18: Be Our Guest

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Non passa molto prima che la porta si riapra per accogliere un'altra spina nel fianco.

"Hey, T/N!" Dice Jin con un sorriso carino, indugiando sulla soglia. Ha il tono del classico vecchio amico che non vedi da anni; non quello del criminale rapitore che hai visto mentre eri costretta a salire dentro il van inquietante un'ora fa.

Abbassi la testa delicatamente in saluto, aspettando che entri e si sieda per interrogarti come il resto del gruppo.

Invece, al contrario delle tue aspettative, non si muove di un centimetro.

"Forza," Jin dice. "Ti faccio uscire. Andiamo."

Farti... uscire? Quando lui è uno di quelli che ti ha messo qui?

Di quanto lontano sta parlando?

Fuori dalla stanza? Via da questo piano?

Fuori dall'edificio?

"Mh...okay?" Dici, perché tutto è meglio rispetto a rimanere ancora in questa misera e sterile scatola bianca. Ti alzi dalla sedia, avvicinandoti a lui, rimanendo però abbastanza lontana da poterlo guardare in caso cercasse di bendarti di nuovo.

Jin vede la tua esitazione, e ride. L'azione allarga le sue bellissime labbra, mostrando i denti degni di diventare una pubblicità per del dentifricio.

"Nessun trucchetto, giuro," ti dice, come se la parola di un criminale incallito ti rassicurasse.

Borbotti incerta in risposta, seguendolo da dietro mentre ti guida fuori dalla porta e nel corridoio. Ci sono molte porte ai lati, è simile al corridoio sul retro del negozio di tatuaggi.

Sono tutte chiuse, sigillando ciò che potrebbe vivere dentro di esse; non che lo voglia sapere. Mentre passi una delle solide entrate bianche, c'è un tonfo che fa vibrare l'intera porta seguito da un urlo ovattato.

Indietreggi e guardi velocemente Jin.

Scrolla le spalle incurante. "Ignoralo. Solo affari."

La porta sbatte di nuovo e la voce dentro guaisce, ma Jin prende il tuo braccio e ti porta lontano. Impossibilitata a fare altro, lo segui.

"Dove stiamo andando?" Gli chiedi mentre Jin continua a trascinarti con sé. Alla fine del corridoio, una scala conduce in alto verso l'ignoto. La ricordi, la scala dove, all'inizio, un Jungkook ferito ti ha preso tra le braccia così non ti saresti suicidata tentando di scendere i gradini bendata.

"Nella stanza degli ospiti," Jin risponde distratto. "Dove appartieni. Non sei qui per spiarci o qualsiasi altra merdata pensi Jungkook. Non avrebbe nessun senso."

"Perché no?" Va un po' contro l'intera ragione per la quale ti stanno tenendo qui; pensano che sia una spia, mandata da tuo padre. Giusto? Non capisci perché improvvisamente Jin e Namjoon sono convinti della tua innocenza.

"Se ci pensi, non ha nessun senso logico per te stare qui in cattiva fede." Jin saltella leggero sugli scalini, i capelli rimbalzano graziosamente.

Nell'istante in cui quel pensiero ti attraversa la mente, retrocedi. Come fai ancora a chiamarlo carino?

Quel dannato uomo è un complice del tuo rapimento.

"Namjoon te l'ha già detto, giusto?" Jin continua. "Tuo padre ci ha assunto per fare in modo che quell'uomo non ti uccidesse."

Sì. Lo sai.

"E poi ci ha chiesto di portarti a casa," dice l'uomo alto, mandandoti un sorriso dolce. "Perché ci dovrebbe pagare per portarti indietro se ti ha mandato lui in primo luogo? Non ha senso, non è così?"

Blood Ink [Italian Translation]Where stories live. Discover now