Da soli

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Appena arrivata allo chalet aiuto Fabrizio a portare i bagagli all'entrata.
Dopo trenta minuti stiamo ancora facendo la stessa cosa.
Gli altri non sono ancora arrivati, il che mi dà modo di preoccuparmi per Cookie.
Anche se Fabrizio cerca di tranquillizzarmi, per me è troppo difficile... non potrei vivere senza il mio cagnolone.
E poi sto congelando... se non arrivano subito morirò per assideramento.
Dopo aver sistemato tutti i bagagli vicino alla porta d'ingresso, Fabrizio ha la buona idea di rifugiarci in macchina e mettere il riscaldamento al massimo.
Appena entro dentro sento il freddo che scivola via dal mio corpo, rendendomi capace di usare i miei stessi arti.
-Adesso li chiamo- dice Fabrizio prendendo il suo cellulare e digitando il numero -è impossibile che si siano persi...-
Dopo qualche squillo finalmente rispondono.
Fabrizio mette il viva voce per permettermi di ascoltare la loro conversazione.
Da quanto ho capito sono bloccati in strada per colpa di un incidente, e in base ai calcoli di Fabrizio arriveranno verso sera.
Per fortuna, il suo amico ci dice che ci sono delle chiavi di scorta nascoste in un punto all'ingresso.
Almeno così non dovremo rimanere rinchiusi in macchina per tutto il giorno...
Fabrizio segue tutte le indicazioni del suo amico per poi aprire la porta.
Portiamo tutte le valigie dentro casa e le lasciamo in salotto.
Non ci è stato detto dove dormiremo, quindi non possiamo metterle dove ci pare.
-Vado ad accendere la corrente- dice Fabrizio andando verso lo scantinato -tu sai come accendere un fuoco?-
-Ehm... no?-
-Va bene, allora siediti sul divano e riposa.
Al resto ci penso io.-
Rimango da sola nel salotto e, mentre aspetto, ammiro la grandezza di questo chalet.
Sul muro sono appesi diversi dipinti, se ce ne sono così tanti ci sono solo due motivi possibili: o il proprietario ama i dipinti o li dipinge lui stesso.
Ci sono delle scale che portano al piano di sopra, sono messe esattamente al centro della stanza e occupano molto spazio, ma nonostante questo lo spazio è comunque grande.
Chissà quanti metri quadri ha questa casa...

Improvvisamente vedo la luce accendersi, il che mi fa prendere uno spavento incredibile, a peggiorare la cosa è la risata che viene da dietro di me.
-Scusami- dice Fabrizio avvicinandosi, ma sembravi così distratta che non potevo non farlo.-

Dopo aver acceso anche il camino, si pone un problema a cui nessuno dei due aveva pensato: il pranzo.
Andando verso la cucina scopriamo che non c'è nulla da mangiare, nemmeno nella dispensa.
Il negozio più vicino è a un'ora da qui... che si fa?
-Chiamerò gli altri- propone Fabrizio -gli dirò di fare una deviazione al supermercato.
In effetti a nessuno era venuto in mente di portare del cibo, forse perché in una casa c'è il presupposto che ci sia da mangiare.
-Non c'è proprio nulla da mangiare?- chiedo tenendomi lo stomaco.
Mi sto pentendo di non aver fatto colazione questa mattina.
-Adesso che ci penso... ho portato delle merendine per il viaggio... dovrebbero essere ancora in macchina.
Resta qui.-
Non ci mette molto a tornare, dopo poco ritorna portando con sé due barrette di cioccolato.
Mentre le mangiamo rimaniamo in silenzio e ci godiamo il momento.
Lui sembra essere distratto dalla sua barretta,  così mi dà la possibilità di godermi i suoi lineamenti.
È davvero carino, senza contare che il rossore della sua pelle vicino al fuoco lo rende ancora più carino.
-Che c'è?- chiede notando che lo stavo fissando.
-Ah niente...- dico abbassando lo sguardo -è solo che sei davvero carino... il rossore delle guance fa contrasto con la tua pelle bianca come la neve.-
Non ci credo! L'ho detto veramente?
Ecco che sento il calore che arriva, il mio cuore arde anche più del fuoco davanti a noi.
-Non so se prenderlo come un complimento o come un'offesa... l'aggettivo carino non sta bene ad un uomo.-
-Non è vero!- gli dico sorridendo, sto solo cercando un modo per non fargli notare quanto sia imbarazzata.
-E se ti dicessi che hai la bellezza di uno scaricatore di porto?- ribatte lui.
-Questo è brutto!-
-È lo stesso ragionamento!-
-Stupido!-
Vederlo ridere fa ridere anche me, non si rende neanche conto di quanto sia contagioso.
Lui è così... strano.
Non riesco neanche a descriverlo, mi dà così tante emozioni in pochi attimi che non so davvero come descrivere questa sensazione.
Anzi... c'è un modo per descriverla in sole tre parole: adolescenza del cazzo.

-Sei stanca?- mi chiede poi -ti vedo assonnata.-
-Non ho dormito molto...- rispondo stropicciandomi gli occhi -ero in ansia per il viaggio...-
-Se vuoi puoi appoggiarti sulla mia spalla- dice colpendosi leggermente la sua spalla destra -non sarà un cuscino, ma almeno non ti verrà il torcicollo.-
-Ma starai scomodo così...-
-Io non sono stanco.
Ti controllerò mentre dormi.-
-Questo sì che è imbarazzante...-
-Siamo migliori amici, sono cose più che normali.-
-Già...-
Perché deve sempre sottolinearlo? Era un momento magico fino a quando non ha rovinato tutto con quella frase orrenda.
Se però gli dicessi che mi dà fastidio penserà che io... beh in effetti è vero... ma meglio che non lo scopra.
Mi appoggio dolcemente sulla sua spalla e socchiudo gli occhi.
Adesso non sono più stanca, ho la tensione che invade il mio corpo e non mi permette di rilassarmi.
A rendere ancora più difficile la situazione è lo stesso Fabrizio che ha iniziato ad accarezzarmi i capelli.
Magari mi vuole aiutare a rilassarmi, ma non capisce che mi rende ancora più nervosa.
Ma dopo svariati minuti riesco a prendere il sonno che avevo perso.
Le carezze di Fabrizio diventano piacevoli e rilassanti, dando al mio corpo la più piacevole dormita che abbia mai avuto in diciassette anni della mia vita.

Lovely Stalker: Lui Sa Tutto Di MeWhere stories live. Discover now