rapporti con persone che li terranno fuori dal carcere per anni, T/N. Lo sapevi che l'uomo che ti seguiva aveva dei precedenti per stuprare i suoi bersagli prima di mandarli dove dovevano essere portati?"

A quello, la tua bocca si secca.

Se Jungkook e Taehyung non si fossero intromessi, e se ti avesse preso quella notte...

Rabbrividisci e ti si accappona la pelle, incapace di pensare troppo a fondo sul possibile esito di quello scenario. Non sai cosa dire.

Anche se sei ancora scioccata all'idea dei Bangtan Boys che si atteggiano da giudice, giuria, e boia come se fossero adatti, devi anche ammettere ora che la pratica ti ha probabilmente salvato da un'esperienza peggiore della morte.

"Non sei più così contro, vero?" dice l'uomo davanti a te compiaciuto. Deve aver letto la tua espressione.

Stai quasi per rispondergli quando la suoneria di un cellulare ti interrompe, echeggiando tra le travi esposte della casa e rimbombando nei tuoi timpani.

Rapida come un serpente, la mano di Yoongi si muove velocemente nella tasca dei suoi jeans, e poi il telefono è pressato sulla sua guancia. "Novità?"

Rimani impalata mentre le sue nocche si stringono intorno alla piccola scatola metallica, poi si rilassano. Il corpo di Yoongi crolla, le sue spalle si abbassano, e alza una mano grattandosi il ponte del naso. "Sì, okay. Capito. Grazie."

Il tuo cuore batte così velocemente che sta per volare fuori dal tuo corpo.

E se Jungkook morisse?

E se non si svegliasse più?

E se Jimin e Taehyung ti odiano per il resto della tua vita, incolpandoti per qualcosa che, nonostante ti penta del tuo coinvolgimento, non è realmente colpa tua. Speri vivamente che si svegli, non solo per risolvere il tuo rimorso, ma perché sai che gli altri sei uomini che lo circondano e lo supportano patiranno un buco enorme di oscurità in sua assenza, sopportando il peso della perdita per il resto della loro vita.

Devi ammettere che ti senti anche tu un po' tirata da quel buco nero.

Quando Yoongi libera un sospiro e sussurra, "Jungkook si è svegliato," tutte le tue preoccupazioni volano fuori dalla finestra rotta della casa di infanzia di Hoseok.

Blood Ink [Italian Translation]Where stories live. Discover now