Cadere in tentazione

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L'acconciatrice e l'estetista sono già a casa, quando faccio ritorno.
"Sei in ritardo!"
La voce snervata di mia madre mi dà il bentornata.
"Ero sulla spiaggia con le ragazze. Tra un attimo arrivo." Lascio la borsa sul mobiletto all'ingresso, salendo poi per andarmi a cambiare. Faccio una doccia al volo per togliere i residui di sabbia e salsedine, decidendomi a scendere per raggiungere la mia genitrice.
Sghignazzo al pensiero di quel sostantivo appena usato.
"Che hai da ridere? Muoviti, stiamo aspettando solo te!" Mi richiama bruscamente.
Siedo sulla poltrona professionale, che l'equipe si è portata, lasciandomi sistemare dalle mani capaci di Andrea.
La serata di gala si svolgerà tra poche ore, come sempre devo essere perfetta.
"James ti ha cercata. Mi ha detto che le cose vanno molto bene tra voi. Una cosa giusta, a quanto pare, sei riuscita a farla."
Detto da lei è un complimento, dato che solitamente mi umilia dandomi dell'incapace.
Neppure quando mi diplomai, col massimo dei voti, si sprecò in elogi.
"Non è difficile, James è tutto quello che una ragazza vorrebbe: bello, ricco e di classe. Ovvio che siamo affini, non devo sforzarmi poi questo granché."
Le dico ciò che vuole sentirsi dire, vengo ripagata da un sorriso soddisfatto.
"Voglio darti un consiglio: tienitelo stretto, fai tutto ciò che serve per accalappiarlo, mi hai capita?
Una gravidanza imprevista e inaspettata, ad esempio, se vedessi che ti sfugge dalle mani la cosa."
Resto di sasso sentendole fare un'affermazione simile.
Accortasi del mio silenzio, si volta per metà e dice: "Come credi che facciano le altre? Fingono una gravidanza, incastrano il tipo e via. Una vita di agi e benefici, molto gratificante."
"Sì, hai ragione. La terrò come ultima chance, in caso io non gli bastassi più."
Mormora qualcosa in risposta, di sicuro un'offesa, ritornando a comandare a bacchetta la ragazza che le sta facendo la pedicure.
Io chiudo gli occhi e mi lascio andare, cancellando dalla mente queste sue ultime frasi.
Non ho intenzione di incastrare nessuno, soprattutto James.
Molta della motivazione è per la mia salute fisica e mentale, se dovessi avere a che fare con lui per lungo tempo.
Un'intera vita di sesso scadente, insoddisfazione e villania oltre ogni limite consentito. Non fa per me.
Chiuderò la questione non appena avranno firmato quel contratto. Il mio mondo è pieno di ragazzi come e meglio di Jimmy, non ha senso sacrificarmi per lui.
Voglio e merito il meglio, non ho assolutamente intenzione di mandare tutto al macero, per accontentare l'ennesimo capriccio di mia madre. Che non mi sopporti e mi odi è chiaro, ma non l'ho chiesto io di nascere, né di prendermi la colpa per qualcosa che non ho fatto, quando ancora ero in pancia.
"Signorina, ci dobbiamo spostare al lettino per i massaggi. Le metterò anche i soliti fanghi idratanti."
Seguo la ragazza docilmente, stendendomi sull'Immacolato telo bianco posizionato sul lettino.
La donna mi comincia a massaggiare e in poco mi appisolo.
Farò dei sogni, dei bellissimi sogni, nei quali il protagonista ha occhi azzurri e un corpo da dio.

***

Facciamo il nostro ingresso nella sala riccamente addobbata.
Siamo tutti e tre insieme, compatti, per dare l'idea della famiglia ideale.
Le persone ci guardano con invidia, ci salutano e stringono la mano. Il papà si eclissa, andando di corsa a trovare i suoi soci e colleghi. La mamma adocchia la sua cricca e scompare, lasciandomi da sola accanto al tavolo.
Già che ci sono posso fare un salto al bar. Un bellini mi aiuterà a sopportare la serata.
"Luna!" Sento le voci delle mie amiche, tiro il fiato per la contentezza.
"Ragazze!" Le saluto con calore, avvicinandomi a loro.
"Che bello, siamo tutte qui finalmente.
Vieni ti presentiamo alcuni amici."
Ci spostiamo di poco raggiungendo un altro gruppetto, formato solo da ragazzi, che sta discutendo animatamente.
"Ragazzi, lei è Luna, la nostra leader.
Tesoro, loro sono: Cameron, Colby, Steve e Hunter."
Ci stringiamo le mani e ci mettiamo a chiacchierare.
"Quest'anno ho deciso di non passare le vacanze a Martha's.
Mi sono rotto della solita gente. I miei se ne vanno ad Aspen, io invece farò una crociera. Si mormora che ci siano delle donne adulte e disinibite, con cui divertirsi." Colby ci mette a conoscenza dei suoi programmi. A mano a mano ognuno di loro espone il proprio piano vacanze. Ne sentiamo delle belle, alcune così originali che ci fanno sorridere.
"Voi, invece, che cosa farete?" Interroga Hunter.
"Di sicuro non andremo in cerca di ricchi polli da spennare" si burla Naomi, scherzando.
"Solitamente andiamo per la costa, ai vari festival. Ma siamo in fase di cambiamento anche noi, per cui ancora non sappiamo bene" Ally risponde anche per noi.
"I miei se ne andranno in qualche paese esotico. Posso sentire se mi lasciano lo Yacht, magari un bel giro delle Hawaii, o una bella quindicina a Cabo?" Suggerisco, presa dall'ispirazione.
"Wow, sarebbe forte!" Si schierano con me.
"Io voto per Cabo. La mettiamo alla maggioranza?" Jen è sempre la più democratica.
"Va bene, votazione sia. Allora, Cabo?" Mi metto all'opera. Mancano solo una manciata di settimane alle vacanze, dobbiamo scegliere subito.
"Ho capito, Cabo sia!" Decreto, vedendo che tutte e tre hanno alzato la mano.
"Ehi, potremmo unirci a voi, che ne dite?" Si intromette Steve.
"Spiacente, solo ragazze! È così da quando eravamo alle medie." Naomi ci toglie le castagne dal fuoco.
Nessuna di noi quattro ha voglia di avere a che fare con altri. Quella è una vacanza solo nostra e, in caso, siamo noi a decidere chi e se invitare qualcuno.
"Dai, che sfiga! Non potete fare un'eccezione?" Prosegue sulla stessa scia Steve.
"No, mi spiace. Oltretutto non vi conosciamo, sarebbe un po' prematuro passare quindici giorni insieme." Ally è irremovibile e molto decisa nel rifiutare le loro richieste.
"Bene, grazie della chiacchierata, ci si vede." Naomi prende le redini e decide che il momento delle chiacchiere è finito.
"Ma che gente! Come si può imbucarsi in questo modo. Non hanno un briciolo di savoir fair quegli scimmioni."
"Concordo! Oltretutto non ho ancora chiesto a mio padre, come possono buttarsi così e via." Scuoto la testa schifata.
"Vado a sentire se ci dà lo yacht, a tra poco. Ordinate da bere anche per me."
Corro via, vedendo papà da solo e approfittando di quel raro evento.
"Papà, tu e la mamma andate via per le vacanze?" Domando, una volta raggiunto.
"Sì, come sempre. Che cosa vuoi?" Mi dedica una distratta occhiata.
"Lo yacht, per me e le ragazze."
"Va bene, domattina lo farò presente all'equipaggio, così che tutto sia pronto quando partite. Scusa, devo andare."
Mi lascia così, ma sono contenta lo stesso.
Due settimane di pace e relax, con le mie amiche, in una località al top.
"Aggiudicato. I miei vanno da altre parti, papà lo cede volentieri. Avvertirà già domani chi di dovere, così tutto sarà pronto per la partenza." Le avviso.
Incominciamo a fare progetti e una specie di scaletta delle cose da fare, prima della partenza, compreso shopping sfrenato.
"Ci sono molte note positive in questo viaggio. Non per ultima, il toglierti dalla testa Dimitri, una volta per tutte."
Non replico, innervosita dal solo sentire il suo nome, dandomi a bere smodatamente.
"Chanel Luna Liver, sei ubriaca e stai dando spettacolo!" La mamma mi plana addosso come un avvoltoio.
"E dai, mà, sei sempre così rigida." La rimbecco senza rendermi conto di cosa sto dicendo.
Mi trascina in un angolo discosto della sala e me ne dice di tutti i colori.
Alla fine, in preda alla furia più nera, mi accompagna fuori e mi mette in auto, ordinando all'autista di riportarmi a casa.
Per tutto il tragitto me la rido di gusto. Quando sono così, senza freni ed inibizioni, mi diverto a farle saltare i nervi. È una specie di resa dei conti. Più lei è cattiva con me, più io mi vendico indisponendola e facendole fare male figure.
"Siamo arrivati, si sente bene?"
L'autista domanda cortesemente, gli regalo un grugnito in risposta.
"Sì, ce la faccio. Torna indietro, sennò la strega ti trasforma in una statua di ghiaccio."
Non sto ad ascoltare le sue raccomandazioni ed entro dal cancelletto, avviandomi verso il portone di casa.
Barcollo, così mi sfilo i tacchi. L'euforia mi rende poco attenta e fuori dal mondo.
Ma la persona che trovo seduta sui gradini di casa mia, mi fa ritornare di colpo al presente, come una doccia fredda.
"Che diavolo ci fai sui gradini di casa mia?" Gli domando, squadrandolo da capo a piedi.
"Mi pare ovvio. Un assaggio non mi è bastato."
Si alza e si spolvera il retro dei pantaloni.
"E c'era bisogno di venire fin qui per dirmelo? Se fossi stata coi miei, ti rendi conto del casino in cui mi avresti messa?" Gli ringhio contro.
"Sei ubriaca? Sai cosa, non mi importa, sei così sexy quando t'incazzi che m'è venuto duro, di marmo direi. Andiamo, ho la moto sul retro."
Allunga la mano ed io non riesco a resistere.
La afferro stringendola, mentre lui mi prende in braccio e corre verso la due ruote posteggiata fuori.

 La afferro stringendola, mentre lui mi prende in braccio e corre verso la due ruote posteggiata fuori

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