In trappola

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Lo vedo, vedo la sua sagoma nera fuori dalla finestra.
Sento i suoi occhi addosso, mi sento in trappola.
Come avrà fatto ad arrivare fin quassù?
Io pensavo di aver tolto la cor... ah no.
E poi la porta-finestra è aperta... potrebbe entrare, ma non lo fa. Perché?
Rimane lì, immobile a fissarmi.
Possibile che voglia che mi avvicini?
Rimango seduta nel mio letto pensando sul da farsi.
In questo momento vorrei proprio avere Cookie accanto a me, almeno mi avrebbe protetta.
Potrei urlare per svegliare i miei genitori, ma ho promesso a me stessa che non li avrei mai fatti preoccupare per questo, e poi non voglio nemmeno che i vicini lo scoprano.
Se scoprissero qualcosa di negativo sulla mia famiglia... non oso pensarci.
Il fatto di conoscerci tutti in questo paesino ha anche dei risvolti negativi...

Esito un po' troppo e lui decide di entrare.
Io mi copro fino alla testa con le coperte, come se non vederlo sia una buona soluzione per risolvere il problema.
Forse devo smetterla di comportarmi come una bambina.
-Perché non mi ascolti mai?- lo sento dire.
Sento il letto che sprofonda giù verso la mia destra, capendo che si è seduto sul mio prezioso letto.
Sento la sua grande mano che mi accarezza attraverso le coperte, non so dire con certezza se quel tocco sia un bene o un male, ma scatena in me una marea di emozioni e il vuoto dentro di me si sta ingrandendo sempre di più.
Mi sento vuota, non riesco più a pensare come si deve.
-Vattene!- gli dico tirando ancora di più la coperta, ma lui la strattona con forza costringendomi a guardarlo.
Mi prende i polsi e li stringe con una mano sola.
Cerco di agitare le gambe per allontanarlo, ma lui sale sopra di me, bloccandomi ogni singolo movimento.
-Ti vuoi calmare? Non voglio farti del male- mi rassicura allentando la presa, dandomi così la possibilità di liberarmi.
Ma appena vede che non ho intenzione di calmarmi, ritorna subito a stringermi i polsi.
Se continua così non sentirò più le mani.
-Se non mi lasci andare mi metto ad urlare- gli dico ormai esasperata.
-Hai il coraggio di dirlo... ma perché non l'hai ancora fatto?
Forse perché sai che se provi a chiamare la polizia o chi altro, io mi comporterò anche peggio...
Ammettilo che non vuoi problemi, che cerchi sempre di risolvere tutto da sola fino a rovinarti.
Pensi di essere coraggiosa, ma non hai ancora capito che hai bisogno di qualcuno che ti protegga...-
Le sue parole mi feriscono come una lama affilata che è appena uscita dalla brace.
Mi ferisce mortalmente e lascia dentro di me un bruciore che difficilmente scomparirà.
Mi volto dall'altra parte, non voglio ammettere che ha ragione.
-E tu pensi di essere quella persona... vero?-
-Sono l'unico che ti conosce perfettamente.
Perché non dovrei esserlo?-
-Perché sei pazzo! Mi segui dalla mattina alla sera e ti avventi su di me come solo un pazzo farebbe.-
-Voglio solo proteggerti... non voglio che tu soffra come...-
Rimane in sospeso e non continua, il che mi porta a guardarlo di nuovo.
Ora è lui quello che si è voltato, a quanto pare anche lui non vuole ammettere delle cose.
-Come... chi?- gli chiedo, ma lui non mi risponde.
Ormai ha deciso di lasciarsi andare e di distruggere la sua disperazione con dei movimenti primitivi e animaleschi.
Si avvicina pericolosamente al mio viso e si blocca di colpo, sento i suoi occhi che scrutano i miei in cerca di qualcosa che non troveranno mai.
La mano che bloccava i miei polsi mi lascia andare per poi usare entrambe le mani per spingermi contro il materasso.
Ormai sono diventata un foglio sottile, tra il materasso e lui.
Mi tiene le spalle mentre allontana il suo viso per potermi vedere meglio.
-Mi fai male...- cerco di dirgli, ma ormai non mi sente.
Sembra che si sia completamente abbandonato alla pazzia, la compostezza che aveva prima ormai è svanita e adesso sembra veramente un primitivo.
Ormai non ce la faccio più, che si fottano i vicini: devo chiamare aiuto.

Ma quando sto per dare sfogo alla mia voce, lui decide di tapparmi la bocca.
Il suo modo di fare potrebbe vincere il premio per l'originalità nel peggiore dei romanzi rosa.
La sua bocca è completamente unita alla mia, incollata da uno strato della sua saliva.
Non avrei mai immaginato che il mio primo bacio sarebbe stato così... traumatizzante.
Non provo nessuna emozione, il mio cuore sta per scoppiare e mi gira la testa.
Sento che si sta calmando e, dopo aver lasciato sulla mia bocca un sapore amaro, allontana il suo viso da angelo della morte.
-Perché non mi ami?- chiede, i suoi occhi sono lucidi e sembra che sia sul punto di piangere.
Sembra che per un attimo sia tornato normale, ma sparisce subito e si avventa nuovamente su di me.
Questa volta però, oltre a tenermi la bocca impegnata, decide di staccare una mano dalla mia spalla per spostarsi sui miei seni.
Li stringe con forza, sento il bisogno di urlare ma lui affonda sempre di più la lingua sulla mia bocca.
Dopo poco, anche la seconda mano si stacca dalla spalla, non serve dire dove vuole andare.
Approfitto del fatto che ha solo una mano che lo regge per spingerlo via e farlo cadere dal letto.
Colgo l'attimo di quel breve momento di libertà per liberare i miei polmoni, libero tutta quell'aria che mi serve per svegliare tutto il vicinato.

Quel che è successo dopo è passato come un lampo, la mia mente era così confusa che ha avuto difficoltà a capire cosa stesse succedendo.
Ho visto scomparire il mio stalker, come se avesse usato la magia.
Dopodiché ho visto i miei genitori entrare dando un forte colpo alla porta.
Vedo mia madre gettarsi su di me e abbracciarmi chiedendomi cosa fosse successo mentre mio padre si guardava intorno per capire cosa non andasse.
Io non potevo spiegare nulla, la mia mente era come bloccata da quando quel pazzoide mi ha aggredita.
Non riesco a reagire, la paura ha preso il controllo di me e le uniche parole che riesco a dire sono -lui mi prenderà...-

Lovely Stalker: Lui Sa Tutto Di MeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora