Capitolo primo.

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Quindici giorni prima.

«Oggi verrà a farci visita un uomo molto importante. Quindi mi aspetto che vi comportiate da vere principesse quali siete.», la voce della signora Tremblay echeggiava in tutto il grande salone.

Ariel, seduta su un grande divano bianco stava leggendo qualcosa che sicuramente era più interessante delle parole di sua madre. Ogni volta che la signora Tremblay iniziava quel discorso, si prevedevano guai seri per tutti.

Lei odiava quando venivano uomini a casa loro. Questo significava che lei o una delle sue sorelle erano in lista come candidate al matrimonio.

Ariel voleva sposarsi, ma credeva nell'amore. Credeva che un giorno avrebbe trovato l'uomo della sua vita e che avrebbero per sempre vissuto felici e contenti.

Era una principessa, aveva un castello ma questo non significava assolutamente che la favola finiva bene. Stavolta avrebbe rifiutato qualsiasi avance dell'uomo misterioso.

Non si sarebbe fatta abbindolare. Accanto a lei, invece, c'era sua sorella Dana che voleva trovarsi marito entro l'anno. Non le interessava l'amore, ma solo avere una bella casa e tanti soldi da spendere in vestiti.

Dana era la maggiore e quindi quella che aveva più possibilità di essere data in moglie all'uomo misterioso. Eppure Ariel stavolta si accorse che sua madre fissava solamente lei.

Sarà solo frutto della mia immaginazione. pensò mentre riprendeva la sua lettura. Percepiva gli occhi grandi e marroni di sua madre che la scrutavano.

«Madre, c'è qualche buona ragione per la quale mi state fissando come se fossi il vostro dolce preferito?», chiese sospirando. Odiava che la gente la guardasse e non parlasse.

La signora Tremblay si accomodò accanto a lei e si fece portare una tazza di tè.

«Ariel cara, sono ben lieta di farti sapere che l'uomo che verrà a trovarci ha chiesto espressamente di te.», disse la donna battendo le mani come una bambina.

Ariel scoppiò in una risata fragorosa. Era tanto tempo che non si faceva una bella risata. Come poteva credere alle parole di sua madre?

«Madre, alle volte avete un senso dell'umorismo eccezionale.», disse asciugandosi una lacrima scesa lungo la guancia.

«Ariel, sai benissimo che non sto scherzando. Quindi smettila di ridere e comportati da principessa quale sei!», sibilò sua madre rossa in viso.

Odiava quando le sue figlie ridevano, anche se come pubblico c'era solamente lei. Credeva che una principessa si potesse permettere di ridere solo in compagnia di un uomo, con lo scopo di conquistarlo, non per altro.

«Mamma...», le figlie usavano quell'appellativo solo in distinte situazioni. «Sapete come io non sopporti l'idea di dovermi sposare forzatamente. Quindi dite a quest'uomo misterioso che non ho la minima intenzione di impegnarmi con lui.», dette queste parole si alzò e dopo aver fatto un rigoroso inchino, uscì dal salone.

Stava correndo. Qual'era la meta? Un luogo lontano. Lontano da questa vita che l'opprimeva, che la teneva prigioniera.

Tutte le principesse al suo posto avrebbero accettato senza fare discussioni. Ma vale la pena mettersi contro la propria madre per salvare la dignità e il proprio cuore?

       

Sì, assolutamente sì. Ariel si rispose e scosse la testa. Non avrebbe permesso a nessuno di decidere della sua vita.

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