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Passammo la notte in bianco, senza chiudere occhio e troppo occupati a fare l'amore per pensare alla stanchezza. La mattina in ufficio eravamo morti per la mancanza di sonno, ma innamorati più che mai. Il resto della settimana la passammo tra il finto lavoro, la preparazione della pozione polisucco, e la camera da letto. Ormai eravamo completamente caduti tra le mani dell'amore, inebriati dall'incantesimo di Eros, il dio delll'Amore, e passare la notte a coccolarci era diventata una necessità. Come promesso dal capo Edward Mason, sette giorni dopo la mia richiesta per email ci arrivarono per posta il mantello dell'invisibilità e un capello di Lucius Malfoy. La domenica mattina fui svegliata da un insistente e incessante battere alla porta. Mi alzai dal letto controvoglia, cercando in tutti i modi di non svegliare Draco, che dormiva profondamente e assomigliava ancora di più a un angelo caduto dal cielo. Ad un angelo ribelle.
Indossai la camicia del mio ragazzo, che la sera prima avevamo buttato a terra nella foga di fondere i nostri corpi insieme, e poi scesi le scale, imbambolata e con un solo occhio aperto. Davanti alla porta d'ingresso mi bloccai, notando la figura di una persona molto impaziente. Mi guardai allo specchio nell'atrio, e decisamente quello non era l'abbigliamento adatto con cui presentarsi davanti ad un estraneo. Con un colpo di bacchetta, che tenevo sempre nelle vicinanze, mi sistemai e poi aprii la porta. Un postino alquanto scontroso si presentò davanti a me, sbuffando e guardando in continuazione l'orologio.
«Buongiorno. Come posso esserle utile?»
Lui incontrò il mio sguardo e per un secondo mi parve sorpreso e incantato.
«La signorina Catherine Lewis?»
«N...SI, in persona. Mi dica...»
Mi porse un pacco e poi una cartella per la solita firma di avvenuta consegna.
«Questo è per lei. Arriva da Londra.»
Capii all'istante. Finalmente potevamo attuare la prima parte del piano. Il mio stomaco fece le capriole per qualche motivo a me ignoto, e mi salì un conato di vomito. Firmai velocemente cercando di ingoiare la bile.
«Grazie mille. Arrivederci.»
Mi chiusi la porta alle spalle e senza aspettare un secondo di più mi fiondai nel bagno vicino alla cucina. Appoggiai il pacco a terra e  vomitai anche l'anima. Che cosa mi stava succedendo? Probabilmente era un virus intestinale, oppure un'indigestione.
«Tesoro, dove sei?»
Sentii i passi di Draco che si avvicinava, ma non avevo il coraggio di parlare, per paura di avere un altro conato. Mi appoggiai alla tavoletta del bagno e mi rilassai, aspettando che la nausea scomparisse.
«Herm, sei qui dentro?»
«S-si.»
Mi alzai a fatica dal pavimento, e mi guardai allo specchio. Ero bianca e pallida come un lenzuolo, e tremavo come una foglia. E ti pareva che dovevo prendere la febbre proprio adesso.
«Tutto bene?»
«Si...tran-tranquillo.»
Mi risciacquai la bocca e poi uscii dal bagno con il pacco in mano, appoggiandolo sull'isola della cucina. Appena Draco mi vide mi prese tra le sue braccia, per paura che svenissi o collassassi.
«Sto bene. Davvero.»
Lui scosse la testa e mi posò una mano sulla fronte mentre un altro conato di vomito mi risaliva lungo la gola. Ebbi giusto il tempo di spingere Draco lontano da me prima di rimettere sul pavimento.
«Cazzo.»
Mi appoggiai sulla porta del bagno, tenendomi la testa tra le mani e scoppiando a piangere senza un vero motivo. Due mani possenti e forti mi strinsero in un abbraccio, accarezzandomi la schiena e i capelli.
«Va tutto bene, Herm. Adesso passa, tranquilla.»
Restai tra le sue braccia per qualche minuto, e quando fui sicura che tutto fosse veramente passato mi alzai e pulii il pavimento.
«Come stai?»
«Bene, sarà stata un'indigestione. Ah...sono arrivati.»
Gli indicai il pacco appoggiato sull'isola in cucina e lui lo scartò rivelando un mantello in apparenza normale e una fialetta contenente qualche capello di suo padre.
«Bene, allora possiamo fare la lettera da inviare ai Mangiamorte, poi provvederemo ad attuare la prima parte del tuo fantastico piano. Sicura di stare bene? Sei...molto pallida.»
Annuii non molto convinta e mi sforzai di sorridere per tranquillizzarlo.
«Si...allora facciamo la lettera?»
Senza aspettare risposta presi una pergamena, penna e calamaio, e mi sistemai vicino a lui, che nel mentre si era versato una tazza di caffè.
Poi appoggiai la penna sulla carta e iniziai a dettare, in modo che la scrittura fosse quella di Malfoy senior.
«Amici miei, sono Lucius Malfoy. Ho saputo del rapimento di Teddy Lupin, ed essendo appena scappato da Azkaban ho pensato di raggiungervi a Belfast. Lo so cosa penserete...se sei scappato, com'è che sui giornali non lo scrivono? Ebbene, temono che un'altra evasione possa infangare il buon nome della 'prigione più controllata al mondo'. Comunque, come prima detto, sono da poco evaso di prigione e mi sono rifugiato a Edimbrugo, ma non potrò restarci molto perché altrimenti potrebbero rintracciarmi. Vediamoci tra i container del porto, tra due settimane, alle cinque del pomeriggio, così da informarmi e rendermi partecipe. Ho inoltre delle notizie importanti da darvi, di persona e non per lettera. Non si sa mai che finisca in mani indesiderate. Portate anche il marmocchio, non mi fido a lasciarlo in casa da solo. A presto, il vostro alleato Lucius Malfoy.»
Passai il foglio a Draco, che era rimasto in silenzio mentre io dettavo. La lesse e rilesse più volte e infine annuì, sorridendo verso la mia direzione.
«Si, direi che è perfetta. Proprio come la scriverebbe Lucius Malfoy. Come facciamo a farla arrivare ai Mangiamorte?»
Non ci avevo ancora pensato, e al momento non riuscivo a concentrarmi. Avevo lo stomaco sotto sopra, e nella mia testa cominciava a balenarmi un pensiero che speravo con tutta me stessa non fosse vero. Possibile che fossi rimasta incinta?
«Herm?»
Mi riscossi dal mio attimo di distrazione e cercai di ricordare la sua domanda. Come inviare la lettera.
«Con un gufo. Il tuo gufo di famiglia?»
«Dovrebbe averlo ancora mia mamma. Mi basta chiamarla e dirle che me lo mandi qui.»
Annuii senza veramente prestare troppa attenzione e andai in biblioteca, dove avevamo posto il pentolone per creare la pozione polisucco.
«Dovrebbe essere pronta tra una settimana e mezza. E poi potremo attuare la prima parte e...»
Incinta, io? Non poteva essere. Avevamo sempre usato il preservativo. Oppure no?
«Draco, hai sempre messo...»
Mi bloccai a metà frase. Non potevo chiederglielo, si sarebbe insospettito.
«Cosa Herm?»
Scossi la testa e mescolai gli ingredienti.
«Niente.»
Incontrai i suoi occhi, che mi scrutavano sospettosi e curiosi allo stesso tempo.
«Sicura di stare bene?»
Cercai di convincerlo con il sorriso migliore che mi riuscì, nonostante dentro di me si stesse svolgendo una lotta interiore. Avevo sempre di più il timore che quei conati di vomito derivassero da una possibile gravidanza.
«Si. Vai a chiamare tua mamma, altrimenti il gufo non arriverà in tempo, e dobbiamo inviare la lettera entro domani.»
Lui trattenne una risata e mi baciò la fronte, poi si dileguò dalla biblioteca. Il giorno seguente il gufo di Draco, lo stesso che aveva usato quatto anni fa per inviarmi i gioielli, arrivò, e dopo avergli dato da mangiare lo spedimmo al covo dei Mangiamorte per recapitare loro la lettera. Passarono i giorni, ed era ormai questione di quattro giorni perché la pozione fosse pronta per l'uso. I conati di vomito non erano diminuiti, anzi. Era sempre peggio. Ad ogni movimento veloce ne avevo uno, e il più delle volte avrei imbrattato la casa di vomito se non ci fosse stato Draco a portarmi di peso in bagno. Lui dal canto suo era sempre più preoccupato. Voleva convincermi a farmi vedere da un medico, ma io rifiutavo ogni volta. La mattina rimasi sola a casa, perché Draco doveva andare in ufficio e mi aveva costretta a starmene a letto. Sapendo che non sarebbe tornato prima di cena mi cambiai e poi uscii di casa. Camminai velocemente fino ad una farmacia poco distante dalla villa e comprai due test per la gravidanza. La farmacista mi fece le congratulazioni, ma io non le diedi troppo ascolto. Corsi letteralmente fino a casa, perché sentivo già un altro conato salirmi in gola. Arrivai sulla tavolozza del water giusto in tempo, e una volta finito di rimettere fissai il test. Dovevo farlo, volevo una conferma e dovevo sapere. Avevo rifiutato per una settimana di avere rapporti con Draco, e sapevo che cominciava pure lui a sospettare qualcosa. Ma avevo anche paura di ricevere un risultato positivo. Con mille timori per la testa feci il test e aspettai qualche minuto la mia condanna. Sarebbe stato positivo o negativo? Dopo qualche istante comparve una strisciolina rossa. Non ero incinta! Le ultime parole famose. Neanche a farlo apposta comparve anche la seconda, e mi crollò il mondo addosso. Ero incita, da due settimane esatte. Mi lasciai prendere dal panico. Come era potuto accadere? Si, avevamo fatto molto spesso l'amore, praticamente ogni giorno, ma aveva sempre usato il profilattico. O forse...due settimane, il giorno della proposta, presi dalla foga di suggellare quella promessa ci eravamo dimenticati di usare la precauzione. Dio santo! Come l'avrebbe presa Draco? Sicuramente mi avrebbe urlato contro e avrebbe detto che non era pronto per diventare padre. E io? Non ero pronta per diventare mamma. Ero ancora giovane, con mille sogni da realizzare. E come avrei fatto con il lavoro? Avrei dovuto prendere le ferie per maternità...no! Anche a costo di lavorare con il pancione, non avrei preso ferie. Corsi in camera da letto e nascosi il test nel cassetto dei calzetti. A Draco lo avrei detto quando mi sarei sentita pronta, e al momento non lo ero. Dovevo ancora realizzare io la cosa. Passai il resto della giornata in biblioteca, a tenere sotto controllo la pozione e a leggere un libro. All'ora di pranzo mangiai solo una mela. Ero molto stanca, e sentivo un forte bisogno di chiudere gli occhi per cinque minuti e smettere di pensare. Mi distesi tra le coperte calde del letto, e mi addormentai subito, iniziando a sognare.
'Ero nella mia casa a Londra, e mi ero appena svegliata. Non indossavo il mio solito pigiama di pile, ma una semplice maglietta nera. Vicino a me, Draco continuava a dormire beatamente e mi persi ad osservare quella visione angelica. Nessun tormento solcava il suo viso, nessun dolore. Dalla camera affianco sentii un lamento. Sembrava un bambino. Un bambino? In casa nostra?
«Tesoro...vai a controllare...Scorpius per favore
Non ero neanche sicura che Draco si fosse svegliato. Probabilmente aveva parlato nel sonno. Scorpius, e chi era? Mi alzai dal caldo letto e uscii dalla stanza. Il lamento non voleva cessare, e anzi diventava sempre più forte. Entrai nella camera affianco alla nostra, e nella culla vidi un neonato. Mi avvicinai titubante, e mi persi ad osservarlo. Aveva i capelli biondi come Draco, e gli occhi marroni come i miei. Piangeva, ma il suono non mi sembrava più tanto fastidioso. Agii d'istinto. Lo presi in braccio e lo cullai. Poi mi sedetti sulla sedia vicino e lo alattai. Lui succhiò con bramosia il latte dal mio seno. Gli accarezzai i capelli, provando una sensazione magica al petto.
«Ciao Scorpius, sono la mamma, e ti voglio tanto bene
Alzai lo sguardo dal bambino e notai Draco sullo stipite della porta, che ci guardava e sorrideva.
«Siete bellissimi. Siete i miei rubini, le mie pietre preziose, la mia FAMIGLIA.»'
Spalancai gli occhi. Era tutto un sogno. Solo un bellissimo sogno, che sembrava così reale e intimo. Fissai lo sguardo fuori dalla finestra. Era buio. Quanto avevo dormito? Mi alzai a fatica dal letto, ricordandomi solo allora del test nascosto nella cabina armadio. Quello era il motivo del sogno, ne ero certa. Scesi al piano terra e trovai Draco in soggiorno, intento a guardare un film.
«Ciao. Quando sei tornato?»
Lui spostò lo sguardo dallo schermo a me, sorridendo come un ebete.
«Sono tornato da un paio d'ore, ma dormivi così bene che non ho avuto il coraggio di svegliarti. Come stai?»
Se era possibile, diventai ancora più pallida di quanto non fossi già. Dovevo dirgli del test? Dovevo dirgli che ero incinta e che sarebbe diventato padre? Andai a sedermi vicino a lui, appoggiando la testa sul suo petto.
«Herm, va tutto bene?»
Annuii soltanto, cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire. Come potevo dirglielo? Ci eravamo appena riavvicinati, e nonostante quel sogno sembrasse perfetto, nonostante Draco sembrasse felice, avevo paura della sua reazione.
«Sto bene. Non ho neanche vomitato tanto.»
Lui mi accarezzò i capelli e mi prese il mento.
«Se dovessi dirmi qualcosa, non esitare a farlo va bene?»
«Si.»
Ma solo quando fossi stata veramente pronta.

Spazio autrice: Ehilaaaa!! Come promesso, eccomi qua con un nuovo capitolo!! Che ne dite? Vi sareste aspettate una cosa del genere? Fatemelo sapere con voti e commenti!!! Allora...altra complicazione a rendere difficile una cosa che sembra già impossibile...Hermione incinta. Riusciranno i nostri due prodi eroi ad affrontare anche questa sfida? Come la prenderà Draco? Continuate a leggere per scoprirlo! Ciaooooo!!!

Giada

The MissionWhere stories live. Discover now