•La battaglia•

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Era arrivato il momento. Nonostante si fossero accampati davanti al Malfoy Manor con un giorno di anticipo, i Mangiamorte rispettarono il patto. Infatti non avevano attaccato in anticipo, ma avevano aspettato tre giorni come d'accordo. Mancavano poche ore all'alba del terzo giorno, e nel Manor tutti gli Auror erano in fermento con gli ultimi preparativi prima della battaglia. L'unico che dormiva tranquillo era Teddy, completamente all'oscuro di quanto sarebbe successo di li a poche ore.
«Herm, sei pronta?»
Draco mi stringeva forte al suo petto, mentre dal balcone della nostra stanza da letto osservavamo l'esercito di Mangiamorte, che si stava schierando nella campagna circostante la villa.
«Sono più di quanti mi sarei immaginata. Ci sono ancora così tante famiglie fedeli a Voldemort?»
«A quanto pare... Ma noi li sconfiggeremo, e quando saranno tutti ad Azkaban potremo finalmente vivere felici.»
Lo speravo con tutto il cuore, ma sentivo che non sarebbe andata così. Ormai ne ero quasi certa, ma costi quel che costi, avrei lottato fino all'ultimo soffio di vita affinché Teddy non finisse di nuovo tra le mani di quei bastardi.
«Sono più di noi, numericamente parlando.»
Sentii bussare alla porta con insistenza, e poco dopo spuntò la testa di Richard.
«Non vorrei disturbare ragazzi, ma...Draco, sono arrivati.»
Arrivati? Chi era arrivato?
«Chi è...»
«Lo scoprirai subito.»
Il ragazzo mi prese per mano e insieme scendemmo al piano inferiore e poi fuori nel giardino dietro la casa, dalla parte opposta rispetto a quella dei Mangiamorte.
«Draco, ma dove...»
Le parole mi morirono in gola non appena vidi chi era arrivato.
«Cosa dicevi, che siamo meno di loro numericamente parlando?»
Scoppiai a ridere felice come un bambino con davanti un sacco di caramelle. Di fronte a noi c'erano tutti i nostri amici e insegnanti degli anni della scuola: Harry, Ron, Ginny, Zabini, Theodore Nott, Hagrid, la professoressa McGranitt, e moltissimi altri.
«Ma che ci fate voi qui??»
Ginny mi saltò letteralmente addosso e mi baciò in fronte.
«Quando Draco ci ha chiamato e ha detto che avevate bisogno del nostro aiuto non abbiamo potuto rifiutare. Quando poi abbiamo scoperto che qui sta crescendo un piccolo Malfoy...cosa aspettavi a dirmelo?!»
Guardai scioccata prima lei e poi Draco.
«Glielo hai detto?»
Lui sorrise malignamente -col suo ormai caratteristico ghigno in bella mostra- e annuì.
«Ti ho risparmiato un lavoro.»
Ero completamente senza parole, tutto mi aspettavo da lui meno che questo.
«Ma quando glielo hai...»
«Quando ci hai mandati a reclutare Auror. Ho trovato sulla scrivania del tuo ufficio il numero di Ginny e l'ho chiamata. Lei ha fatto tutto il resto.»
Non potevo crederci. L'aveva fatto per me, affinché fossi più tranquilla. Glielo leggevo negli occhi color tempesta, che trasmettevano tutto l'amore che provava nei miei confronti.
«Oh tesoro! Non so proprio come ringraziarti.»
«Tu pensa a restare viva. Mi basta solo questo.»
Abbracciai tutti i presenti, uno ad uno, ringraziandoli di essere venuti.
«Vi ringrazio di essere qui, tutti quanti. Forse non vi è stato spiegato molto bene cosa sta succedendo, quindi vi farò una sintesi veloce. In poche parole, i Mangiamorte vogliono prendere il piccolo Teddy, figlio di Lupin e Tonks, per fare di lui un lupo mannaro assetato di sangue. Il nostro compito è combattere affinché ciò non accada. Siete pronti a farlo? I nemici sono molti, e il rischio è molto alto. Quindi...siete sicuri di voler rischiare la vita?»
Ci fu un boato di acclamazioni. Erano tutti li, pronti a mettere a repentaglio la loro esistenza per Teddy.
«E allora andiamoooo!!!»
Li portammo tutti all'interno della casa, e poi io e Draco andammo a salutare il bambino, prima di andare a combattere. Quando entrammo nella camera di Teddy lui stava ancora dormendo.
«Teddy, tesoro. Puoi svegliarti un attimo?»
Il bimbo aprì prima un occhio e poi l'altro.
«Ciao tesoro. Volevamo solo salutarti, perché dobbiamo partire e non sappiamo quando torneremo.»
Lui si alzò e ci strinse in un abbraccio.
«Ma tornerete, vero?»
«Certo, prima che te lo aspetti, saremo già di ritorno. Promesso.»
Gli accarezzai i capelli grigi come gli occhi di Draco, trattenendo a stento le lacrime che premevano per uscire.
«Promesso?»
«Assolutamente, ma non sarai solo. Con te si sarà Narcissa, quindi per ogni cosa puoi contare su di lei. Va bene?»
Teddy annuì e Draco lo prese in braccio.
«Sopravviverete vero? Io vi voglio bene, e non voglio perdervi...»
Aveva già capito tutto. Ma era anche scontato, visto che lui era un bimbo molto sveglio, e vedere tutta quella gente per casa doveva averlo insospettito.
«Certo che sopravviveremo, non ti libererai tanto facilmente di noi.»
Gli baciai le guance e poi lo strinsi forte in un abbraccio, mentre silenziose lacrime scendevano a bagnarmi il viso.
Draco lo fece distendere sul letto e poi lo baciò.
«Torna a dormire, piccolo. È ancora presto.»
Tenendoci per mano ci avviammo verso la porta.
«Vi voglio bene.»
«Anche noi, tesoro.»
Uscimmo dalla stanza e prima di tornare dal 'nostro' esercito Draco mi diede un ultimo bacio appassionato, con cui mi confermò tutto il suo amore. Era un bacio dal retrogusto dolce-amaro, perché poteva essere l'ultimo che ci davamo.
«Ti prego, vedi di sopravvivere, perché senza di te non riuscirei a vivere. Ci ho già provato per quattro anni, e come vedi non ci sono riuscito. Ti amo troppo, Hermione. Amo te e il nostro bambino, e non voglio perdervi.»
«Anche io ti amo, Dray, e farò tutto il possibile per non morire.»
Lo strinsi forte a me, sentendo il battito veloce del suo cuore.
«Lo so.»
Quando scendemmo Narcissa era già all'opera, e stava rifornendo chiunque le capitasse a tiro di cibo e bevande.
«Narcissa...»
Lei ci vide e ci corse incontro.
«Oh cari. Prendete qualche panino, dovete mangiare prima di andare a combattere.»
Io rifiutai con gentilezza, mentre Draco prese un panino, più per fare felice sua madre che per fame vera e propria.
«Narcissa, mi raccomando...prenditi cura di Teddy.»
«Stai tranquilla. Tu piuttosto, fai attenzione a mio nipote, chiaro?»
La frase uscì come una via di mezzo tra minaccia e battuta, ma sortì l'effetto giusto. Ero incinta, e stavo per andare in battaglia. Non dovevo stare attenta solo alla mia vita, ma anche a quella di mio figlio.
«Lo farò.»
I primi raggi dell'alba fecero capolino dalle finestre, illuminando le stanze di luce.
«È arrivato il momento.»
La madre di Draco ci prese per mano e ci baciò teneramente.
«Buona fortuna, tesori miei. Vedete di tornare vivi.»
«Ci proveremo.»
Rivolgendoci al resto del gruppo, annunciammo che era il momento di andare, e tutti insieme ci smaterializzammo nel campo davanti al Manor, a circa settanta metri dall'esercito dei Mangiamorte. Vidi Antonin Dolohov farsi avanti per primo. Sicuramente voleva contrattare prima di iniziare a combattere.
«Vado a sentire che vuole.»
Camminai verso di lui, tenendo il mio sguardo fisso nel suo.
«Hermione Granger, dateci il bambino e non vi attaccheremo. Altrimenti saremo costretti a prendercelo con la forza...»
Io scoppiai a ridere per la sciocchezza che avevo appena udito.
«Darvi il bambino...per permettervi di fare di lui un mostro? So dei vostri piani, e la mia risposta è una sola...MAI! Puoi scordartelo, piuttosto preferisco morire.»
Lo fissai con odio, poi alzai la bacchetta contro di lui. Per i miei compagni era il segnale: dovevano attaccare. Sentii i loro passi veloci dietro di me. Sul viso di Dolohov comparve il ghigno maligno che lo aveva tanto reso famoso, poiché gli deformava a tal punto il volto da renderlo ripugnante alla vista di chiunque. Avevo sentito che pure i suoi amici avevano paura di quel ghigno, e ora sapevo perché.
«Ah beh, se è così...Granger, ti sei appena firmata la condanna a morte. Ti auguro di morire per ultima, in modo da vedere i tuoi compagni cadere senza vita uno ad uno.»
La risata che ne seguì fu a dir poco agghiacciante, tanto che per alcuni secondi non riuscii nè a muovermi, né a pensare con lucidità. I Mangiamorte e le famiglie loro alleate iniziarono ad avanzare, fino a quando i due eserciti non si trovarono a pochi metri di distanza.
«L'hai voluto tu, Granger. Io la mia possibilità te l'ho data.»
Mi scagliò contro uno Schiantesimo, che io deviai con maestria. Quel gesto segnò l'inizio della battaglia. Auror, maghi e streghe si scagliarono contro i Mangiamorte e i loro alleati, e ben presto non riuscii più a distinguere Draco. Non vidi più neanche Dolohov, quindi cominciai a lanciare incantesimi contro tutti i nemici che incontravo. Continuai in questo modo finché davanti a me vidi Astoria.
«Greengrass, quanto tempo. Sempre dalla parte dei cattivi, noto.»
Lei mi puntò la sua bacchetta contro e lanciò uno Schiantesimo.
«Questo è giocare sporco, stupida oca che non sei altro.»
Ricordare il suo sorrisetto trionfante quando quattro anni prima la beccai nello sgabuzzino delle scope con Draco mi fece crescere dentro una rabbia felina.
«Expelliarmus!!»
Colpita dall'incantesimo, lei fu scaraventata indietro di qualche metro, mentre la sua bacchetta sbalzò di lato.
Con una furia omicida dentro, mi avvicinai a lei e le tirai i capelli, talmente forte che alcuni mi restarono tra le dita.
«Sai Astoria, per me sarebbe fin troppo semplice lanciarti la Maledizione senza perdono e porre fine alla tua inutile vita. Ma non lo farò, meglio spediti ad Azkaban per tradimento e vederti marcire in prigione come un sacco di merda.»
Astoria fece per alzarsi, ma io la spinsi contro il terreno erboso.
«Incarceramus!»
Lei cercò di liberarsi dalle funi che le avvilupparono il corpo, e più si muoveva, più queste le si stringevano intorno.
«Fossi in te non mi muoverei troppo, Vipera della malora. Dovresti sapere che se ti muovi troppo, queste si stringono ancora di più, e potrebbero farti soffocare. Non che la cosa mi dispiaccia, ovviamente.»
Dietro di me sentii un uomo stramazzare a terra, e piena di terrore mi girai di colpo. Draco aveva colpito un Mangiamorte, e dalla posizione della caduta, se Draco non lo avesse colpito, quello avrebbe colpito me.
«Grazie tesoro. Mi hai appena salvato la vita.»
«Lo so, ma stai più attenta. L'hai catturata, e di certo non potrà liberarsi, quindi non pensare più a lei e passa ad un altro nemico.»
Aveva ragione. Molti Mangiamorte erano già stati catturati, ma molti altri stavano ancora combattendo.
«Va bene.»
Gli baciai velocemente una guancia e poi corsi ad aiutare Ginny, che stava combattendo contro due alleati dei Mangiamorte.
«Ginny, alla tua sinistra!»
Lei si girò giusto in tempo per intrappolare un nostro ex compagno di scuola.»
Gli Auror combattevano con coraggio, ma c'erano già corpi senza vita da ambe le parti.
«Herm, dietro di te!»
Con la bacchetta davanti a me, ruotai di 180 gradi e vidi Antonin Dolohov.
«Hermione Granger, finiamola con questa battaglia. Consegnateci il bambino e noi ci ritireremo.»
«Mai! Non ti consegnerò mai Teddy Lupin! Te l'ho detto prima e la mia risposta rimane sempre quella. Maiiiii!!!»
Dolohov deformò nuovamente il suo viso in un sorriso sprezzante e orripilante.
«Allora sarò costretto ad ucciderti, ragazzina. Peccato....»
Mi corse incontro e fece per prendermi e bloccarmi sul terreno. Io però, dimostrando un'agilità non da me, scansai di lato e lui cadde dove poco prima c'ero io.
«Mi dispiace, Dolohov. Mi hai mancata.»
Ma lui non demorse e tornò alla carica. Ebbi giusto il tempo di smaterializzarmi prima che lui lanciasse una Maledizione senza perdono, che andò a colpire un albero della foresta vicino alla radura.
Io mi smaterializzai quindici metri dietro di lui.
«Ehi Antonin, mi hai mancata di nuovo. Forse dovresti migliorare un po' la tua mira, fa veramente pena.»
Quando lo vidi abboccare alla mia offesa e prepararsi ad usare di nuovo l'Avada Kedavra, io feci la mia mossa.
«Sectumsempra!»
L'incantesimo lo colpì in pieno petto. Dolohov cadde e dal suo corpo iniziò a sgorgare sangue. Io tornai vicino a lui, a godermi quello spettacolo macabro e ad osservare con odio l'agonia in cui si trovava il Mangiamorte.
«Ti prego, Granger. Hai vinto...ora smettila.»
«Erano le stesse parole che ti disse Remus Lupin prima che tu lo uccidessi senza ritegno?»
Lui iniziò a tossire rumorosamente, e del sangue fuoriuscì dalla sua bocca.
«Stai morendo, Antonin Dolohov. Voglio sentirti implorare che ti risparmi la vita come fanno i vermi.»
«Io... Ti prego. Si, è vero...l'ho ucciso senza ascoltare le sue richieste...e ci ho pure goduto...»
Non ero un'assassina, e non avevo intenzione di farlo ora. Avevo sentito abbastanza, e ora avevo quanto mi bastava per spedirlo a marcire in prigione ad Azkaban, ad aspettare il temuto Bacio dei Disennatori.
Mi sistemai vicino a lui e feci il contro incantesimo, per poi bloccarlo con delle funi. Quando mi rialzai trovai davanti a me Ron, tutto sporco di sangue e con gli occhi vitrei.
«Ehi Ron, tutto...»
Le parole mi morirono in bocca non appena lui mi puntò la bacchetta contro.
«Avada Kedavraa!!!»

Spazio autrice: Ciao a tutti!! Nuovo capitolo pubblicato. Fatemi sapere con voti e commenti se vi è piaciuto. Se devo essere sincera...è uno dei miei preferiti. Ora...che ne pensate della spietatezza di Hermione? Vi è piaciuta la scena Hermione VS Astoria? Che ne pensate del finale? E della battaglia in generale? Commentate...e fatemi sapere cosa vi ha colpito di più del capitolo. Ciaooo!!

Giada

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