•Litigi e decisioni importanti•

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Dopo il processo tutti i Mangiamorte e le famiglie implicate nel rapimento di Teddy furono portate ad Azkaban, dove avrebbero scontato la loro giusta punizione. Il numero di guardie era stato aumentato, per evitare una nuova evasione di massa, e Kingsley Shacklebolt aveva deciso di non condannare gli imputati al bacio dei Dissennatori, spiegando che dovevano soffrire le pene dell'inferno come loro avevano fatto soffrire il piccolo Teddy Lupin. Ero pienamente d'accordo, e quando uscimmo dal Ministero io e Draco stavamo ancora parlando della decisione presa. Richard invece ci aveva lasciati subito dopo la fine del processo, nonostante l'avessi invitato a bere qualcosa per festeggiare la vittoria.
«Tuo cugino mi è sembrato molto scosso, Draco. Secondo te...»
Era molto tardi, ed io e Draco eravamo appena rientrati a casa. Ci eravamo concessi una cenetta in riva al Tamigi, in un ristorante molto carino, e tra una chiacchierata e l'altra si era fatta mezzanotte.
«Cerca di capirlo, Herm. Ha tradito apertamente tutti quelli che una volta erano il suo gruppo, e questo per aiutarci. Io so come ci si sente in questi momenti, perché l'ho provato sulla mia pelle. La gente lo additerà  comunque come un ex Mangiamorte, anche se è solo grazie alla sua testimonianza se tutti quei bastardi sono finiti ad Azkaban.»
Io mi strinsi contro di lui, per cercare di tranquillizzarlo un po'. Sapevo che stava rivivendo quello che per anni gli era stato detto a causa del padre, e pensare che la stessa cosa sarebbe successa anche a suo cugino lo distruggeva.
«Stai calmo Dray. Vedrai che a Richard non succederà niente di male. Potremmo aiutarlo a trovare un buon lavoro, magari come Auror. Basta che faccia i corsi e lo assumeranno di sicuro.»
Draco piegò leggermente gli angoli della bocca in un sorriso e si sfilò la cravatta e la giacca.
«Io vado a letto.»
«Ti raggiungo subito.»
Ci eravamo trasferiti definitivamente nell'appartamento di Draco, ma senza Teddy e Narcissa non sembrava la stessa cosa. Il bambino era stato riportato nell'orfanotrofio in cui viveva prima del rapimento, e Narcissa era tornata al Malfoy Manor. E la casa sembrava tremendamente vuota e silenziosa.
Entrai nella camera da letto e mi fermai di fronte a Draco, che se ne stava fermo immobile senza maglietta e con una foto in mano...la foto che ci eravamo scattati insieme a Teddy a Dublino.
«Stai pensando anche tu a lui, eh?»
Lui si girò di scatto e mi sorrise, gli occhi lucidi per le lacrime trattenute. Non lo avevo mai visto così triste prima d'ora.
«Si, pensavo a quanto questo bambino sia riuscito a entrarmi nel cuore in poco tempo. Shacklebolt ci ha detto che avrebbe accettato la nostra richiesta di adozione dopo il processo. Beh, ora il processo è concluso, quindi possiamo procedere con l'adozione.»
Annuii con le lacrime agli occhi. Dov'era finito lo sfrontato ragazzo che mi aveva derisa e umiliata per anni? Quel ragazzo che per anni era stato costretto a stare dalla parte del male e ad affrontare situazioni più grandi di lui? Quel ragazzo ora era davanti a me, si era fatto uomo ed era diventato un adulto pronto a fare il padre.
«Sono d'accordo con te, ma ci penseremo domani mattina. Ora...potresti tirarmi giù la cerniera del vestito?»
Draco non se lo fece ripetere due volte. Con un movimento veloce mi privò dell'abito, poi mi prese in braccio e mi adagiò dolcemente sul morbido materasso. Quindi mi fissò con desiderio, torreggiando su di me.
«Sei così bella, Hermione Jane Granger...»
Si distese vicino a me e appoggiò una mano sul mio ventre leggermente arrotondato, provocando in me brividi di stupore e felicità. Era la prima volta da quando mi ero risvegliata dal coma che Draco si concedeva un momento del genere.
«E scommetto che anche il nostro piccolo bambino sarà bellissimo.»
Quest'ultima affermazione mi riportò alla memoria un argomento di cui dovevo assolutamente parlare con lui.
«Draco, quando il bambino nascerà e quando avremo adottato Teddy, questo appartamento non basterà per vivere in quattro. Dovremo...»
Lui mi zittì con un tenero bacio sulle labbra.
«Lo so, e sto già provvedendo in merito a ciò. Lascia fare a me, e pensa solo a riposarti e a dar da mangiare al pargoletto nella tua pancia, amore mio.»
Dio, che uomo stupendo che mi ero trovata. Non lo avrei mai ammesso, ma in astuzia e intelligenza eravamo quasi alla pari. Lui pensava a tutto, e sempre in anticipo. Era costantemente una mossa davanti a me, e me lo aveva dimostrato in più occasioni, vedi la lettera che mi aveva scritto prima di finire tra le grinfie dei Mangiamorte, in cui mi aveva elencato tutti i suoi sospetti, oppure l'anello per proteggermi e l'aver capito subito che Edward Mason era morto. Non smetteva mai di stupirmi.
«Domani mattina andrò a parlare con un agente immobiliare per una villetta che ho visto in un quartiere non molto distante dal centro. Ti fidi di me?»
«L'ho sempre fatto, Draco. Sono nelle tue mani, e se ritieni che quella casa sia giusta per la nostra famiglia, fai tutto quello che puoi per averla.»
Lo strinsi forte a me, e appoggiai la testa contro il suo petto nudo. Sentivo il battito del suo cuore, calmo e regolare come il suo respiro sui miei capelli, e quando alzai lo sguardo per osservarlo mi accorsi che si era già addormentato. Ed era più che logico che fosse stanco, visto la giornata emotivamente molto difficile. La vittoria del processo era stata un sollievo per entrambi, perché significava che potevamo finalmente costruirci una famiglia tutta nostra. Immaginandomi con un piccolo neonato dai capelli buoni tra le braccia chiusi gli occhi, e ben presto seguii Draco nel mondo dei sogni.
Il giorno seguente, quando mi svegliai, Draco non era più a letto, ma dalla cucina mi arrivò un buonissimo odore di pancake e di cioccolata. Come attratta da quel profumo presi la vestaglia dalla panca di fronte al letto e dopo averla indossata uscii dalla stanza e camminai fino in cucina, dove trovai Draco di spalle, senza maglietta, intento a preparare la colazione. I muscoli della schiena e delle braccia diventavano più evidenti ogni qual volta lui muoveva la padella per girare i pancake, e i suoi capelli erano bagnati, segno che si era anche fatto una doccia. Quando si girò per mettere i pancake su un piatto, io ero ancora intenta a osservarlo, come incantata da quella visione divina.
«Buongiorno amore. Dormito bene?»
Beccata in flagrante di reato, le mie guance si tinsero di rosso e iniziarono ad andare a fuoco. Potevo sentire il calore estendersi fino alle orecchie e giù lungo il collo.
«Si...ehm...benissimo. Non ti ho sentito alzarti.»
Lui mi cinse con le sue braccia e mi regalò un dolce bacio sulle labbra.
«In realtà mi hai appena rovinato una sorpresa. Volevo portarti la colazione a letto.»
La sua mano si posò sul mio ventre leggermente gonfio, e io seguii quel gesto con gli occhi.
«Che dici...nutriamo questo piccolo esserino?»
Cercando di riprendere controllo del mio corpo, che si era fermato su quell'attimo di intimità, annuii animatamente, perché in realtà ero molto affamata.
«Si, effettivamente ho un po' di fame.»
Lasciai che Draco mi prendesse in braccio per poi sistemarmi e servirmi come un cameriere esperto. Cercai di non ridere, ma con lui che si atteggiava a quel modo l'impresa era più che ardua. Quando finalmente si sedette di fronte a me potei rilassare i muscoli del viso, ormai liberi dalla tentazione di ridere.
«Tra poco ho appuntamento con l'agente immobiliare, poi quando torno andiamo all'orfanotrofio per concludere con l'adozione. Va bene?»
Mandai giù un boccone di pancake con la nutella e poi annuii.
«Va bene. Io però questo pomeriggio devo andare in ufficio perché mi hanno assegnato un nuovo caso.»
Draco mi fissò truce, gli occhi sottili e glaciali. Si passò una mano tra i capelli, mentre l'altra picchiettava nervosamente le dita sul tavolo.
«Non è il caso che tu ti prenda un po' di ferie, Herm? Presto la pancia sarà più grande, avremo anche Teddy con noi, e dovremo badare anche al piccolo... Non sarebbe meglio che per un po' tu badassi solo a loro?»
Non saprei dire cosa mi prese. La sua era una semplice domanda, più che lecita tra l'altro. Ma io non avevo intenzione di rinunciare al mio lavoro, non dopo tutti i sacrifici che avevo fatto per arrivare dov'ero ora.
«Assolutamente no! Non me ne starò seduta su un letto a poltrire e mangiare come un porco! Lavorerò fino a che ne avrò la possibilità, e solo quando non riuscirò ad alzarmi per il peso della pancia mi prenderò le ferie per maternità. Fino ad allora, Draco Lucius Malfoy, scordati che io me ne stia chiusa in casa!»
La mia voce si era alzata di un'ottava, come succedeva ogni qual volta mi arrabbiavo. In fatto di testardaggine, però, io e Draco eravamo molto simili. Quando ci mettevamo in testa una cosa non riusciva a farci cambiare idea neppure Dio. E Draco aveva preso la sua decisione.
«Ma Hermione, è la cosa migliore. Appena il capo saprà della tua gravidanza ti manderà comunque in ferie di maternità! Quindi...questo pomeriggio andrò a parlargli, così sistemiamo una volta per tutte la faccenda.»
Dopo quest'ultima affermazione la mia pazienza andò letteralmente a farsi fottere in tangenziale. Scattai in piedi con un'agilità che non mi apparteneva, e in un moto di rabbia gli tirai uno schiaffo in pieno volto.
«Tu non decidi per me, Draco Lucius Malfoy. Chiaro?! Ti ho detto che mi fermerò quando la gravidanza sarà ad uno stato troppo avanzato per poter continuare a lavorare. Fino ad allora, non provare a impedirmi di svolgere il mio lavoro, altrimenti giuro su tutto quello che ho che me ne vado e ti lascio!»
I miei occhi avrebbero potuto uccidere da tanta era la rabbia che avevo dentro. Cercai di calmarmi, anche perchè Draco continuava a fissarmi senza dire una parola, tenendosi una mano  nel punto in cui l'avevo colpito. Ma non era tanto lo schiaffo ad avergli fatto male, quanto le mie parole. I nostri sguardi restarono incatenati per un tempo indefinito, i miei color dell'oro fiammeggianti per la rabbia con i suoi azzurro-grigio come la tempesta che si stava abbattendo su di lui.
«Se questo è ciò che vuoi, Hermione, allora va bene. Continua a lavorare per tutto il tempo che riterrai giusto. Ma ti avverto, prova a trascurare Teddy o Scorpius, e giuro che ti farò pentire di non avermi dato retta.»
Senza aggiungere altro si alzò, camminò svelto in camera, e qualche minuto dopo lo sentii sbattersi la porta alle spalle. Perché eravamo capaci di distruggere un momento così bello con poche parole? Perchè ci ritrovavamo sempre a litigare per ogni cosa? Sentii le lacrime formarsi nei miei occhi e cercare di evadere il loro spazio, ma per una buona volta mi impedii di piangere. Passai il resto della mattinata a sistemare la casa, tenendomi occupata dal pensiero della litigata con Draco. Lavai a mano tutte le pentole e i piatti sporchi, spazzai con la scopa l'intera superficie dell'appartamento, sistemai il letto e piegai vestiti, ma nulla di tutto ciò riuscì a levarmi dalla testa l'immagine del dolore negli occhi di Draco. E ciò che mi faceva più male, quel dolore glielo avevo procurato io. Quando due persone con idee diverse si scontrano per far valere il proprio pensiero, si finisce sempre col farsi del male. E come mi diceva sempre mia madre: solo gli stupidi non cambiano mai idea. Io non ero stupida, e non lo sarei mai stata, quindi decisi che per il bene della famiglia, mi sarei presa un periodo di pausa dal lavoro.
Alle dieci e mezza Draco fece ritorno a casa, tenendo in mano una busta. Io lo aspettai seduta sul divano, cercando le parole con cui scusarmi. Lui si sedette vicino a me, e in silenzio mi prese le mani tra le sue.
«Hermione devo...»
«Draco devo...»
Scoppiammo a ridere come dei bambini quando cercano di parlare insieme.
«Dimmi Draco.»
«Ho comprato la casa. Mi hanno fatto un'offerta imperdibile, e non ho potuto dire di no. Tu che dovevi dirmi?»
Avevamo una casa tutta nostra. Un passo in più per avvicinarci alla formazione della nostra famiglia. Una firma, e Teddy sarebbe stato nostro figlio. Sei mesi, e il nostro bambino sarebbe nato. E la nostra famiglia sarebbe finalmente stata al completo.
«Non voglio più litigare con te, Draco,  e visto che non sono stupida e che sono in grado di cambiare idea...ho deciso che lavorerò ancora un mese e poi andrò dal capo per dirgli che mi prendo una pausa. Amo te e i nostri futuri bambini, e ho intenzione di essere una buona madre per loro.»
Lui mi strinse in un abbraccio e mi baciò in tutto il viso, strappandomi qualche risata incontrollata.
«Bene, allora andiamo a prenderci Teddy.»

Spazio autrice: Ciao! So di averci messo un po', ma finalmente sono riuscita a pubblicare il nuovo capitolo! Quindi...fatemi sapere con voti e commenti cosa ne pensate! Cosa vi è piaciuto di più del capitolo? Riconoscete in Draco ed Hermione la testardaggine che hanno dimostrato? In realtà in questo capitolo non accade nulla di che, ma mi serviva per  il prossimo capitolo. Spero che vi sia comunque piaciuto. Ciaooo!!

Giada

The MissionWhere stories live. Discover now