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Battei la fronte sul banco freddo, esasperata, stressata e, a dirla tutta, stanca.
In meno di un mese di scuola e già dovevo cambiare corso. Di nuovo.

- Cosa ti ha detto la prof? - chiese Glen, la mia vicina di banco, nonché compagna di avventure da quattro lunghi anni.

Mi voltai verso di lei, spostando gli occhiali e offuscandomi la vista.
- Appena firma il contratto passerò nell'altro corso -.

Sbuffò roteando gli occhi.
- Quindi comincerai a lavorare? -

Annuii, portandomi le mani sulla fronte, massaggiandomi le tempie.

- Emily lo sa? - chiese Glen, mangiandosi le unghie curiosa.

- Sí, lo sa. Quella stronza bastarda. - ringhiai - La mia ultima settimana in questa fottuta classe e lei, bella, bella, in Italia. Sta figlia di una padella -.

Glen rise, appoggiandosi completamente con la schiena alla sedia.
- Non sarà cosí terribile. Sei fantastica, per Dio. Se ce l'hai fatta nella vecchia classe, non vedo motivo per essere preoccupata -

Scossi la testa, tamburellando l'indice sul banco.
- Oh, Gee, sapessi... Sono tornata ad essere la ragazza timida e asociale che sono sempre stata, ma che ho nascosto per voi due. - sospirai affranta. - Diamine. Dovrò ricominciare... Tutto -.

Mi accarezzò leggermente la schiena, sapendo che il contatto fisico non era il mio forte.
- Jane Abigail Darcy, hai carattere e coraggio da vendere. Fatti cazzo valere e spacca il culo in quella fottuta classe. Non sei sola, J, non lo sei e non lo sarai mai. Hai me ed Emily. Dannazione. Hai preso in mano la tua vita: studi e lavori; con un guadagno a tutti gli effetti. - sospirò, prendendo a massaggiarmi la schiena con piú enfasi. - Sei una delle persone piú forti che ho conosciuto. Puoi avere il mondo ai tuoi fottuti piedi. Mi hai aiutata nonostante tutti i tuoi problemi. Non é da tutti. E quando entrerai in quella fottuta classe di ricconi, prendigli a calci nel culo come hai fatto con me ed Emily. Cretina. -

Quando Glen finí il suo discorso da premio Oscar, le sorrisi, però dopo due secondi le tirai una sberla in testa, facendole scostare i capelli castani.
Mi guardò storto, ma ghignò.

- É solo Jane - le sorrisi beatamente, mentre l'altra scema si sistemava i capelli.

- Dio, quanto mi mancherai... - scosse la testa, sospirando.

Le sorrisi, cercando di ascoltare il professore di diritto che, di tanto in tanto, ci lanciava occhiate, cercando di farci paura e farci smettere di parlare.
Povero, poverissimo illuso.

Mi guardai intorno, soffermandomi su ogni singolo mio compagno di classe. Alcuni nuovi, altri che conoscevo da quattro anni.

Non avevo intenzione di fare il quarto anno. Dopo l'esame di terza, pensavo davvero di iniziare la mia carriera lavorativa, ma l'aggiunta del corso scuola-lavoro, mi aveva acceso una lampadina.
Avrei potuto studiare, lavorare e avere un guadagno.
Inizialmente, non ero manco iscritta a scuola perché una segretaria scema come la merda, si era persa il foglio della mia iscrizione, quindi non ero iscritta né nel corso normale, né in quello duale.
Dopo varie soste a scuola, finalmente, sono risultata iscritta, ma al corso normale, fino a quando non avrei trovato un lavoro.
Con mia fortuna, il mio pasticcere di fiducia, mi ha preso a lavorare.
Mancava solo il contratto e poi sarei passata al corso duale, ma nel mentre, sarei rimasta al corso normale, con i miei ormai ex compagni di classe.
Un giro infinito.

Durante il mese in cui sono stata nella classe con i miei compagni vecchi, mi sono trovata benissimo, sia con i professori che con i nuovi compagni. Speravo solo che anche nel duale fosse stata la stessa cosa.

Math's Hater || Alex GaskarthWhere stories live. Discover now