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- Hai capito cosa ti spiegava? - chiese mia nonna, intenta a cucinare.

- Sí, piú o meno - risposi, sistemando la tavola.

- Prima o poi lo invito a cena -.

Sgranai gli occhi, bloccandomi dal fare ciò che stavo facendo.
- Ma anche no -.

- Oh, Jane, smettila di fare la bambina - mi sgridò, puntandomi il mestolo sporco di sugo.

Non la sopportavo quando mi sgridava. Erano futili le cose per cui discutevamo. Inutili come i peli.

- Ma nonna, penseranno tutti che io e lui usciamo insieme o ci sia qualcosa sotto! - dissi imbarazzata.

Lei rise.
- Se é per questo sei davvero sciocca. Lo inviterò quando avremo i colloqui - riprese a mescolare - Tra l'altro, quando sono? -.

Controllai sul calendario.
- Giovedì prossimo. Io non ci sarò dato che sarò in pasticceria -.

- Giusto. Mi toccherà andare da sola e sentirmi dire "é brava, ma non si applica" -.

Risi allegramente.
- Oh nonna, se non ci fossi tu... - la guardai con un sorriso malinconico.

- Piccola mia, rimarrò qua finché non ci sarà l'uomo della tua vita. Resisterò fino a che non ti vedrò felice e completa. - mi sorrise, poggiando il mestolo e venendo verso di me - Tutti meritiamo l'amore. Anche tu piccola mia. - mi guardò negli occhi - Sono tanto fiera di te, Jane. Hai preso in mano la tua vita e stai combattendo per le cose che vuoi. - quanto sbagliava - Sei cosí bella, Abigail - mi accarezzò la guancia.

I suoi occhi lucidi erano puntati nei miei e il suo sorriso si estendeva da una parte all'altra.
Mi pianse il cuore, pensando che prima o poi mi avrebbe lasciata.
La abbracciai forte.

- Oh, fa piano. Manesca di una che non sei altro. Mi togli la dentiera -.

Risi, risi a piú non posso.
La aiutai a finire di preparare la cena e ci sedemmo a mangiare e a sparlottare del piú e del meno.

🌹🌹🌹

- Ciao Jane! - mi salutò il pasticcere, appena varcai la soglia del locale ben arredato e illuminato.

- Ciao Emanuele - risposi sorridendo.

Mi accolse e mi fece fare un giro del posto, fino agli spogliatoi, dove mi lasciò per farmi cambiare.

Emanuele era un pasticcere di origini italiane che si era trasferito in Maryland per cambiare e trovare piú fortuna nel lavoro.

Salii le scale che portavano in pasticceria e mi presentai ai due dipendenti: Peeta, il panettiere e Mark il pasticcere.

- Fai la sfoglia che mi serve subito - mi disse Mark, sorridendomi.

Subito l'ansia si impossessò di me.
Presi la ricetta e pesai gli ingredienti, con l'aiuto di Peeta, un ragazzo di venticinque anni che veniva dall'Ohio.
Mi ambientai velocemente e iniziai a lavorare piú tranquillamente.

La giornata passò velocemente e bene, anche se combinai qualche casino dei miei.
Presi il mio zaino, salutai tutti e uscii dal locale al tramonto.

💭💭💭💭

Alex's Pov

Finii di preparare il materiale per la lezione del giorno dopo che avrei tenuto con le terze, ma qualcuno suonò al campanello.
Sapevo benissimo che fosse Jack.

- Jack é aperto - dissi, dirigendomi all'ingresso aprendo la porta.

Mi sorpresi quando al posto di Jack, trovai davanti a me Raissa.
Mi accigliai, ma la feci entrare, leggermente irritato.

Math's Hater || Alex GaskarthWhere stories live. Discover now