Capitolo sedicesimo.

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Un valletto venne ad aprire la carrozza e allungò una mano ad Ariel. Justin lo fece spostare e l'aiutò a scendere. Non voleva che qualcuno la toccasse.

Alcuni dei presenti si accorsero della loro presenza e fecero degli inchini solenni.

Ariel si sistemò il vestito e lanciò uno sguardo a Justin. Si presero a braccetto e mostrarono i loro migliori sorrisi.

«Il principe Bieber e la principessa Tremblay.», annunciò il cerimoniere. Tutti gli occhi erano puntati su di loro. Nessuno parlò mentre loro scesero la scalinata. Era la coppia più attesa della serata.

Ariel era illuminata da tutte le luci e sembrava una creatura magica. La sua bellezza superava quella di tutte le altre ragazze presenti.

Camminarono fra le persone che s'inchinavano e cercavano di scambiare qualche parola con loro due.

Mrs Thomas si fece avanti e abbracciò con calore Ariel. L'aveva sempre sentita come la figlia femmina che non aveva mai avuto. Elena Thomas era una donna molto carismatica.

Lei e suo marito erano quei pochi nobili ancora simpatici e che non erano freddi o lunatici. Ariel, quando era più piccola, aveva passato sempre qualche settimana nella loro tenuta a Vancouver. Loro avevano quattro figli maschi che avevano tirato fuori il lato maschile di Ariel. Mrs Tremblay dovette passare un intero autunno a riportare sua figlia sulla retta via.

«Ariel, sono così contenta di rivederti. Sei splendida come sempre.», disse Elena con un sorriso radioso.

«Mrs Thomas voi siete sempre così carina nei miei confronti, non mi sembrava giusto non essere al vostro abituale ballo estivo. La vostra tenuta di Toronto è magnifica.», commentò Ariel guardandosi attorno.

Il direttore d'orchestra fece iniziare un valzer lento. Justin sussurrò qualcosa all'orecchio di Ariel che la fece rabbrividire. Si ritrovarono in mezzo alla sala, dove cominciarono a volteggiare. Erano incredibilmente bravi a ballare, rendevano dei semplici passi, coreografie complicatissime.

«Ballate in modo divino, ve lo ha mai detto nessuno?», disse Justin facendola volteggiare come una farfalla. Voleva che tutti osservassero la sua principessa.

«Detto da voi mi fa arrossire, perdonatemi.», rispose Ariel con voce dolce.

Perdonarla? E di cosa? Adorava vedere le sue guance prendere colore. Posò una mano sulla sua schiena e la strinse più forte che poté. I loro respiri si fecero accelerati.

Ariel conficcò le unghie sulle braccia di Justin che si lasciò sfuggire un gemito. Nessuno sembrava accorgersi di niente, ed era un bene.

La musica si fermò e tutti batterono le mani all'orchestra. I due ragazzi continuavano a guardarsi non capendo cosa stava accadendo fra loro.

Justin la prese per mano e decise che la cosa migliore era andare a fare una passeggiata.

Uscirono dalla veranda principale. I giardini era favolosi. La luna li rendeva magici.

Ariel sciolse le loro mani e muovendo i fianchi in modo sinuoso, andò a sedersi sul bordo di una fontana. Lui la osservò e si rese conto che non aveva mai visto niente di più bello.

Sotto i raggi lunari la principessa brillava più di tutte le stelle messe insieme.

Posò un ginocchio a terra e prese entrambe le mani di Ariel. Voleva dirle qualcosa di carino.

«Sto cercando le parole più giuste da dirvi. È solo che mi sto rendendo conto che nessun aggettivo può essere paragonato alla vostra bellezza.»


GRAZIE CHE STA LEGGENDO LA MIA STORIA.
VI VOGLIO BENE E PER QUALSIASI COSA SCRIVETEMI PURE.

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