Capitolo settimo.

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Qualcuno stava bussando da troppo tempo alla porta di Ariel. Non voleva che nessuno la disturbasse, aveva troppo sonno. Decise di non rispondere, la persona fuori se ne sarebbe andata.

La porta si spalancò e Ariel fece un salto sul letto. Cercò di mettere a fuoco e si trovò davanti le sue due sorelle che la fissavano.

«Sorellina alzati. Nostro padre vuole vederci nel suo studio!», disse Dana sedendosi sul letto. Ariel inclinò la testa e si rese conto di quanto era diverse loro due.

Dana aveva grandi occhi marroni, come la loro madre. I lunghi capelli neri erano setosi e perfetti. Tanti uomini avevano tentato di conquistare il suo cuore, ma lei amava un uomo lontano che quasi non sapeva della sua esistenza.

«Potevate anche usare un po' di buone maniere. Mi sembra che le abbiano insegnate anche a voi.», scherzò Ariel colpendo con un cuscino sua sorella.

Mary, rimasta in piedi, rideva animatamente. Lei era la più piccola e vantava di essere l'unica che di matrimoni non doveva interessarsene.

Non era molto alta ed era completamente diversa dai tutti fratelli. Avevi i capelli corti e biondi e due occhi color verde smeraldo. La sua carnagione la rendeva molto pallida e sembrava sempre malata. In realtà era una ragazzina piena di vita che adorava fare lunghe passeggiate o stare in veranda a dipingere.

«Mamma ha detto che devi indossare il tuo vestito migliore. Il principe Bieber vuole vederti.», continuò Dana scegliendole il vestito.

Ariel la guardò malissimo e dopo essersi alzata chiama una cameriera per farsi aiutare.

«Care sorelle. Adesso uscite perché vorrei avere il tempo di uccidermi prima dell'incontro con il mio futuro marito.», sibilò e aprì la porta guardandole.

«Come la fai lunga Ariel! Dovresti sentirti onorata di essere la prima a sposarti.», mormorò Dana sospirando.

Dopo averle fatte uscire, Ariel si avvicinò al grande armadio e osservò tutti i suoi abiti.

Il diavolo che vive in lei le disse di indossare un vestito normale, mentre l'angelo le disse che doveva rendere felice almeno suo padre.

Alla fine optò per un vestito celeste tutto ricamato in pizzo che lasciava scoperta la sua schiena. Si fece raccogliere i capelli in un morbido chignon. Alcune ciocche le caddero ai lati del viso, dandole un'aria da vera donna.

La cameriera fece un mezzo inchino e la lasciò passare. Ariel continuò a lisciare il vestito lungo i fianchi. Era nervosa e tutti lo avrebbero notato.

Oggi si sarebbe deciso il suo futuro e dormire non l'aveva per niente aiutata a fare chiarezza su tutto quello che era successo.

Le porte vennero aperte e si ritrovò nello studio di suo padre. Attorno c'era la grande libreria che sembrava che inghiottisse tutto ciò che stava nel centro.

Dietro alla grande scrivania sedeva suo padre che le sorrise appena entrò.

«Ariel, vorrei presentarti meglio il principe Bieber.», disse suo padre indicandolo. Era seduto su una poltrona con le gambe accavallate.

Aveva sperato di non incontrarlo subito, ma di avere almeno un po' di tempo per parlare con il padre. Fece un respiro profondo e s'inchinò.

«È rimasto qui stanotte. Dato che avremmo dovuto parlare in privato, non me la sono sentita di mandarlo a casa sua.», non poteva credere che era rimasto nel suo castello!

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