•Confessione•

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La pozione polisucco era pronta, e mancavano solo due giorni all'attuazione della prima parte del piano. Non mi ero ancora decisa a dire a Draco della gravidanza, nonostante fossi sicura che lui lo avesse già capito, o quantomeno lo sospettasse. In compenso avevo scoperto che in una stanza della casa, adibita a studio, Draco aveva sistemato una vera e propria sala di spionaggio, con computer, cuffie e le telecamere e i microfoni che avrei nascosto in casa dei Mangiamorte di li a pochi giorni. Avevamo finito di perfezionare il piano, e avevamo stabilito che nell'esatto momento in cui avesse bevuto la pozione, Malfoy si sarebbe smaterializzato al porto, e io in casa dei seguaci di Voldemort. Per fortuna avevo smesso di vomitare, ma avevo comunque paura di dire a Draco che sarebbe diventato padre. Temevo la sua reazione. E se fosse esploso per la rabbia e mi avesse urlato contro? Non sarei sicuramente riuscita a sopportarlo. Nonostante ciò, dentro di me sentivo che era arrivato il momento di parlargli, anche se ero terrorizzata dalla sola idea di farlo. Dovevo, anche perché era da una settimana che l'avevo scoperto, e tenermi tutto dentro mi stava distruggendo. Ogni notte avevo sognato un bellissimo bambino di nome Scorpius, con gli occhi marroni e i capelli biondi come il padre. Che fosse un segno del sesso del pargoletto che stava pian piano crescendo dentro di me?
Mi alzai dal letto molto lentamente, per non svegliare Draco. Indossai la vestaglia e in silenzio andai nella cabina armadio. Aprii il cassetto. Il test era sempre li, ben nascosto dagli occhi del mio Furetto. Quelle due linee erano un'altra cosa che sognavo ormai da una settimana, come se il mio corpo avesse ancora bisogno di una conferma. E forse quella conferma doveva arrivare proprio dal ragazzo che dormiva beatamente nel letto.
«Herm, dove sei?»
Cazzo! Si era svegliato. Nascosi velocemente il test e uscii dalla cabina armadio. Lui era seduto sul bordo del materasso, intento a indossare i pantaloni.
«Buongiorno, mio prode cavaliere.»
Mi buttai su di lui e lo bloccai tra il materasso e il mio corpo. Lui mi sorrise e mi baciò la fronte.
«Buongiorno anche a te, mia principessa. Dormito bene?»
Annuii, perché nonostante i sogni che si ripetevano regolarmente ogni notte, non potevo dire di non aver dormito bene. Anzi...il viso angelico del bambino non faceva che rallegrare le mie noiose giornate chiusa in casa.
«Senti, stavo pensando...è da quasi due settimane che non facciamo l'amore...»
Oddio! Dove voleva andare a parare?
«Si...sai, a causa del vomito...»
«...appunto, per colpa del vomito. Ma sono quattro giorni che non vomiti più, eppure non vuoi avere rapporti con me. Ogni volta che provo ad avvicinarmi, tu mi respingi. Non ti piaccio più?»
Mi tirai su a sedere, allontanandomi dal suo corpo muscoloso.
«No, amore, non è per quello. Tu mi piaci tantissimo, e sarei una falsa ipocrita e bugiarda ad affermare il contrario. Solo...»
Stavo per dirglielo, ce lo avevo sulla punta della lingua.
«Solo...cosa?»
Si era riavvicinato a me, bloccandomi contro il muro, e mi fissava intensamente, come a cercare di leggermi nella mente. Ricordavo che durante il periodo della scuola era un bravissimo legilimens, e lo era tutt'ora, ma per sua sfortuna avevo imparato a controllare la mia mente. Cercai le parole con cui iniziare, ma il momento di sicurezza era già scomparso. Scossi la testa e lo baciai sulla guancia.
«Niente, ultimamente sono molto stanca. Sai, la missione, i conati di vomito, il te...»
Mi bloccai a metà frase, conscia del fatto che gli stavo per confessare tutto senza rendermene conto.
«Il te...? Cosa intendi dire?»
Merda! Draco non era stupido. Non se la sarebbe bevuta tanto facilmente. Cosa potevo fare per liberarmi dalla trappola in cui io stessa mi ero rinchiusa?
«Intendo dire il...il TEMPO! Si, il tempo. Fa molto freddo qui in Irlanda, e non ci sono abituata.»
Osservai le mie mani, in cui spiccava l'anello di diamanti. Mi aveva fatto la promessa di matrimonio, ero di nuovo la sua fidanzata. Allora perché non riuscivo a dirgli la verità?
«Se poi ci metti il fatto che ho passato quasi un mese ad annusare l'odore ripugnante della pozione...penso che sia quella la causa del vomito.»
Ero veramente diventata una bugiarda di merda. Lui scosse la testa, visibilmente deluso. Si alzò dal letto e scomparve nella cabina, senza aggiungere una parola. Lo avevo deluso? Si, era quello che avevo letto nel suo sguardo. Pura e semplice delusione. Sentii le lacrime minacciare di scendere lungo le guance, mentre cercavo disperatamente di trattenere i singhiozzi. Mi sentivo uno schifo, eppure ogni volta che provavo a parlargli mi bloccavo. Dopo qualche minuto uscì dalla cabina cambiato, con addosso una tuta da ginnastica. Mi osservò solo un istante e prima di uscire disse la frase che mi fece capire che lui sapeva, che aveva già capito tutto.
«Spero che quando tornerò sarai più propensa a dirmi la verità, Hermione Granger. A dopo.»
Uscì sbattendo la porta e facendomi sussultare per lo spavento. Qualche istante dopo sentii anche la porta di casa sbattere, segno che era uscito. Mi fiondai alla finestra, e lo osservai mentre si allontanava correndo sotto la pioggia. Scoppiai finalmente a piangere, singhiozzando istericamente per dare sfogo al mio dolore.
«M...mi d-dispiace, Draco.»
Urlai quella frase per non so quante volte, accasciandomi contro il muro, le ginocchia contro il petto. Questa volta l'avevo fatta grossa. Lo avevo deluso, e non mi sarei mai privata di quel senso di colpa. Corsi in bagno e vomitai per la disperazione, mentre il mio corpo era scosso dai brividi. Riempii la vasca di acqua calda, e dopo essermi spogliata mi ci immersi. La sensazione fu magnifica, e aiutò il mio corpo a smettere di tremare. Istintivamente mi massaggiai la pancia, e solo allora mi resi conto di quante volte durante la settimana avessi fatto quel semplice gesto come a voler proteggere il pargoletto che avevo in grembo. Draco doveva averlo notato, e si era insospettito. Quanto ero stata stupida e impulsiva. Restai nell'acqua per almeno mezz'ora, e quando uscii mi osservai allo specchio. La pancia non era ancora evidente, ma d'altronde erano solo tre settimane che ero incinta, e la pancia cominciava ad essere evidente appena a tre mesi. Mi cambiai velocemente, senza prestare molta attenzione a quello che indossavo, e andai in cucina. Presi una padella e dopo aver sbattuto due uova preparai l'impasto per le crepes e le cucinai. Quindi le riempii letteralmente di nutella e le mangiai come una porca. Se c'era un dato che mi confermava la gravidanza, beh, era la fame incontrollata che avevo ventiquattr'ore su ventiquattro. Decisi che appena fosse rientrato, avrei detto a Draco la verità, e lo avrei fatto con davanti un bel piatto di pasta e ragù. Passai tutta la mattinata a spignattare, controllando ogni dieci minuti l'orologio, impaziente del rientro del Furetto. Ormai ero convinta. Le parole di Draco mi avevano aperto gli occhi. Lui VOLEVA che gli dicessi la verità, e io lo avrei accontentato, qualunque fossero state le conseguenze. Ero diventata famosa per il mio coraggio, non per la codardia. A mezzogiorno sentii la porta d'ingresso aprirsi, e dopo aver sistemato la tavola corsi nell'atrio. Draco era appena entrato, bagnato di pioggia e sudore. Si spogliò li, senza preoccuparsi che qualcuno potesse vederlo attraverso il vetro.
«Mi prenderesti dei vestiti puliti?»
«Si certo.»
Corsi in camera ed entrai nella cabina armadio. Afferrai i primi vestiti che mi capitarono tra le mani. Ci pensai qualche istante e poi decisi di prendere anche il test. Quindi tornai giù e lo trovai in salotto, con solo i boxer addosso. Gli passai i vestiti e lui li indossò velocemente.
«Sento un buon profumino. Cos'hai preparato?»
Con pochi passi raggiunse la cucina, e io gli corsi letteralmente dietro.
«Pasta fatta in casa e ragù. E poi zucchine alla griglia.»
Mi sedetti vicino a lui e gli afferrai il mento per incontrare i suoi occhi.
«Dobbiamo parlare.»
«Lo so.»
Fissai le mie piccole mani racchiuse nelle sue, poi la mia pancia e infine tornai sui suoi occhi color della nebbia. Si, erano proprio come la nebbia. Negli anni erano diventati così misteriosi, e se una volta riuscivo a leggervi dentro tutto, ora facevo fatica a capire cosa provasse. Solo in certi momenti riuscivo a captare i suoi sentimenti.
«Quello che devo dirti è...molto difficile. Ho paura che...ho paura della tua reazione. Quindi, prima di parlare ascolta attentamente quello che devo dirti.»
Lui annuì con sicurezza e mi fece segno di andare avanti.
«Sono tutto orecchi.»
Lo baciai con passione, per trasmettergli tutto quello che provavo, tutto l'amore che provavo per lui. Quindi lasciai le sue labbra e gli porsi il test, sapendo che lui non avrebbe comunque capito cos'era. Si, conosceva alcuni strumenti babbani, ma non quelli più femminili. Lui lo prese in mano e se lo rigirò, osservando attentamente quelle due linee rosse.
«Che cos'è?»
Era arrivato il momento.
«Ti ricordi quando tre settimane fa mi hai fatto la proposta?»
«Certo, come potrei dimenticarlo? È stato il giorno più bello della mia vita.»
Cercai di sorridere per la sua affermazione, ma mi feci subito tremendamente seria.
«Ricordi quando dopo abbiamo fatto l'amore?»
Lui sorrise malizioso.
«Certo. È stato bellissimo. Perché?»
Dopo aver visto la mia espressione per niente divertita sembrò preoccuparsi pure lui.
«Ti sfugge niente?»
Lo stavo facendo impazzire, ma non sapevo come altro dirglielo.
«Cosa dovrebbe essermi sfuggito? E cosa centra...aspetta!»
Si, ci era arrivato. Quello che prima per lui era un sospetto, ora era una certezza.
«Sei...sei...»
Annuii forzando un sorriso.
«Si Draco, quella notte ti sei scordato di mettere il  preservativo. E beh...»
Lui mi fissava, con quegli occhi ora colmi di domande.
«...sono incinta, di tre settimane. E quello che hai in mano è un test babbano per la gravidanza.»
«Lo sapevo...»
Lo disse più a se stesso che a me, mentre la consapevolezza si faceva largo in lui.
«Qu-quando l'hai sco-scoperto?»
«Una settimana fa.»
Rimase in silenzio per un bel po', senza staccare i suoi occhi dai miei e torturandosi le mani. Respirò profondamente, come a realizzare che sarebbe diventato padre. Io gli lasciai spazio, attendendo in silenzio che si riprendesse dalla notizia shock. Si mise le mani tra i capelli e li tirò con forza, cercando di constatare che quello non fosse un sogno. Un sogno bello o brutto?
«Draco, tutto...»
Fui zittita da un suo dito, che si appoggiò sulle mie labbra.
«Non sono pronto Herm. Non voglio diventare padre. Non ora! Cazzo! Non sono pronto!»
Scattò in piedi e lanciò il telecomando dall'altra parte della stanza, poi urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Sussultai per lo spavento, mentre tutti i miei peggiori timori si realizzavano. Non l'aveva presa bene, per niente.
«Draco, ti prego...»
Lui mi fissò con uno sguardo gelido.
«NON-LO-VOGLIO. Non voglio quel bambino!»
Lacrime di dolore cominciarono a scendere lungo le mie guance, e io non feci niente per fermarle. Mi alzai in piedi barcollando e mi sistemai di fronte a lui. Poi gli puntai un dito contro il petto e gli sputai in faccia il mio dolore.
«Mi hai detto di dirti la verità, e io l'ho fatto, perché ti amo. Ma da ora in avanti se vorrai me dovrai accettare anche NOSTRO figlio, perché non ho intenzione di abortire. Ogni azione ha delle conseguenze, Draco Malfoy, ed è ora di prendersi le proprie responsabilità.»
Era stata la mamma che era in me a parlare. Sentire Draco rifiutare quel bambino mi aveva portata a capire che io invece lo volevo. L'avevo sognato, l'avevo immaginato tra le mie braccia, e lo desideravo.
«Se hai fame c'è la pasta. Grazie per aver rovinato un momento così bello, e spero che cambierai idea, a meno che tu non voglia perdermi di nuovo.»
Corsi su per le scale e mi chiusi in camera, girando la chiave per non farlo entrare. Mi accasciai contro la porta e singhiozzai, continuando ad accarezzarmi la pancia.
«Tranquillo piccino, non permetterò che tu cresca senza un padre. Te lo prometto!»
Esaurite le lacrime mi alzai e andai in bagno. Sentii i pugni di Draco battere contro la porta, ma non lo ascoltai. Gli avevo dato la possibilità di scegliere: o me e il bambino, o nessuno dei due. Stava a lui decidere. Non lo stavo costringendo ad accettare suo figlio, ma se non lo avesse fatto mi avrebbe persa, e questa volta per sempre. Quando non sentii più i colpi aprii la porta e andai in cucina, dove Draco era intento a mangiare la pasta, osservando il test davanti al piatto. Presi anche io la pasta e poi mi chiusi in biblioteca, a mangiare circondata dai libri. Avrei anche accettato di fare la ragazza-madre, ma speravo di veder crescere il bimbo insieme a Draco.

Spazio autrice: Eccomi qua!!! Nuovo capitolo, nuovo colpo di scena. Vi è piaciuto il capitolo? Fatemelo sapere con voti e commenti, please! Che dire...brutto colpo per entrambi: per Draco scoprire che sarebbe diventato padre, per Hermione che Draco non è pronto per prendersi certe responsabilità. Cosa pensate di ciò che ha detto Hermione? Secondo voi cosa accadrà? Continuate a leggere per scoprirlo. Ciaoooo!!

Giada

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