Capitolo trentesimo.

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Camminavano in silenzio, godendosi il venticello fresco che le cascate alzavano sempre.

Le loro mani erano intrecciate e sembravano incollate.

«Allora? Ti piacciono le cascate?», chiese Justin fermandosi presso una radura.

«Sono stupende, non ho mai visto nulla di così bello.», Ariel spostò gli occhi su di lui e si rese conto di aver appena detto una cavolata.

«Forse adesso dovrei ricredermi...», Justin la guardò interrogativo fino a quando non capì che stava parlando proprio di lui.

«Principessa, così mi adulate. Siete molto audace.», la strinse fra le sue braccia sorridendo.

«Quando si tratta di voi mio principe, tiro fuori il peggio di me.», Ariel usò un tono provocante e sbatté le ciglia.

«Sbaglio o mi state provocando?», Justin fece scivolare le mani lungo i suoi fianchi.

Lei indietreggiò sorridendo. Si mise a camminare lungo un sentiero.

Percepiva la presenza di Justin alle sue spalle. Per la prima volta si sentiva sicura e sapeva che insieme a lui non le sarebbe successo niente.

Si fermò sedendosi su un grande masso. Justin prese la sua mano e gliela baciò.

«Tu credi che quando saremo re e regina le cose cambieranno?», chiese lui mormorando.

Per tutta la mattina aveva questo chiodo fisso nella testa. Con la sua nascita il regno sarebbe passato di diritto a lui, ma a volte si chiedeva com'era essere liberi da ogni responsabilità, potersi godere la vita e formarsi una famiglia scegliendosi una moglie.

Sapeva di aver fatto la scelta giusta con Ariel. Lei incarnava la bellezza e il carattere che lui cercava in una donna. Il pensiero di vivere senza di lei, lo rendeva ansioso.

«Se noi non vogliamo che le cose cambino, loro non lo faranno.», disse Ariel posando la testa sulla sua spalla.

«Non mi spaventa diventare tua moglie, ma diventare regina. Sono tante responsabilità e doveri che ho paura di non riuscire a portare a termine.», continuò sospirando.

«Dolce Ariel, non conosco nessuna donna che sia più in gamba di te. Sei unica e sarai una regina spettacolare. Alla gente piaci e i nostri popoli ti ameranno perché nella tua semplicità si cela un grande cuore.», Justin la guardò gli occhi e si accorse che era arrossita.

«Sei ancora più bella quando arrossisci. Ed io mi sento l'uomo più felice di questo mondo perché so di essere io l'artefice di questo stupendo rossore.», la baciò lentamente, stringendola fra le sue braccia.

Ariel si sentiva drogata completamente da questo ragazzo che all'inizio aveva quasi odiato e adesso non poteva più stare senza di lui. Si sentiva protetta quando lui la stringeva fra le sue forti braccia.

Qualcuno si schiarì la voce alle sue spalle. Si staccarono subito sentendosi in forte imbarazzo. Andrew, il cameriere personale di Justin, s'inchinò a loro.

«Scusate vostre maestà, ma la barca che avete fatto preparare, è pronta per salpare. Se volete seguirmi.», disse facendo strada.

Ariel strinse la mano di Justin che le sorrise divertito. I domestici ormai erano abituati ai loro baci. Loro avevano promesso di non far parola con le rispettive famiglie anche del fatto che dormissero già insieme.

Si avvicinarono alla riva, dove si vedevano le cascate in tutta la loro imponenza. Ariel rimase a fissarle a bocca aperta. Justin le tese la mano per aiutarla a salire. Si sorrisero a vicenda e presero posto. Qualcosa di magico sarebbe successo, ma cosa?

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Scusate l'assenza, ma sono stata colta dal blocco dello scrittore.
Poi non so come ma sono riuscita a riprendermi e vedrete che da adesso inizieranno le sorprese, buona lettura. :)

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