Capitolo settantacinquesimo.

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«Quindi userai i tuoi poteri per proteggerci?», chiese Justin che ancora era dubbioso.

«Justin, riesco a fare un ottimo scudo per tutto il tuo esercito! Stephen non lo sa, quindi questo gioca a nostro favore!», rispose Ariel alzandosi dal trono.

Mancava una sola notte e la guerra sarebbe iniziata. Ariel aveva fatto enorme progressi con i suoi poteri. Alle volte Justin la guardava con un velo di paura.

Poi però si rendeva conto che avevano la vittoria in pugno. Solo che non riusciva a dirlo ad Ariel. Aveva il terrore che si fosse rotto qualcosa fra loro due. Qualcosa che non si sarebbe mai riparato.

«Quindi andrai nella torre più alta del castello e da lì farai il tuo scudo!», disse Justin mandando via tutti i suoi consiglieri ed alleati.

Rimasero soli. Un gelo imbarazzante si imbatté nella stanza.

«Andrò a dormire adesso. Domani ci aspetta una lunga giornata. Buonanotte Justin,», sussurrò Ariel lasciando la sala del trono.

Justin voleva fermarla. Voleva dirle che l'amava e che tutto sarebbe andato per il meglio.

Strinse i pugni e corse verso sua moglie.

«Fermati Ariel!», le disse a metà strada.

La ragazza si fermò e si girò verso di lui.

«È successo qualcosa?»

Justin si avvicinò correndo e la baciò con tutta la passione che aveva in corpo.

Ariel mise le braccia attorno al suo collo e ricambiò il bacio. Finalmente qualcosa si era riacceso tra di loro.

Finirono nella camera da letto, dove i vestiti cominciarono a sparpagliarsi per terra.

Si stesero nell'enorme letto e cominciarono a fare l'amore. Erano settimane che non stavano da soli. Si lasciarono andare, sfogarono la rabbia e il fatto che fra di loro le cose erano peggiorate.

Non c'era nessuno che avrebbe potuto interromperli. Forse quella sarebbe stata la loro ultima notte d'amore. Volevano assaporarla fino in fondo. Volevano godersi ogni singolo secondo.

Justin stava giocando con la mano di Ariel, che stava appoggiata al suo petto.

«Mi sei mancato tanto.», disse lei dopo qualche minuto di silenzio.

«Non immagini quanto tu sia mancata a me.»

«Perché ci siamo ridotti ad essere due estranei?», chiese Ariel alzandosi la testa verso di lui.

«Perché siamo due stupidi. Però la cosa bella è che ci amiamo.», rispose Justin accarezzandole una guancia.

«Pensi che vinceremo questa guerra?», mormorò la ragazza.

«Voglio essere sincero: ho paura per domani. Non voglio che tutto ciò che ha creato mio padre, venga spazzato via da un idiota come Stephen. Siamo un'ottima squadra e saremo in grado di fermarlo. Io credo in te amore mio, credo nei tuoi poteri anche se magari non l'ho dato molto a vedere. E sono sicuro che domani il tuo scudo ci salverà la vita.»

Ariel era commossa. Si avvicinò e lo baciò con dolcezza, come se quello fosse stato il loro primo bacio. Liberò la mente e avvolse lei e Justin in uno scudo bianco, che emanava calore e che li portò in un'altra dimensione. Un posto dove tutte le loro preoccupazioni non esistevano. C'erano solamente loro due e il loro infinito amore.

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