danza

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POV Albus
La serata, come sempre in questi giorni, continua tranquilla: in sala comune di Serpeverde, nessuno è davvero impegnato in qualcosa di fruttuoso, gli unici bisbigli che se sentono provengono dalle ragazzine che spettegolano tra loro, le quali sono anche le uniche a riempire i divanetti: probabilmente, gli altri Serpeverde già dormono.

"Albus, mi stai ignorando?" Chiede la stessa ragazza che, pochi giorni prima, mi ha baciato. Qualcuno si chiederà cosa ci faccio qui con lei: non sono un idiota, di certo non l'ho perdonata. Mi ha riempito di scuse, supplicandomi che la perdonassi per un milione di ragioni che non ho avuto nemmeno la forza di ascoltare, poi si è accollata a me per il resto della giornata, senza che io potessi fare altro se non comportarmi gentilmente. Ma se io ho finto di averla perdonata, c'è sicuramente qualcuno che non lo farebbe: Scorpius.

"Hm, nono, certo che ti ascolto. Mi stavi dicendo della tua terza sorella?" Provo a chiedere io, senza ricordarmi gli ultimi minuti di conversazione.

"In verità ti stavo raccontando di come mi tengo in forma nel tempo libero. Sai, avrai notato che ho comunque un fisico non proprio ordinario; pensa che i miei amici erano così invidiosi da non parlarmi più dopo che ho detto loro che non erano alla mia altezza. Ti stavo spiegando che per mantenere i polpacci sani" Continua lei il monologo, mentre io sprofondo nella sedia. Se solo ci fosse qui Scorpius, sì che ne vedremmo delle belle.

La speranza di salvezza della serata arriva finalmente quando, all'apertura della porta della Sala Comune, un gattino tutto nero sbuca fuori. Al seguito, il suo bellissimo padrone: indossando un paio di jeans grigi e una felpa della scuola, le quale riporta il logo di quest'ultima, cammina tranquillo all'interno, un sorriso spensierato, probabilmente causato dal ritrovamento del micio.

Nel momento in cui si guarda intorno e incrocia il mio sguardo, il suo sorriso da bimbo si allarga, ricordandomi un cucciolo. Poi, quando si accorge di chi ho accanto, mi lancia uno sguardo minaccioso.

"E' lei?" Chiede con il labiale. Io annuisco lentamente. Appena capisce, percorre la sala comune ad ampie falcate, lo sguardo fulminante, pronto a esercitare tutta la sua acidità.

"Ciao, tu saresti?" Interrompe il discorso lui, fissandola negli occhi con un sorriso estremamente falso.

"Non sai che è maleducato interrompere le persone? Chi ti credi di essere?" Ribatte lei, lo sguardo impetuoso.

"Tranquilla, nessuno stava ascoltando il tuo discorso in ogni caso. Sono Malfoy, credo che tu conosca la mia famiglia. Ora, puoi andartene? Mi faresti un enorme favore.".

"Certo, chi altro se non un Malfoy? Vedo che nella vostra famiglia insegnano prima le maledizioni senza perdono che l'educazione, eh?" Continua lei, senza spostarsi nemmeno di un centimetro.

Di colpo, gli occhi di Scorpius sembrano prendere fuoco. Con un movimento repentino, afferra la mascella della ragazza e le inclina il viso, fino a portare il suo a pochi centimetri di distanza.

"Non. Osare. Insultare. La. Mia. Famiglia." Sentenzia, i denti digrignati dalla rabbia. Negli occhi della ragazza, il terrore si crea in pochissimi secondi. "Non so chi credi di essere, ma non aspettarti che le tue azioni non abbiano conseguenze. E ora," Continua, lasciando il viso della donna e alzandosi nuovamente. "Stai alla larga da Potter.".

La ragazza si alza di colpo in silenzio, si sposta dalla poltrona e si allontana dal biondo. "Te ne pentirai, Scorpius Malfoy." Conclude lei.

"Non credo.".

In pochi secondi di discussione, ecco che Scorpius appare ai miei occhi come un ragazzo totalmente diverso: come suo padre, il suo lato di Serpeverde lo domina, nessuno potrà mai mettergli i piedi in testa. Mai.

Scorbus FanFictionWhere stories live. Discover now